In sala il 24 marzo il seguito, quattordici anni dopo, della commedia romantica che ha battuto tutti i record di incasso. Oggi la famiglia di Toula dovrà affrontare nuove sfide.
"Ricorda: occhi aperti, ginocchia chiuse. Se hai le ginocchia aperte, chiudi gli occhi". Consigli di zia a nipote greca per la sera del ballo. Sono passati quattordici anni dall'exploit de Il mio grosso grasso matrimonio greco; costato appena 5 milioni di dollari, ne incassò 369 battendo tutti i record di incasso per una commedia romantica.
L'ingombrante, simpaticissima famiglia Portokalos è nata nell'estate del '97 - formato "solo show" - sul palco dell'Hudson Backstage Theatre a Los Angeles, dove l'attrice e scrittrice Nia Vardalos mise in piedi lo spettacolo in tutta fretta per procurarsi un agente migliore.
Non avrebbe mai immaginato che, tra il pubblico, l'attrice di origine greche Rita Wilson, moglie di Tom Hanks, se ne innamorasse al punto da diventare produttrice del film insieme al marito, nel 2002. La storia, basata sulla vera famiglia della Vardalos e sulla sua esperienza di matrimonio con uno straniero, ha un reggimento di fan in tutto il mondo. "Gli studenti di cinema oggi mi fermano e mi dicono che Il mio grosso grasso matrimonio greco ha ispirato la loro tesi di laurea. C'è chi ha mollato Bergman e Antonioni per scrivere della Vardalos!" racconta l'attrice, divertita, a New York.Il sequel sarà in sala da giovedì 24 marzo, distribuito da Universal Pictures; la star canadese (di discendenza greca) spera che anche questo capitolo entri nella storia del box office. Ma perché aspettare tanto prima di girare il numero 2? "Quando il film è esploso, non riuscivo a crederci" spiega Nia Vardalos. "Non avevo in mano una formula esatta, non ero preparata. Dopo la candidatura all'Oscar per la miglior sceneggiatura, mi hanno subito chiesto di scrivere Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, senza perder tempo.
La verità è che, mentre il successo ci stava travolgendo, il piano personale si guastava. In quel periodo lottavo con tutte le forze per diventare madre e, come ho scritto nel mio libro Instant Mom (diventato un best seller, ndr.), per me e mio marito (l'attore Ian Gomez, ndr.) non è stato un cammino lineare. Abbiamo atteso dieci anni, tra infertilità e maternità surrogata. Eppure nulla. Ma sono bastate quattordici ore di preavviso per incontrare nostra figlia ed ottenere l'affido. Da quel momento c'è stata solo la gioia della maternità, dalle zuppe fatte in casa ai vestiti lavorati a maglia. Indimenticabile, e imbarazzante, il mio primo grande pianto di fronte alla scuola materna".Ora che la paura del distacco è passata, Nia ha trasformato le sue ansie da mamma in una commedia XXL con un altro matrimonio da preparare e festeggiamenti fuori di testa: ne Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 Fotoula Portokalos detta Toula (Vardalos) torna protagonista insieme a Ian Miller (John Corbett), intenti a dedicarsi alla figlia adolescente, Paris (Elena Kampouris), indecisa se restare a Chicago dai suoi o accettare l'ammissione alla New York University. E mentre la coppia cerca di ritagliarsi un po' di intimità, l'invadente clan dei Portokalos - genitori, cugini e amici - stravolge i piani di Toula. Non solo, il matrimonio tra sua madre Maria e il padre Kostas, detto Gus, va in tilt. Lei gli rimprovera di averlo seguito negli Stati Uniti senza che lui la sposasse ed ora è pronta a rifarsi una vita."La mia commedia è raccontata dal punto di vista di una donna" spiega Nia Vardalos. "Questo non significa che la mia scrittura sia necessariamente pro-donne o anti-uomini. Certo, il patriarcato familiare, con tutti i suoi archetipi, mi sta molto a cuore. E le donne, in famiglia e nello showbiz, sono sempre in lotta. Le armi migliori per ottenere la parità sono la trasgressione intelligente, la cultura, il politicamente scorretto". Quando facciamo notare a Nia che la famiglia greca ha parecchie affinità con quella italiana, risponde: "Il segreto de Il mio grosso grasso matrimonio greco credo sia proprio la possibilità, da parte di tutte le famiglie del mondo, di riconoscersi. Dai giapponesi agli italiani, fino al Perù. Il nostro film non parla soltanto alla comunità greca. E' una risata collettiva. La qualità umana che preferisco? Ridere di noi stessi". E sul futuro della saga, la Vardalos non ha dubbi: "La famiglia si evolve; la mentalità di ogni membro cambia con il mutare del tempo. Il personaggio dell'ex *NSYNC Joey Fatone, il cugino Angelo, è un esempio di quanto io stia dicendo: porta in sé non un messaggio di tolleranza - non si tratta di tolleranza - ma di naturale accettazione. Nel film - spoiler - Angelo fa coming out e il suo compagno è accolto dalla famiglia Portokalos con un sorriso, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ecco, se dovessi scrivere un terzo atto, lo intitolerei senz'altro Il mio grosso grasso matrimonio greco gay".
"Ricorda: occhi aperti, ginocchia chiuse. Se hai le ginocchia aperte, chiudi gli occhi". Consigli di zia a nipote greca per la sera del ballo. Sono passati quattordici anni dall'exploit de Il mio grosso grasso matrimonio greco; costato appena 5 milioni di dollari, ne incassò 369 battendo tutti i record di incasso per una commedia romantica.
L'ingombrante, simpaticissima famiglia Portokalos è nata nell'estate del '97 - formato "solo show" - sul palco dell'Hudson Backstage Theatre a Los Angeles, dove l'attrice e scrittrice Nia Vardalos mise in piedi lo spettacolo in tutta fretta per procurarsi un agente migliore.
Non avrebbe mai immaginato che, tra il pubblico, l'attrice di origine greche Rita Wilson, moglie di Tom Hanks, se ne innamorasse al punto da diventare produttrice del film insieme al marito, nel 2002. La storia, basata sulla vera famiglia della Vardalos e sulla sua esperienza di matrimonio con uno straniero, ha un reggimento di fan in tutto il mondo. "Gli studenti di cinema oggi mi fermano e mi dicono che Il mio grosso grasso matrimonio greco ha ispirato la loro tesi di laurea. C'è chi ha mollato Bergman e Antonioni per scrivere della Vardalos!" racconta l'attrice, divertita, a New York.Il sequel sarà in sala da giovedì 24 marzo, distribuito da Universal Pictures; la star canadese (di discendenza greca) spera che anche questo capitolo entri nella storia del box office. Ma perché aspettare tanto prima di girare il numero 2? "Quando il film è esploso, non riuscivo a crederci" spiega Nia Vardalos. "Non avevo in mano una formula esatta, non ero preparata. Dopo la candidatura all'Oscar per la miglior sceneggiatura, mi hanno subito chiesto di scrivere Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, senza perder tempo.
La verità è che, mentre il successo ci stava travolgendo, il piano personale si guastava. In quel periodo lottavo con tutte le forze per diventare madre e, come ho scritto nel mio libro Instant Mom (diventato un best seller, ndr.), per me e mio marito (l'attore Ian Gomez, ndr.) non è stato un cammino lineare. Abbiamo atteso dieci anni, tra infertilità e maternità surrogata. Eppure nulla. Ma sono bastate quattordici ore di preavviso per incontrare nostra figlia ed ottenere l'affido. Da quel momento c'è stata solo la gioia della maternità, dalle zuppe fatte in casa ai vestiti lavorati a maglia. Indimenticabile, e imbarazzante, il mio primo grande pianto di fronte alla scuola materna".Ora che la paura del distacco è passata, Nia ha trasformato le sue ansie da mamma in una commedia XXL con un altro matrimonio da preparare e festeggiamenti fuori di testa: ne Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 Fotoula Portokalos detta Toula (Vardalos) torna protagonista insieme a Ian Miller (John Corbett), intenti a dedicarsi alla figlia adolescente, Paris (Elena Kampouris), indecisa se restare a Chicago dai suoi o accettare l'ammissione alla New York University. E mentre la coppia cerca di ritagliarsi un po' di intimità, l'invadente clan dei Portokalos - genitori, cugini e amici - stravolge i piani di Toula. Non solo, il matrimonio tra sua madre Maria e il padre Kostas, detto Gus, va in tilt. Lei gli rimprovera di averlo seguito negli Stati Uniti senza che lui la sposasse ed ora è pronta a rifarsi una vita."La mia commedia è raccontata dal punto di vista di una donna" spiega Nia Vardalos. "Questo non significa che la mia scrittura sia necessariamente pro-donne o anti-uomini. Certo, il patriarcato familiare, con tutti i suoi archetipi, mi sta molto a cuore. E le donne, in famiglia e nello showbiz, sono sempre in lotta. Le armi migliori per ottenere la parità sono la trasgressione intelligente, la cultura, il politicamente scorretto". Quando facciamo notare a Nia che la famiglia greca ha parecchie affinità con quella italiana, risponde: "Il segreto de Il mio grosso grasso matrimonio greco credo sia proprio la possibilità, da parte di tutte le famiglie del mondo, di riconoscersi. Dai giapponesi agli italiani, fino al Perù. Il nostro film non parla soltanto alla comunità greca. E' una risata collettiva. La qualità umana che preferisco? Ridere di noi stessi". E sul futuro della saga, la Vardalos non ha dubbi: "La famiglia si evolve; la mentalità di ogni membro cambia con il mutare del tempo. Il personaggio dell'ex *NSYNC Joey Fatone, il cugino Angelo, è un esempio di quanto io stia dicendo: porta in sé non un messaggio di tolleranza - non si tratta di tolleranza - ma di naturale accettazione. Nel film - spoiler - Angelo fa coming out e il suo compagno è accolto dalla famiglia Portokalos con un sorriso, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ecco, se dovessi scrivere un terzo atto, lo intitolerei senz'altro Il mio grosso grasso matrimonio greco gay".
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