Il bollettino di Francoforte segnala l'aumento dei rendimenti di titoli di Stato in Grecia e Italia, mentre latitano gli investimenti delle imprese tricolori.
Ormai da troppo tempo, la ripresa economica dell'Eurozona "sta continuando" ma, in prospettiva, "si prevede che procederà a un passo moderato ma stabile". In sostanza, non arriva il cambio di passo: lo scrive la Bce nel bollettino economico di novembre, diffuso in mattinata.
I rischi prevalenti su questo scenario sono ancora orientati "a un peggioramento soprattutto a causa dello scenario esterno" all'area dell'euro.
La Banca centrale europea tranquillizza invece sugli effetti di Brexit: "Dai dati recenti emergono nel complesso capacità di tenuta e un impatto limitato del referendum nel Regno Unito" sull'economia dell'area dell'euro. Negli ultimi mesi, "le misure di incertezza politica nell'area si sono ridotte". In prospettiva, "non è possibile escludere conseguenze negative sull'area dell'euro nel medio termine: "L'impatto aggregato dipenderà essenzialmente dalla futura evoluzione dell'interscambio tra area del'euro e Regno Unito, nonché dalle ricadute indirette connesse a paesi terzi".
Oltre a ricordare la disponibilità a mantenere una politica monetaria accomodante e a proseguire con il Quantitative easing oltre la scadenza del marzo 2017, se necessario, il bollettino riflette sulla situazione attuale dei mercati, annotando la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato, in particolare in Paesi quali Grecia e Italia. Nel complesso, "i differenziali di rendimento dei titoli sovrani rispetto al tasso del Bund tedesco decennale sono rimasti sostanzialmente stabili nella maggior parte dei paesi, ad eccezione di Grecia e Italia, dove sono saliti rispettivamente di 12 e 21 punti base", si rileva. I rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine dell'area dell'euro "sono aumentati dagli inizi di settembre. Nel periodo in rassegna, che va dall'8 settembre al 19 ottobre, i rendimenti dei titoli di Stato decennali hanno registrato aumenti compresi tra 6 e 30 punti base, con picchi appunto in Grecia e Italia".
Il Belpase va dietro la lavagna anche per gli investimento. In un approfondimento dedicato, la Bce specifica che l'incremento di quasi il 15% registrato dagli investimenti delle imprese dell'area dell'euro dopo il punto di minimo toccato durante la crisi "è stato determinato misura considerevole da Germania, Spagna
e Francia, a fronte di un contributo limitato dell'Italia". Tra le imprese dell'area dell'euro, si legge ancora, gli investimenti sono tornati ora sui livello massimo pre-crisi registrato nel 2008, mentre in altre economie avanzate il recupero è stato più marcato.
Fonte: Repubblica.it
Ormai da troppo tempo, la ripresa economica dell'Eurozona "sta continuando" ma, in prospettiva, "si prevede che procederà a un passo moderato ma stabile". In sostanza, non arriva il cambio di passo: lo scrive la Bce nel bollettino economico di novembre, diffuso in mattinata.
I rischi prevalenti su questo scenario sono ancora orientati "a un peggioramento soprattutto a causa dello scenario esterno" all'area dell'euro.
La Banca centrale europea tranquillizza invece sugli effetti di Brexit: "Dai dati recenti emergono nel complesso capacità di tenuta e un impatto limitato del referendum nel Regno Unito" sull'economia dell'area dell'euro. Negli ultimi mesi, "le misure di incertezza politica nell'area si sono ridotte". In prospettiva, "non è possibile escludere conseguenze negative sull'area dell'euro nel medio termine: "L'impatto aggregato dipenderà essenzialmente dalla futura evoluzione dell'interscambio tra area del'euro e Regno Unito, nonché dalle ricadute indirette connesse a paesi terzi".
Oltre a ricordare la disponibilità a mantenere una politica monetaria accomodante e a proseguire con il Quantitative easing oltre la scadenza del marzo 2017, se necessario, il bollettino riflette sulla situazione attuale dei mercati, annotando la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato, in particolare in Paesi quali Grecia e Italia. Nel complesso, "i differenziali di rendimento dei titoli sovrani rispetto al tasso del Bund tedesco decennale sono rimasti sostanzialmente stabili nella maggior parte dei paesi, ad eccezione di Grecia e Italia, dove sono saliti rispettivamente di 12 e 21 punti base", si rileva. I rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine dell'area dell'euro "sono aumentati dagli inizi di settembre. Nel periodo in rassegna, che va dall'8 settembre al 19 ottobre, i rendimenti dei titoli di Stato decennali hanno registrato aumenti compresi tra 6 e 30 punti base, con picchi appunto in Grecia e Italia".
Il Belpase va dietro la lavagna anche per gli investimento. In un approfondimento dedicato, la Bce specifica che l'incremento di quasi il 15% registrato dagli investimenti delle imprese dell'area dell'euro dopo il punto di minimo toccato durante la crisi "è stato determinato misura considerevole da Germania, Spagna
Fonte: Repubblica.it
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