Da quando, a fine febbraio, la Turchia ha riaperto per alcuni giorni la rotta balcanica come ritorsione nei confronti dell’Unione Europea per il mancato supporto
diplomatico nella crisi di Idlib, i rapporti con la Grecia si sono deteriorati significativamente, raggiungendo nuovi minimi con regolarità e periodicità. L’episodio più grave è avvenuto il 21 maggio, quando un manipolo di soldati turchi ha invaso e preso il controllo di un lembo di terra sotto sovranità ateniese nella più totale indifferenza ed impassibilità degli alleati greci.
Atene, nella consapevolezza del proprio isolamento e dell’impossibilità di scatenare un conflitto aperto, ha infine ceduto alle pressioni di Ankara ed accettato di intavolare dei negoziati bilaterali, senza mediatori, per risolvere la questione dei territori contesi nella Tracia orientale e nel Mar Egeo. La Germania, però, si è intromessa ugualmente e ha fatto ricorso all’arte della diplomazia segreta per convincere i rappresentanti delle due parti ad incontrarsi a Berlino.
L’incontro segreto
Il vertice di Berlino si è svolto nella giornata di lunedì 13 luglio, circondato da un manto di assoluta segretezza. La notizia dell’incontro ha iniziato a circolare soltanto a fine settimana e le reazioni negative suscitate in Grecia sembrano indicare che una parte dell’esecutivo ateniese fosse all’oscuro dell’evento o, peggio, che fosse a conoscenza delle condizioni dettate in anticipo da Angela Merkel e da Recep Tayyip Erdogan.
La capitale tedesca ha visto l’arrivo di una delegazione turca e di una delegazione greca, le quali hanno discusso ad un tavolo dei problemi che separano i due paesi in compagnia di un corpo di mediazione tedesca. L’evento è stato progettato per rappresentare un trampolino di lancio verso una soluzione definitiva, perciò si è parlato dei dossier più urgenti e spinosi, ovvero le rivendicazioni turche sui giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale e i territori contesi.
Non è stata rivelata la lista completa dei partecipanti all’evento, ma il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che uno dei membri della delegazione di Ankara è stato Ibrahim Kalin, il portavoce dell’ufficio presidenziale, mentre il quotidiano greco Kathimerini ha dato notizia della presenza di Jan Hecker, il consigliere per la politica estera della Merkel, e di Eleni Sourani, fra gli inviati del governo di Atene.
Cosa potrebbe essere successo?
La stampa turca ha descritto l’evento in termini normali, enfatizzando positivamente l’intromissione della Germania e ribadendo la legittimità delle rivendicazioni del governo nella regione. Inoltre, è emblematico che sia stata proprio la stampa turca a dare comunicazione dell’avvenuto evento, informando così anche l’opinione pubblica di Atene.
Da parte greca, invece, si è assistito ad un dibattito fra il partito di governo e le due più grandi forze di opposizione, Syriza e il Movimento per il Cambiamento. Secondo i due partiti, il profilo basso mantenuto dall’esecutivo sulla vicenda, che ha dapprima negato le indiscrezioni sulla veridicità dell’incontro e poi ha rifiutato di rilasciare commenti, potrebbe essere la prova del fatto che sia stato raggiunto un risultato scadente, ovvero a detrimento della Grecia e a favore della Turchia.
Poiché nessun dettaglio è stato rivelato su come sia finito il vertice e che l’unico modo per capire cosa potrebbe essere accaduto è quello di basarsi sulla descrizione dei media e della reazione della politica, è possibile che i partiti greci dell’opposizione abbiano ragione e che durante le trattative i delegati di Berlino e Ankara si siano seduti dalla stessa parte del tavolo. Quanto accadrà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale sarà rivelatorio.
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