L’ambasciatore turco in Grecia, Burak Ozugergin, ha confermato l’intenzione del proprio Paese di portare avanti i piani di esplorazione energetica all’interno della piattaforma continentale greca.
È quanto rivelato, domenica 21 giugno, dal quotidiano ellenico, Ekathimerini, il quale ha altresì aggiunto che l’ambasciatore turco ritiene che Ankara sia disposta ad avviare un dialogo con Atene, soprattutto perché per la Turchia che un eventuale accordo sulla delimitazione dei confini marittimi con la Grecia sarebbe “giusto, equo e pacifico”.
Nel corso dell’intervista con Ekathimerini, Ozugergin ha altresì rilasciato dichiarazioni sulle tensioni tra Turchia e Cipro, accusando Nicosia di aver tentato di decidere unilateralmente i propri confini nella regione del Mediterraneo orientale, violando i diritti della Turchia e dei turco-ciprioti.
Da parte sua, ha aggiunto l’autore, la Turchia ha sempre agito nel rispetto dei principi base del diritto internazionale.
Nella stessa giornata, il ministro per le Politiche Ambientali ed Energetiche della Grecia, Kostis Hatzidakis, ha rilasciato dichiarazioni simili a quelle del diplomatico turco, confermato la diponibilità di Atene a negoziare con la Turchia un accordo sulla delimitazione dei confini marittimi. Nello specifico, Hatidakis ha dichiarato che se da parte di Ankara vi è tale intenzione, la Grecia sarà pronta a discuterne per raggiungere un accordo simile a quello siglato con l’Italia lo scorso 9 giugno. Tuttavia, ha aggiunto il ministro greco, se la Turchia non intende discuterne, il governo di Atene ha già chiarito la propria posizione sia per quanto riguarda il confine terrestre, presso la regione di Evros, sia in riferimento ai confini marittimi, grazie al progetto del gasdotto EastMed. In nessun caso, ha spiegato il ministro, il governo sarà disposto a lasciare il proprio Paese indifeso.
Tali parole, sottolinea Ekathimerini, indicano uno spiraglio di de-escalation delle tensioni tra Grecia e Turchia, dopo che lo scorso venerdì, 19 giugno, il capo di Stato maggiore della Difesa della Grecia, il generale Konstantinos Floros, aveva dichiarato che anche solo un piccolo incidente nel Mar Egeo avrebbe provocato un conflitto tra i due Paesi.
Le relazioni tra Grecia e Turchia risultano compromesse per via di molteplici fattori. Principalmente, ad aver incrinato i rapporti tra Ankara e Atene concorrono le dispute in materia di diritti minerari nel Mar Egeo, all’interno delle quali si inseriscono i sorvoli non autorizzati dei caccia turchi nello spazio aereo della Grecia e la controversia sulle trivellazioni condotte dalla Turchia a largo delle coste di Cipro, ricche di gas naturale. I rapporti si sono ulteriormente incrinati quando, lo scorso 30 maggio, Ankara, in virtù di del Memorandum siglato con la Libia, aveva pubblicato in Gazzetta ufficiale i 24 blocchi per cui la compagnia petrolifera di Stato turca, la TPAO, aveva richiesto la licenza per avviare le esplorazioni energetiche. Insieme al disegno delle aree di competenza, in Gazzetta è stata inserita anche la richiesta da parte ella TPAO di condurre esplorazioni in tutti i blocchi occidentali della mappa, i quali si trovano nei pressi delle isole della Grecia. La pubblicazione dei blocchi in Gazzetta ufficiale confermava le intenzioni della Turchia di portare avanti l’implementazione dell’accordo siglato lo scorso 27 novembre con la Libia, nonostante le Nazioni Unite non abbiano ancora approvato i confini marittimi decisi dai due Paesi.
In risposta, Atene aveva dichiarato di ritenere evidenti le intenzioni di Ankara di sfidare la propria sovranità territoriale della Grecia nelle acque delle proprie isole, mentre la Turchia aveva ribadito che le aree per cui la compagnia petrolifera di Stato di Ankara ha richiesto la licenza di esplorazione fanno parte della piattaforma continentale turca definita dalle Nazioni Unite.
Per rispondere al clima di tensione con la Turchia, Atene sta rafforzando i rapporti e le collaborazioni in materia di Difesa, anche attraverso acquisti di armamenti, sia con alleati storici, come la Francia e gli Stati Uniti, sia con i principali rivali di Ankara, come Israele, Egitto e Arabia Saudita. In tale contesto si colloca il recente accordo siglato lo scorso 7 maggio con Israele, il quale ha approvato un prestito di due droni ad Atene, che li utilizzerà per sorvegliare i propri confini.
di Redazione
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