Il piccolo ciclone dalle caratteristiche puramente tropicali che stamane ha colpito duramente le coste meridionali della Grecia, per poi raggiungere le coste occidentali dell’isola di Creta, secondo le prime analisi preliminari sul campo del vento nei bassi strati (a 10 metri) avrebbe raggiunto
l’intensità di “Mediterranean Tropical Storm”, divenendo una poderosa tempesta, dotata di venti vorticosi particolarmente forti nell’area in prossimità dell’occhio centrale. In particolare lo scatto del satellite Ascat di questa mattina metteva in evidenza come nell’area circoscritta attorno il piccolo occhio centrale si annidavano tempeste di vento particolarmente intense, con venti medi sostenuti che nell’area poco ad ovest di Creta hanno raggiunto forza di tempesta, con punte di oltre i 90-100 km/h, specialmente sul quadrante occidentale della circolazione ciclonica.
iò spiega anche perché le coste più meridionali del Peloponneso e quelle di Creta nelle scorse ore sono state sferzate da autentiche bufere di vento da NE, con raffiche che nelle fasi più intense hanno oltrepassato la soglia dei 100-110 km/h. La raffica più forte si è registrata proprio sull’isola di Cerigo dove la locale stazione meteorologica dell’aeroporto di Khitira ha segnato un picco di ben 122 km/h da NE durante la mattinata odierna, quando l’occhio della piccola tempesta tropicale mediterranea transitava poco a sud delle coste meridionali del Peloponneso.
Prima della trasformazione in un sistema depressionario di tipo tropicale, nella fase di ibridazione, i flussi convettivi di calore sensibile (aria calda) e latente (aria umida) in ingresso nel vortice ciclonico devono dominare sulle altre correnti, riempendo quest’ultimo di aria calda e molto umida che innesca il processo di “autoalimentazione”, tipico dei cicloni tropicali. Una volta riempitosi di aria calda e molto umida, questa enorme quantità di energia termica incamerata dal piccolo ciclone ha favorito la rapida formazione di enormi sistemi temporaleschi che cominciavano a ruotare attorno al minimo di bassa pressione, ben riconoscibile dal tipico occhio centrale.
Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/10/ciclone-jonico-si-abbatte-in-grecia-sullisola-di-creta-e-stata-una-vera-e-propria-mediterranean-tropical-storm/777351/#8fe2sdViK16rAfsB.99
l’intensità di “Mediterranean Tropical Storm”, divenendo una poderosa tempesta, dotata di venti vorticosi particolarmente forti nell’area in prossimità dell’occhio centrale. In particolare lo scatto del satellite Ascat di questa mattina metteva in evidenza come nell’area circoscritta attorno il piccolo occhio centrale si annidavano tempeste di vento particolarmente intense, con venti medi sostenuti che nell’area poco ad ovest di Creta hanno raggiunto forza di tempesta, con punte di oltre i 90-100 km/h, specialmente sul quadrante occidentale della circolazione ciclonica.
iò spiega anche perché le coste più meridionali del Peloponneso e quelle di Creta nelle scorse ore sono state sferzate da autentiche bufere di vento da NE, con raffiche che nelle fasi più intense hanno oltrepassato la soglia dei 100-110 km/h. La raffica più forte si è registrata proprio sull’isola di Cerigo dove la locale stazione meteorologica dell’aeroporto di Khitira ha segnato un picco di ben 122 km/h da NE durante la mattinata odierna, quando l’occhio della piccola tempesta tropicale mediterranea transitava poco a sud delle coste meridionali del Peloponneso.
Difatti proprio in quel momento l’isola di Cerigo veniva investita dalle tempeste di vento più violente, da NE, che erano presenti lungo il quadrante nord-occidentale della tempesta tropicale. Ma raffiche ben oltre i 90-100 km/h si sono registrate pure sull’isola di Creta, che in giornata ha dovuto fare i conti con forti mareggiate e soprattutto con piogge intense, anche di stampo temporalesco. Poi a contatto con i rilievi dell’isola di Creta, piuttosto elevati, il fortissimo attrito esercitato da quest’ultimi sulla circolazione ciclonica l’ha difatti tagliata dalla base, indebolendola rapidamente, fino a fargli perdere quasi del tutto le caratteristiche tropicali fino ad ora acquisite.
Come abbiamo già spiegato in precedenza, pur in mancanza di uno degli elementi fondamentali per la nascita di una ciclogenesi con caratteristiche pienamente tropicali, come il passaggio nell’alta troposfera di un massimo di velocità del “getto polare” (“Jet Streak”), il sistema depressionario spingendosi sopra il basso Ionio, su acque superficiali decisamente più calde, ma anche più calme rispetto a quelle incontrate davanti le coste della Sicilia orientale, dove le forti burrasche da NE hanno raffreddato notevolmente la superficie marina per “upwelling”, è riuscito con calma a poter completare la “tropical transition”, trasformandosi in una circolazione depressionaria con sistema “barotropico”, con un minimo depressionario profondo, consolidato sia al suolo che in quota nel medesimo punto lungo tutta la verticale (come accade nelle perturbazioni e nei cicloni tropicali).Prima della trasformazione in un sistema depressionario di tipo tropicale, nella fase di ibridazione, i flussi convettivi di calore sensibile (aria calda) e latente (aria umida) in ingresso nel vortice ciclonico devono dominare sulle altre correnti, riempendo quest’ultimo di aria calda e molto umida che innesca il processo di “autoalimentazione”, tipico dei cicloni tropicali. Una volta riempitosi di aria calda e molto umida, questa enorme quantità di energia termica incamerata dal piccolo ciclone ha favorito la rapida formazione di enormi sistemi temporaleschi che cominciavano a ruotare attorno al minimo di bassa pressione, ben riconoscibile dal tipico occhio centrale.
Di conseguenza la convenzione, forzata, è esplosa nel centro del sistema, il “gradiente barico orizzontale” attorno il ciclone si è rafforzato a dismisura, divenendo anche molto fitto, mentre i venti si sono intensificati improvvisamente fino a superare i 100 km/h nelle raffiche. In queste ore vere e proprie bufere di vento da N-NE e NE si sono sviluppate sul quadrante occidentale della depressione tropicale, agevolando la formazione del tipico occhio del ciclone dentro la massa temporalesca, molto ben visibile dalle moviole satellitari.Tutta questa energia potenziale è stata trasformata in energia cinetica che ha prodotto un improvviso scoppio dell’attività convettiva (correnti ascensionali in rotazione vorticosa) attorno il centro della bassa pressione, comportando un notevole approfondimento di quest’ultima a seguito del calore latente sprigionato dalla condensazione del vapore acqueo messo a disposizione dalla calda superficie del mare. In questo caso il ciclone è diventato pienamente autonomo rispetto al contesto sinottico generale, prendendo la sua energia dal calore latente fornito dal mare Ionio.
Notevoli pure gli effetti della piccola tempesta tropicale sul moto ondoso lungo tutto il bacino centro-orientale del mar Mediterraneo. Le forti burrasche e le tempeste che si sono attivate sul lato occidentale del ciclone hanno sollevato onde alte anche più di 4-5 metri , ma con “Run-Up” anche superiori nel tratto ad ovest di Creta, che si dirigeranno verso le coste della Cirenaica, sotto forma di grosse onde lunghe pronte a creare spettacolari mareggiate fino al confine con la costa egiziana.Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/10/ciclone-jonico-si-abbatte-in-grecia-sullisola-di-creta-e-stata-una-vera-e-propria-mediterranean-tropical-storm/777351/#8fe2sdViK16rAfsB.99
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