Sono in crescita le preoccupazioni di Atene nell’Egeo, dove si sono verificati nuovi sorvoli non autorizzati da parte dei caccia turchi e manovre intimidatorie da parte di due imbarcazioni della Guardia costiera della Turchia, nei pressi di una barca di pattugliamento di Frontex e di un peschereccio greco.
È quanto rivelato, venerdì 22 maggio, dal quotidiano ellenico, Ekathimerini, il quale ha altresì rivelato che un’altra fonte di preoccupazione per Atene è l’annunciata intenzione della Turchia di velocizzare le procedure per avviare le esplorazioni minerarie nelle aree definite dal Memorandum d’intesa siglato lo scorso 27 novembre dal Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e dal presidente del consiglio presidenziale del governo di Tripoli, Fayez al-Sarraj. In virtù di tale accordo, ilquale definiva i confini marittimi tra Libia e Turchia, Ankara potrà iniziare le operazioni di esplorazione energetica a Sud di Creta, dato che secondo la Turchia, l’isola non dispone di piattaforma continentale.
In virtà delle tensioni con la Turchia, rivela il quotidiano, la Grecia ha tentato di rafforzare i propri rapporti con i principali attori coinvolti nella regione. È in tale contesto che si colloca il vertice telefonico avuto dal ministro degli Esteri di Atene, Nikos Dendias, e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, con cui ha discusso della situazione nel Paese nordafricano dove, sottolinea il quotidiano, la NATO vuole adottare un ruolo maggiore per allontanare l’interferenza della Russia, mentre la Turchia mira a espandere la propria influenza nella regione. In aggiunta, in seguito alle dichiarazioni del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, in merito al sostegno dell’Alleanza al Governo di Accordo Nazionale di Tripoli, la Grecia aveva reagito, invitando il segretario generale della NATO a rispettare la posizione comune dell’intera Alleanza che, aveva sottolineato il portavoce del Ministero degli Esteri della Grecia, Alexander Gennimata, non è in linea con quanto dichiarato.
In aggiunta, nella sola giornata di giovedì, la Grecia ha registrato 79 violazioni del proprio spazio aereo. Di queste, quindici sono state ricollegate ai caccia turchi F-16, i quali hanno sorvolato le isole di Limnos, Lesbo, Chio, Patmos e gli isolotti di Panagia, Oinousses, Lipsoi, Arkioi e Agathonissi. In riferimento a tali sorvoli, i quali proseguono nei dintorni delle isole del Dodecaneso dallo scorso 16 gennaio, il ministro degli Affari Esteri della Grecia, Nikos Dendias, aveva accusato la Turchia di violare i diritti sovrani della Grecia, mentre Ankara accusa Atene di non rispettare la clausola sulla demilitarizzazione delle isole del Dodecaneso, sancita dal Trattato di Losanna, firmato il 24 luglio 1923 dalla Turchia e dagli Alleati della Prima guerra mondiale, il quale pose fine al conflitto greco-turco.
Oltre ad aver registrato le violazioni del proprio spazio aereo, nella giornata del 21 maggio Atene ha altresì denunciato manovre intimidatorie che due imbarcazioni della Guardia costiera turca hanno effettuato nei pressi di una nave di Frontex e di un peschereccio greco, in un’area ad Est degli isolotti di Panagia e Oinousses. In risposta, Atene ha inviato due imbarcazioni della propria Guardia costiera, mantenendo sotto osservazione le due imbarcazioni turche fino al loro rientro presso la costa. Al termine delle operazioni, la Guardia costiera ellenica ha pubblicato un video che mostra le pericolose manovre intimidatorie effettuate dalle imbarcazioni turche.
Le tensioni in campo marittimo e aereo sono tuttavia da aggiungersi a quelle terrestri, in crescita da quando la Turchia ha dichiarato, il 28 febbraio, che non avrebbe più trattenuto i migranti all’interno del proprio territorio, come invece sancito da un accordo siglato da UE e Turchia, il 18 marzo 2016, con cui Ankara aveva accettato di bloccare il flusso di rifugiati e migranti verso l’Europa in cambio di miliardi di euro di aiuti. Secondo la Grecia, si è trattato di un “attacco pianificato contro la Grecia e contro l’Europa”.
In tale contesto, il Capo di Stato maggiore della Difesa della Grecia, Konstantios Floros, aveva avvisato il vicecomandante delle Forze della NATO in Europa, il generale Tim Radford, della possibilità dello scoppio di un incidente con la Turchia e, per rispondere al clima di tensione con la Turchia, Atene sta rafforzando le sue collaborazioni in materia di Difesa, anche attraverso acquisti di armamenti. Tali acquisti riguardano sia alleati storici, come la Francia e gli Stati Uniti, sia i principali rivali di Ankara, come Israele, Egitto e Arabia Saudita. In tale quadro si colloca il recente accordo siglato lo scorso 7 maggio con Israele, il quale ha approvato un prestito di due droni ad Atene, che li utilizzerà per sorvegliare i propri confini.
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