Dall’1 gennaio al 31 ottobre 2019 la Bulgaria ha arrestato 206 migranti al confine con la Turchia e 184 al confine con la Grecia.
A renderlo noto è il Ministero dell’Interno bulgaro, ripreso dall’agenzia di stampa del Paese, BTA, la quale ha altresì rivelato che la maggior parte dei migranti proviene dall’Afghanistan, dall’Iraq, dall’Iran, dal Pakistan e dalla Siria.
Secondo i dati presentati dal Ministero, inoltre, nello stesso lasso di tempo la polizia frontaliera ha impedito l’ingresso nel Paese a 2.122 migranti al confine con la Turchia e 3.795 al confine con la Grecia.
In virtù di tali dati, il Ministero dell’Interno ha ammesso di aver lanciato una missione speciale della polizia finalizzata al contrasto dell’immigrazione clandestina, ma che tale operazione non giunge in risposta agli ultimi sviluppi in Siria. Al contrario, il Ministero ha rivelato che le politiche in materia di immigrazione sono rimaste invariate in Bulgaria, anche circoscrivendo l’area al confine con la Turchia, maggiormente interessata dal fenomeno.
Riguardo tale area, secondo quanto rivelato dall’agenzia di stampa bulgara, sono aumentati gli ufficiali in servizio presso Malko Turnovo, a Sud-Est del Paese, a circa 5 chilometri di distanza dal confine con la Turchia, dove sono inoltre giunti più mezzi. Tale misura riflette la gravità del fenomeno in tale area, la quale è teatro del maggior numero di arrivi. Nella provincia di Haskovo, inoltre, presso la dogana di Kapitan Andreevo, anch’essa nei pressi del confine con la Turchia, le autorità bulgare collaborano con gli omologhi greci e turchi per realizzare continuamente pattugliamenti e operazioni di sorveglianza.
Presso i confini tra Bulgaria e Turchia, inoltre, è presente un sistema integrato di sorveglianza, la cui portata è stata ampliata nel 2019. In tale porzione di territorio, inoltre, risultano impiegati anche sistemi stazionari e portatili di controllo, oltre che sistemi di sicurezza perimetrale.
Nelle intenzioni del governo bulgaro rientra anche un piano di reazione con forze proprie alle emergenze causate dall’incremento degli arrivi dei migranti al confine tra la Bulgaria e la Turchia.
Per la protezione delle proprie frontiere meridionali, con la Grecia e con la Turchia, la Bulgaria impiega anche il corpo specializzato nel pattugliamento aereo. In particolare, la squadra elicotteri della polizia frontaliera realizza frequentemente missioni di sorveglianza dei confini. Tra le principali dotazioni di tale corpo vi sono le telecamere a visione termica, i sistemi di sorveglianza portatili e i dispositivi per la visione notturna. Solo a partire dalla fine del 2018, inoltre, il corpo è stato equipaggiato di droni e, a partire dalla metà del 2019, gli agenti coinvolti hanno adottato nuovi sistemi portatili di sorveglianza dei perimetri, soprattutto nei punti più a rischio dei confini estremi dell’UE. Stando a quanto rivelato dal Ministero dell’Interno della Bulgaria, inoltre, la polizia frontaliera è stata dotata di nuovi veicoli.
Secondo le stime dell’IOM, dall’1 gennaio al 5 novembre 2019 i migranti che hanno raggiunto l’Europa sono stati 103.489, di cui 84.503 via mare. Il numero di morti e dispersi ammonta invece a 1.090, di cui 695 nella rotta del Mediterraneo Centrale, la quale vede la Libia tra i principali porti di partenza, 324 nella rotta occidentale, la quale coinvolge Marocco e Algeria, e 71 nella rotta orientale, il cui principale porto di partenza è la Turchia.
I Paesi europei maggiormente colpiti dal fenomeno migratorio sono la Grecia, la Spagna, Cipro, l’Italia e Malta. In particolare, dall’1 gennaio al 5 novembre 2019, sono giunti 55.524 migranti in Grecia, 27.300 in Spagna, 9.944 in Italia, 5.737 a Cipro e 3.173 a Malta.
Per quanto riguarda la Bulgaria, invece, secondo i dati dell’IOM e delle autorità nazionali di Sofia, dall’1 gennaio al 5 novembre 2019, nel Paese sono arrivati complessivamente 1.811 migranti, ovvero 279 in meno dello scorso anno.
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di Redazione
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