Sono delle sculture marmoree greche trafugate a Londra nel 1806 dal conte di Elgin. I pezzi principali del V secolo a.C. provengono dal Partenone di Atene; sono una serie di 19 metope che rappresentano la battaglia dei centauri e delle amazoni, 56 pannelli raffiguranti le feste Panatenee e una serie di statue che narrano il mito di Atena.
L’articolo è della Marta Mandò ed è stato pubblicato da “La Repubblica” l’ormai lontano 21 febbraio 1998, ma espone la storia del grande furto e la richiesta della restituzione dei “marmi di Elgin” in maniera molto chiara è semplice…
“La lotta per la restituzione dei marmi del Partenone è approdata su Internet. E' nata dal basso e un po' in sordina, come spesso accade nel milieu telematico. Un'iniziativa culturale di un gruppo di studenti di una scuola di Creta guidati dal loro insegnante di inglese. "Il nostro scopo è quello di utilizzare la tecnologia di Internet per informare l'opinione pubblica sul perché i marmi, ora al British Museum, debbano tornare in Grecia". La risposta non si è fatta attendere. In poco tempo si è creato una sorta di movimento filo-ellenico che ha rimbalzato email dalla Grecia alla Gran Bretagna e ha aperto siti con molti mirror in tutto il mondo. Tanto che per il "Partenone Day", il 5 dicembre del 1997, sono arrivati al governo britannico ottomila messaggi di posta elettronica.
La più potente tecnologia di comunicazione si è messa dunque al servizio di una lunga vicenda iniziata ai primi dell'Ottocento, durante l'occupazione turca della Grecia. L'ambasciatore inglese Lord Elgin, non pago delle copie dei marmi, ottenne, in virtù di alcuni accordi politici, il permesso dal Sultano di prelevare parti originarie del fregio del Partenone. Per alcuni anni molti pezzi del Partenone tra statue, metope, una cariatide, iscrizioni e pezzi ornamentali furono letteralmente staccati causando danni ai marmi e alla struttura, con lo scopo di "abbellire" la villa di campagna del Lord. Dove, però, non arrivarono mai, perché nel frattempo Elgin era stato imprigionato in Francia. Su una delle navi, insieme alle casse con i marmi, viaggiava allora anche un altro Lord, George Byron, le cui parole per lo scempio - "Ciechi sono gli occhi che non versano lacrime quando guardano, O Grecia così amata, i tuoi sacri oggetti depredati da profane mani inglese" - sono oggi l'effigie dell'home page della protesta. Affiancate da quelle di Melina Mercouri, ministro greco della Cultura, che per molti anni ha guidato la richiesta di restitruzione del Governo Greco: "I marmi sono l'essenza della grecità. Sono il nostro orgoglio e la nostra aspirazione".
La questione della restituzione dei marmi ha una lunga storia e molte firme a suo sostegno nel mondo accademico, politico e culturale che fanno capo al "British Committee for the Restitution of the Parthenon Marbles" nato nel dicembre del 1992. Ma facciamo un passo indietro.
Era il gennaio del 1804 quando le prime 65 casse arrivarono a Londra. Poste in scantinati sporchi e umidi rimasero lì per anni in decadimento. Solo nel 1816 i marmi furono venduti al Governo Britannico e poi collocati in una apposita galleria del British Museum dove tuttora risiedono. Degli originari 115 pannelli dei fregi scolpiti insieme alla costruzione del Partenone (dal 447 al 432 prima di Cristo), oggi ne esistono ancora 94. Di cui 36 ad Atene, 56 al British Musuem e uno al Louvre. Mentre delle 92 metope originali, 39 sono ad Atene e 15 a Londra. Inoltre altre 17 statue, comprese le cariatidi, sono al British Museum.
Era il gennaio del 1804 quando le prime 65 casse arrivarono a Londra. Poste in scantinati sporchi e umidi rimasero lì per anni in decadimento. Solo nel 1816 i marmi furono venduti al Governo Britannico e poi collocati in una apposita galleria del British Museum dove tuttora risiedono. Degli originari 115 pannelli dei fregi scolpiti insieme alla costruzione del Partenone (dal 447 al 432 prima di Cristo), oggi ne esistono ancora 94. Di cui 36 ad Atene, 56 al British Musuem e uno al Louvre. Mentre delle 92 metope originali, 39 sono ad Atene e 15 a Londra. Inoltre altre 17 statue, comprese le cariatidi, sono al British Museum.
Lo scopo dell'iniziativa sorta in Rete è di rimettere insieme queste parti: "Potrebbero anche essere riunite a Londra", scrive via email Ian Swindale, mentore del primo sito web, "ma il nuovo progetto del Museo dell'Acropoli che sorgerà proprio ai piedi del Partenone potrebbe essere un luogo migliore e ideale per ricomporre tutte le parti staccate, ricreando la loro continuità architettonica e storica".”
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