La Grecia e l’Egitto sono vicini alla firma di un accordo sui confini marittimi, stando a quanto rivelato dall’ambasciatore di Atene al Cairo, Nikos Garilidis.
La notizia è stata riportata dal quotidiano ellenico Ekathimerini il 17 luglio, dopo che quest’ultimo ha ripreso un’intervista rilasciata da Garilidis al giornale di punta egiziano Al-Ahram, nella quale l’ambasciatore ha dichiarato: “Siamo vicini, molto vicini”.
Un accordo sulla delimitazione della Zona Economica Esclusiva (ZEE) tra la Grecia e l’Egitto sarebbe inviso alla Turchia che, da parte sua, lo scorso 27 novembre ha firmato un accordo di demarcazione marittima con il governo di Tripoli, anche noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA) della Libia, il quale ha causato molte controversie a livello internazionale.
Al riguardo, Garilidis ha affermato che spetta ad Ankara mantenere buone relazioni con i propri vicini, e se rinunciasse alle sue “idee ottomane”, la Grecia potrebbe sostenere il coinvolgimento del Paese nei programmi di cooperazione economica nel Mediterraneo orientale, compresi i progetti di gas naturale.
Il processo di negoziazione delle Zone Economiche Esclusive tra l’Egitto e la Grecia è stato avviato oltre tre anni fa durante una visita del presidente del Cairo, Abdel Fattah al-Sisi, ad Atene, in cui quest’ultimo e il primo ministro greco, Alexis Tsipras, hanno concordato che per aiutare ogni Paese a beneficiare delle possibili risorse delle proprie acque nazionali è necessario firmare un accordo.
Stando a quanto reso noto da Garilidis, nei tre anni passati si sono svolti più di 13 round di colloqui tra il Cairo e Atene, di cui l’ultimo si è concluso il 14 luglio nella capitale greca. Inoltre, l’ambasciatore ellenico ha comunicato che ci potrebbe essere un altro ciclo o due di negoziati tra le delegazioni tecniche, ma che alla fine della giornata “entrambe le parti dovranno dipendere dalla saggezza delle rispettive dirigenze politiche per ottenere l’accordo fatto”.
Le relazioni tra Grecia e Turchia risultano compromesse per via di molteplici fattori. Principalmente, ad aver danneggiato i rapporti tra Ankara e Atene concorrono le dispute in materia di diritti minerari nel Mar Egeo, all’interno delle quali si inseriscono i sorvoli non autorizzati dei caccia turchi nello spazio aereo della Grecia e la controversia sulle trivellazioni condotte dalla Turchia a largo delle coste di Cipro, ricche di gas naturale. I rapporti si sono ulteriormente incrinati quando, lo scorso 30 maggio, Ankara, in virtù del Memorandum siglato con la Libia, aveva pubblicato in Gazzetta ufficiale i 24 blocchi per cui la compagnia petrolifera di Stato turca, la TPAO, aveva richiesto la licenza per avviare le esplorazioni energetiche. Insieme al disegno delle aree di competenza, in Gazzetta è stata inserita anche la richiesta da parte ella TPAO di condurre esplorazioni in tutti i blocchi occidentali della mappa, i quali si trovano nei pressi delle isole della Grecia. La pubblicazione dei blocchi in Gazzetta ufficiale confermava le intenzioni della Turchia di portare avanti l’implementazione dell’accordo siglato con la Libia, nonostante le Nazioni Unite non abbiano ancora approvato i confini marittimi decisi dai due Paesi.
In tale contesto, Atene ha dichiarato di ritenere evidenti le intenzioni di Ankara di sfidare la propria sovranità territoriale nelle acque delle isole greche. Da parte sua, invece, la Turchia ha ribadito che le aree per cui la compagnia petrolifera di Stato ha richiesto la licenza di esplorazione fanno parte della piattaforma continentale turca definita dalle Nazioni Unite.
https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/07/20/egitto-grecia-vicini-alla-firma-un-accordo-sui-confini-marittimi/
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