Chi scrive e uno che ci siamo trovati a combatere per lunita Ditalia diverse volte. Se per cosa certa che voi fate gli arolamenti per la Gregia io sono disposto di venire ancora una volta con voi mentre col Bon vostro Defunto padre o fatto 7 Campagni cioè 48.49.59.60.61.66.67.
Giovanni Genghini”.
Scrivendo come può, è un veterano dei garibaldini a offrirsi volontario per l’ennesima impresa. A mezzo secolo dalla prima guerra d’indipendenza e dei giorni gloriosi della Repubblica romana e dopo sette campagne combattute agli ordini dell’Eroe dei Due Mondi, il riminese Giovanni Genghini è ancora pronto a imbracciare le armi per una causa di libertà. Ma quale?
Giuseppe Garibaldi muore nel 1882. Ma nel 1897 Ricciotti, uno dei suoi figli, arruola volontari per andare a combattere per l’indipendenza greca dai Turchi, come già hanno fatto in tanti e da tutta Europa per tutto l’800. E di nuovo accorrono, per il nome di Garibaldi, per la camicia rossa, per i tanti compagni che si ritrovano.
I garibaldini romagnoli vengono inquadrati nella Legione “Amilcare Cipriani”, patriota e anarchico, nato a Porto d’Anzio ma riminese a tutti gli effetti, mito vivente per tutti i rivoluzionari del continente. Intitolazione non solo simbolica: alla bella età di 54 anni, Cipriani è lì a combattere in prima fila. Durante la campagna greca resterà ferito e poi, al suo rientro in Italia, incarcerato per tre anni: in quanto “foreign fighter”, si direbbe oggi.
Lo scontro avverrà nella battaglia di Domokos, combattuta il 17 maggio 1897 in Tessaglia, nella Grecia centrale, fra l’armata greca guidata dal Principe Costantino e l’esercito ottomano del generale Edhem Pascià. E sarà quest’ultimo a vincere.
Per coprire la ritirata dei Greci, i garibaldini combattono tenacemente. Il diciassettenne di Sant’Agata Bolognese Massimiliano Trombelli viene ferito e morirà dopo pochi giorni a Calcide.
E cade, a 49 anni, Antonio Fratti, forlivese e deputato in carica; aveva lasciato la famiglia, la patria e un seggio in parlamento, per andare anche lui a morire per l’idea di libertà.
Giovanni Pascoli nel 1906 gli dedicherà l’ode Ad Antonio Fratti. Una strofa recita:
Chè se uno squillo si senta
passar su Romagna la forte;
tutti d’un cuore s’avventano
tumultuando alla morte.
passar su Romagna la forte;
tutti d’un cuore s’avventano
tumultuando alla morte.
(Nell’immagine di apertura, un gruppo di reduci romagnoli della legione garibaldina “Amilcare Cipriani”)
https://www.chiamamicitta.it/5-marzo-1897-garibaldini-riminesi-vogliono-combattere-la-grecia/?fbclid=IwAR1mzVgD9h3t-2ajzmUFNoZUXpAx2ixoUScMgfilNrJKhxD4XOt9NOBwyB4
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