Vacanze in Grecia vietate agli italiani: un annuncio minaccioso che si è rivelato una bolla di sapone, e non solo perché il Governo ellenico ci ha ripensato e ha allargato le iniziali maglie delle restrizioni, ma molto più semplicemente perché forse le misure adottate sono state fraintese, non si capisce quanto volutamente.
Chi vuole andare in Grecia, oggi
Ma quale è la situazione attuale? Chiariamo anzitutto che da tutto il mondo, italia compresa, si può viaggiare verso la Grecia, in ossequio alle norme dettate dall’EASA, l’agenzia dell’UE per la sicurezza aera. Fino al prossimo lunedì 15 giugno chiunque (italiani compresi) arriva in Grecia deve stare 7 giorni in quarantena se negativo, 14 se positivo. Dal 15 al 30 giugno solo i passeggerei provenienti da alcuni aereporti dei 9 paesi più colpiti verranno sottoposti a test e quarantena. Tra questi 9 paesi c’è anche l’Italia. Chi però vola da un aeroporto olandese, per esempio, non verrà sottoposto ad alcun test, amenochè non rientri nel campione scelto a caso per le doverose verifiche. Dal 1° luglio, infine, test a campione e niente quarantena per tutti i passeggeri- italiani compresi – che sbarcano in Grecia, anche via mare. Chi ha ancora dei dubbi può comunque consultare il portale dell’Ente Ellenico per il turismo in Italia.
Dunque una tempesta in un bicchier d’acqua? Ne abbiamo parlato con Francesco De Palo, giornalista ed attento analista della realtà socioeconomica ellenica, collaboratore di più testate italiane e direttore di Mondogreco.net.
L’intervista
La Grecia vuole ripartire nel turismo aprendo ai turisti stranieri ma con restrizioni verso alcuni paesi, tra cui anche l’Italia: perché? Solo perchè l’Italia è stata particolarmente toccata dalla pandemia o c’è una guerra sotterranea?
«La Grecia ha deciso di aprire il prossimo 15 giugno ai voli provenienti da 29 paesi. L’Italia, come la Spagna, gli Usa, l’Inghilterra e la Francia, è “rimandata” al primo luglio, quando verrà effettuata una ulteriore valutazione sui dati epidemiologici. Se non ci saranno peggioramenti, saremo ammessi. Non credo ci sia alcuna guerra sotterranea, solo l’oggettiva esigenza del governo ellenico di far coesistere prevenzione con il tentativo di ripresa commerciale. Tra l’altro Atene si è distinta per una gestione oculata della pandemia, come dimostra il basso numero di contagi, anche in virtù di una buona organizzazione logistica: sms e non autocertificazioni per gli spostamenti, chiusure preventive ragionate, dialogo con le regioni, un solo speaker che parlava alla nazione ogni sera.
«Vivo la Grecia da “pendolare” più di 20 anni, ho sposato una italogreca, parlo il greco da autododidatta, ho lì i miei affetti più cari compreso un suocero che fa invidia a Zorbas, ho scritto un libro sulla Grecia che la Farnesina ha tradotto in greco, le mie figlie hanno nomi ellenici e vi ho trascorso tutti i momenti più significativi della mia vita. Le frasi oscene sulla crisi greca e sulla vendetta contro la Grecia che sto leggendo in Italia mi fanno orrore.
«Da filellina mi è spiaciuto non poco il caso che sta montando: penso però che, più che una rivalsa contro la Grecia, sia figlio dello stato comatoso in cui società e politica italiana versano. E’ pura incoscienza aizzare le masse anche con l’uso scriteriato dei social. Una deriva sciatta e pericolosa che andrebbe corretta. Come non dare ragione a Umberto Eco sul popolo social?»
“Una scelta che va letta”
Quali sono le strategie greche per presentarsi come un paese Covid free? Quale ritorno economico la Grecia spera di ottenere e quale turismo spera di intercettare, sia come tipologia economica che come localizzazione geografica?
«In Grecia ci sono stati circa 3000 contagi con intere province che sono ancora Covid free, al pari delle isole che verosimilmente saranno le mete più ambite. Occorre ricordare a chi non lo sa, che se la Grecia rinuncia al momento ad una fetta di turisti inglesi, italiani, francesi e americani lo fa pagando un prezzo elevato, viste le quote di mercato che essi rappresentano. Ma è una scelta che va letta nel suo complesso, perché è stata fatta solo per la seconda metà di giugno. Quanti vacanzieri in media scelgono giugno per fare turismo? Senza dubbio di meno rispetto a luglio e agosto che rimangono i mesi clou. Mi auguro che ci si approcci alle problematiche e alle notizie con meno adrenalina e con più spirito analitico, altrimenti lo scenario che si sta già verificando in Italia è quello di una crisi nevrotica imperante che guida occhi e braccia.»
Funzioneranno i corridoi bilaterali?
«Non credo, dal momento che è una misura non comunitaria nel suo dna. Perché l’Europa non ha ragionato con un unico protocollo e con un dialogo tra tutti gli Stati Membri? Per il semplice motivo che è ancora un agglomerato di singoli interessi nazionali che vanno ognuno per la propria strada, al netto dei passi in avanti che sono stati fatti circa le misure economiche emergenziali. Oltre che di resort e spiagge vogliamo parlare della concorrenza tra Italia e Francia in Libia, o di quella energetica a Cipro e in Grecia? E le politiche disinvolte della Turchia davvero non spiacciono a Nato e Ue? L’impianto ideale europeo attraversa il suo punto maggiormente critico, forse ancora più grave della crisi finanziaria dell’euro post crack di Goldman che interessò la Grecia. Affrontarlo con pannicelli caldi ne ritarderà solo la definitiva soluzione.»
“Il Covid non ha ancora scosso abbastanza le coscienze”
Il governo greco sembra aver fatto una scelta di rigidezza e parziale chiusura verso alcuni paesi. Ma gli operatori turistici come la pensano?
«Il governo greco ha fin qui utilizzato un metro di prudenza, visto e considerato che non sarebbe nelle condizioni di affrontare una eventuale emergenza sanitaria come è accaduto all’Italia, anche in Grecia sta maturando tale consapevolezza. Proprio per questa elementare ragione chi oggi soffia sul fuoco delle polemiche dovrebbe essere smorzato dai fatti. Ma non sono ottimista, perché l’Italia da almeno due decenni ha abbandonato colposamente il suo ruolo di soggetto culturale nel Mediterraneo per trasformarsi in un campo di battaglia permanente, dove il piglio da Guelfi e Ghibellini prevale su ragioni e analisi, basti pensare che La Repubblica di Platone, la “Bibbia” di chi si dice cittadino attivo, è letteralmente ignorata.
«Il Covid non ha ancora scosso abbastanza le coscienze, vedo troppa approssimazione nei confronti di un cambiamento epocale che si sta abbattendo su ciò che abbiamo di più prezioso come le relazioni e gli interscambi. Si parla di libertà, di mascherine alzate o abbassate, ma non sento parole su come ridisegnare l’ossatura di un Paese debole, pachidermico e guidato dall’ingiustizia sociale. Non sento proposte di visione, che armonizzino l’Europa e la rendano comunità. Non sento spunti per programmare vite e professioni che stanno cambiando, ma solo commi e altre leggi, come se non ve ne fossero abbastanza. Ha ragione Giorgio Armani quando invoca una ricalibratura di esistenze e consumi».
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