La banca americana è stata sospesa per tre mesi da Parigi per un episodio ancora dubbio di 5 anni fa, all'epoca della crisi della Grecia.
Agence France Tresor ha comunicato in settimana di avere sospeso Morgan Stanley per un periodo minimo di tre mesi dalla sua qualità di specialista dei bond sovrani francesi, a decorrere dalla giornata di martedì scorso 4 agosto. Dunque, per almeno un trimestre la banca americana perderà il suo status di “primary dealer” del debito sovrano transalpino, un duro colpo non tanto per i suoi guadagni, quanto per il prestigio che tale ruolo generalmente assegna agli istituti. La decisione arriva dopo che l’Autorité des Marchés Financiers aveva comminato alla fine del 2019 una sanzione da 20 milioni di euro alla banca, in relazione a un episodio risalente al 16 giugno 2015.
Erano le settimane roventi dello scontro tra Grecia e Commissione europea sui conti pubblici, con il rischio della prima di uscire dall’euro valutato altissimo dai mercati. Nel corso di quella specifica seduta, si registrarono grossi ordinativi di vendita dei bond francesi, tant’è che le transazioni furono sospese per 4 minuti e la liquidità crollo per almeno un’ora. Parigi ritiene che Morgan Stanley abbia scommesso sui prezzi dei bond francesi per capitalizzare dalla crisi ellenica in corso, truccandoli. L’istituto ha già comunicato di avere fatto ricorso contro la sanzione.
Gli specialisti del debito pubblico sono istituti, che in base agli accordi contratti con il Tesoro s’impegnano a partecipare alle aste e ad acquistare almeno una percentuale minima di titoli di stato, nonché di fornire liquidità sui mercati secondari. Per svolgere questo lavoro ricevono chiaramente le commissioni, la cui entità, tuttavia, non è significativa per i bilanci di queste banche. Ad esempio, quest’anno la Francia ha immesso sul mercato debito tramite collocamento sindacato per 15 miliardi, pagando agli istituti partecipanti alle operazioni 30 milioni, lo 0,2%.
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