La "fatwa" del Sacro Sinodo: "Incompatibile con la fede cristiana. Non è una forma di esercizio ma una parte integrante della religione indù".
ATENE - Volete andare in Paradiso? Meglio allora che smettiate di praticare lo yoga. Perché la posizione della lepre, il Vikrasana (quella dell'albero) e Nadi varie sono "incompatibili con la fede cristiana". Come un peccato, un'eresia e una bestemmia. Parola del Sacro Sinodo della Chiesa Ortodossa di Grecia, che ha rovinato la Giornata mondiale della disciplina indiana lanciandosi in una fatwa senza appello: "Lo yoga - ha sentenziato dopo lunga discussione il massimo organo decisionale della confessione - non è assolutamente una forma di esercizio" bensì "una parte integrante della religione indù". E come tale "non può aver alcuno spazio nella vita di un cristiano".
Una sorpresa? Non tanto. La parola yoga, dice letteralmente la presentazione dell'Onu redatta per la celebrazione di oggi, "indica un'antica disciplina fisica, mentale e spirituale e deriva da un termine sanscrito che significa unire, fondere e simbolizza l'armonia tra corpo e coscienza". In apparenza non c'è niente che entri in rotta di collisione con la cristianità. Non fosse che per i Santi Padri l'ortodossia (la corretta fede) coincide con l'ortoprassia (il rispetto dei suoi riti) e che le uniche pratiche spirituali ammesse sono il digiuno, il ricordo dei morti, il pentimento, le preghiere e poco più. Ergo: fare yoga è peccato.
Chi lo pratica con spirito laico, senza per forza aderire al pantheon induista, deve mettersi il cuore in pace. La scomunica ortodossa ha radici antiche.
"L'uomo accecato dalla maestosità immaginaria di quello che vede con queste forme di contemplazione ha già iniziato il suo cammino di auto-distruzione", ha sentenziato senza appello decenni fa l'archimandrita Sofronio, una delle più alte autorità spirituali passate da Monte Athos. La serenità mentale e l'equilibrio raggiunti grazie allo yoga aiutano a prevenire malattie anche mortali. Ma poco importa: "Nello stesso tempo ci fanno scambiare un miraggio per un'oasi genuina, distraendoci nel nostro cammino verso la vita eterna", parola di Sofronio. Il Santo Sinodo ortodosso, naturalmente, non ha voluto affondare il colpo: "Rispettiamo le altre fedi e la loro libertà di espressione - ha scritto nella sua nota - ma dobbiamo lavorare per scongiurare un pericoloso clima di sincretismo religioso". Pregare Dio a mani giunte si può. L'importante è ricordarsi di non sollevarle sopra la testa. Si rischierebbe di finire senza volerlo nell'area a rischio scomunica della posizione del loto.
https://www.repubblica.it/esteri/2015/06/21/news/grecia_chiesa_ortodossa_yoga-117361961/
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