Τρίτη 28 Νοεμβρίου 2017

Interruption

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Un film di Yorgos Zois. Con Alexandros Vardaxoglou, Maria Kallimani, Alexia Kaltsiki, Christos Stergioglou. continua» Titolo originale Interruption. Drammatico, durata 109 min. - Grecia, Francia, Croazia 2015.  
         
Il film è stato selezionato nella sezione Orizzonti della 72. Mostra del Cinema di Venezia.

Giancarlo Zappoli    

"Yorgos Zois innerva innumerevoli aporie a cui spetta allo spettatore cinematografico dare un'eventuale seppur provvisoria soluzione".

Un teatro di Atene ai nostri giorni. In scena si sta rappresentando l'Orestea di Eschilo in un adattamento postmoderno. All'improvviso, in seguito a un breve blackout, un gruppo di giovani in abiti scuri ed armati di pistole sale sul palco invitando chi lo desidera a raggiungerli per prendere il posto degli attori. La recita prosegue ma ora le dinamiche sono profondamente mutate.

Sin dalle sue origini ci si interroga su quale sia la funzione del teatro e la risposta muta di epoca in epoca e di società in società. Con Interruption Yorgos Zois torna a porsi il quesito utilizzando un media diverso, il cinema, ma rifacendosi alla classicità più pura, quella trilogia, denominata "Orestea", con cui nel 458 a.C. Eschilo vinse le Grandi Dionisie. Lo fa con un'idea che sarebbe piaciuta a Pirandello ma che da "Questa sera si recita a soggetto" trae semmai solo lo spunto. Perché in questa rappresentazione a più livelli di lettura, carica di tensione (indebolita solo da un finale che vorrebbe essere significante ma finisce con l'essere fuori misura) il regista greco innerva innumerevoli aporie a cui spetta allo spettatore cinematografico dare un'eventuale seppur provvisoria soluzione.

Quella gabbia trasparente in cui vengono imprigionati gli 'attori' può trasformarsi in segno di un modo di fare teatro che, per quanto di ricerca, ha finito con il ripiegarsi su se stesso senza più produrre senso. Allora la rilettura di un classico può trovare la propria significazione in un gesto di rottura come quello che fa salire sul palco il quotidiano ad agire se stesso cercando di individuare nel proprio vissuto riflessi di azioni che hanno attraversato i millenni. Ma se questo gesto è imposto, quale valore reale potrà conservare? Sarà sufficiente che, a un certo punto, vengano attribuite delle deleghe come possibili (ma di fatto apparenti) libertà di attualizzazione? Che dire poi quando un oggetto si rivela di fatto 'vero' e non (come si sarebbe creduto o, forse, sperato) di scena? Su questa e su innumerevoli altre riflessioni che il film di Zois provoca, una finisce con il risultare dominante. Non a caso si è fatto riferimento in precedenza a uno spettatore cinematografico, perché quelli teatrali di Interruption si rivelano come una massa indistinta pronta ad ubbidire ai comandi impartiti ed incapace di distinguere finzione e realtà, riassorbendo il tutto in applausi privi di qualsiasi motivazione profonda. Il giudizio, in questo caso, è dato ed è inappellabile.


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