Uno dei luoghi più affascinanti della Grecia, La Gibilterra ellenica, sorge su un piccolo isolotto roccioso collegato alla terraferma da un ponticello (Monemvasia=unico ingresso) abitato fin dal VI secolo.
Malvasia (nome datole dai veneziani in omaggio al vino che vi si produceva) è costituita da due parti: un borgo su un piccolo terrazzo ai piedi della roccia (città bassa) e il Castello (città alta) sullo spazio piano nella parte superiore.
Monemvasia è uno degli angoli più idilliaci e sorprendenti del Peloponneso: questo piccolo borgo medioevale è stato costruito ai piedi di un immenso promontorio roccioso, collegato alla terraferma da una stretta strada artificiale.
Dominato dal castello (kastro), il borgo presenta edifici costruiti interamente in pietra, stretti vicoli acciottolati animati da gatti e da splendide mura che raccontano la storia, divisi tra loro da porte e da oleandri che spuntano tra le case.
Malvasìa (in greco Μονεμβασία - Monemvasía o Monembasía; in italiano anche Napoli di Malvasia) è un comune della Grecia situato nella periferia del Peloponneso (unità periferica della Laconia) con 21.898 abitanti secondo i dati del censimento 2001.
A seguito della riforma amministrativa detta programma Callicrate in vigore dal gennaio 2011 che ha abolito le prefetture e accorpato numerosi comuni, attestando la superficie del comune a 949 km², mentre la popolazione è passata da 4.660 a 21.898 abitanti.
Il nome greco Μονεμβασία ("un solo accesso") deriva dalla esistenza di una unica porta d'entrata alla città fortificata (moni emvasis).
L'antico nome, Minoia, indica la presenza di un antico insediamento minoico (il nome del vicino centro di Epidauros Limera, invece, indica la presenza di un nucleo miceneo).
Malvasia fece il suo ingresso nella storia solo nel VI secolo al momento della grandi migrazioni slave, quando molti profughi greci iniziarono a cercarvi rifugio.
In breve tempo vi fu costruito un importante porto commerciale e militare, che riuscì a difendere la città durante l'attacco dei Normanni del 1149.
La città è famosa per aver dato i natali a Macario Melisurgo, un avventuriero bizantino spregiudicato e geniale, che viaggiò in Italia e vi diffuse le "Memorie" di Giorgio Sfranze e quelle dello "Pseudo-Sfranze". Nel 1821, durante le primissime fasi della guerra di indipendenza, Malvasia fu liberata dai greci. Il suo nome, deformato, si ritrova nel vino Malvasia, che veniva prodotto nella zona e dal porto veniva esportato in tutta Europa.
TRAMONTO SUL MARE
Piccola casa di pescatori sulla strada. Alla finestra
una tendina di cretonne a fiorami. I vasi di gerani
li avevano fuori, contro il muro. Dalla porta semiaperta
si vedevano le sedie, il tavolo, la lampada, la madia,
il crocifisso ricamato, i panieri, la brocca, il letto matrimoniale,
le stuoie di stracci multicolori. Sul divano, la donna grassa,
pesante, sudata, immobile, con gli occhi chiusi,
arrotolava un gomitolo – un grande gomitolo nero di lana –
un gesto cieco, secolare, indipendente. E fuori
c’era il mare, il tramonto dorato, molte rondini.
Yiannis Ritsos
Piccola casa di pescatori sulla strada. Alla finestra
una tendina di cretonne a fiorami. I vasi di gerani
li avevano fuori, contro il muro. Dalla porta semiaperta
si vedevano le sedie, il tavolo, la lampada, la madia,
il crocifisso ricamato, i panieri, la brocca, il letto matrimoniale,
le stuoie di stracci multicolori. Sul divano, la donna grassa,
pesante, sudata, immobile, con gli occhi chiusi,
arrotolava un gomitolo – un grande gomitolo nero di lana –
un gesto cieco, secolare, indipendente. E fuori
c’era il mare, il tramonto dorato, molte rondini.
Yiannis Ritsos
Yiannis Ritsos nasce a Monemvasia il 1º maggio 1909, è stato un poeta greco.
Considerato come uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo,
Superato il portone d’ingresso della rocca, una piccola scalinata conduce a una terrazza, dove, sferzato dal vento si eleva il busto del poeta a scrutare l’orizzonte, tra il cielo, le acque, e l’infinito dei suoi versi.
Yiannis Ritsos fu un poeta rivoluzionario, lo fu per tutta la vita..
Partigiano, prigioniero in un campo di concentramento, conobbe Mikis Theodorakis e mise le parole del gran compositore in musica.
Con intensa passione ha descritto il suo essere greco, i suoi ideali di libertà e di giustizia; con forza e ardore ha scritto poesie raffinate sull’amore e l’eros.
Oggi il poeta riposa a Monemvasìa li dov'è nato, scarmigliato dal vento perenne e dagli sbuffi salmastri.
Le strane tracce di un umile bivacco, poche briciole di pane, due mozziconi di sigaretta, una deformata lattina, attestano che qualcuno (amico, adepto, discepolo) là si sofferma o, forse, soggiorna. Il tempo ritorna. La fune dell’acrobata non si è mai spezzata.
Considerato come uno dei più grandi poeti greci del ventesimo secolo,
Superato il portone d’ingresso della rocca, una piccola scalinata conduce a una terrazza, dove, sferzato dal vento si eleva il busto del poeta a scrutare l’orizzonte, tra il cielo, le acque, e l’infinito dei suoi versi.
Yiannis Ritsos fu un poeta rivoluzionario, lo fu per tutta la vita..
Partigiano, prigioniero in un campo di concentramento, conobbe Mikis Theodorakis e mise le parole del gran compositore in musica.
Con intensa passione ha descritto il suo essere greco, i suoi ideali di libertà e di giustizia; con forza e ardore ha scritto poesie raffinate sull’amore e l’eros.
Oggi il poeta riposa a Monemvasìa li dov'è nato, scarmigliato dal vento perenne e dagli sbuffi salmastri.
Le strane tracce di un umile bivacco, poche briciole di pane, due mozziconi di sigaretta, una deformata lattina, attestano che qualcuno (amico, adepto, discepolo) là si sofferma o, forse, soggiorna. Il tempo ritorna. La fune dell’acrobata non si è mai spezzata.
MIO BLU
Mio blu – dicevi –
mio blu.
Lo sono.
E anche più del cielo.
Ovunque tu sia
io ti circondo.
– Yiannis Ritsos
Mio blu – dicevi –
mio blu.
Lo sono.
E anche più del cielo.
Ovunque tu sia
io ti circondo.
– Yiannis Ritsos
L'ALTRA SOLITUDINE
Esistono molte solitudini intersecate – dice – sopra e sotto
ed altre in mezzo;
diverse o simili, ineluttabili, imposte
o come scelte, come libere – intersecate sempre.
Ma nel profondo, in centro, esiste l’unica solitudine – dice;
una città sorda, quasi sferica, senza alcuna
insegna luminosa colorata, senza negozi, motociclette,
con una luce bianca, vuota, caliginosa, interrotta
da bagliori di segnali sconosciuti.
In questa città
da anni dimorano i poeti.
Camminano senza far rumore, con le mani conserte,
ricordano vagamente fatti dimenticati, parole, paesaggi,
questi consolatori del mondo, i sempre sconsolati, braccati
dai cani, dagli uomini, dalle tarme, dai topi, dalle stelle,
inseguiti dalle loro stesse parole, dette o non dette.
Yannis Ritsos, Monemvasia
Note
- ^ Cfr. il lemma Malvasia sull'Enciclopedia della Geografia, p. 743, De Agostini, Novara, 1996.
- ^ Cfr. il lemma Malvasia in Nuova Enciclopedia Universale Rizzoli-Larousse, vol XII, pp. 342-343, Milano, 1994.
- ^ Cfr. il lemma Malvasìa su Sapere.it
- ^ Giuseppe Caraci, Udalrigo Ceci, MALVASIA, Enciclopedia Italiana vol. XXII (1934), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
- ^ Popolazione comuni greci, su statoids.com. URL consultato il 9 marzo 2011.
- ^ Programma Callicrate (PDF), su ypes.gr. URL consultato il 2 marzo 2011.
- ^ Censimento 2001 (XLS), su ypes.gr. URL consultato il 2 marzo 2011.
Fonti:
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