Δευτέρα 25 Νοεμβρίου 2019

Migranti, la Grecia ha perso la pazienza: la mossa di Atene

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La Grecia cambia registro sui migranti.
Per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza nazionale, il governo guidato da Kyriakos Mitsotakis ha annunciato un provvedimento con il quale intende chiudere i campi profughi situati sulle isole per sostituirli con apposite strutture chiuse. Il provvedimento è stato subito attaccato dagli attivisti, che hanno definito “illegali” i futuri centri di detenzione. Il viceministro greco della Difesa, Alkiviadis Stefanis, ha spiegato che l’obiettivo dell’esecutivo è “decongestionare le isole”, un’azione che diventa la “priorità assoluta”. Ma la Grecia ha messo nel mirino anche le ong che lavorano con i migranti. Stefanis è stato chiarissimo: “Solo quelle che rispetteranno alcuni parametri potranno continuare a lavorare nel nostro Paese”. Ma cosa succederà concretamente? In poche parole, le persone stanziate nei campi sovraffollati presenti sulle isole di Samo, Chio e Lesbo, circa 27mila, saranno trasferite in vari complessi, sempre sulle isole, ognuno dei quali capace di contenere almeno 5mila persone. Qui ogni singolo migrante sarà identificato e potrà conoscere il proprio futuro.

La mossa della Grecia

La situazione è molto delicata perché, come fa notare il Guardian, negli ultimi mesi le isole greche sono state travolte dal flusso di migranti proveniente dalle coste turche. I numeri sono inequivocabili: dall’inizio dell’anno in Grecia sono sbarcati più o meno 49mila migranti, una cifra più alta di quella relativa al 2017 e 2018. La soluzione di Atene per far fronte all’emergenza è quella di aprire centri chiusi sulle stesse isole nei quali trattenere i migranti in attesa che la loro richiesta di protezione venga analizzata dalle amministrazioni locali. Una volta ottenuta la risposta, la Grecia provvederebbe a trasferire sulla terraferma i migranti che riceveranno la risposta positiva e riportare in Turchia tutti gli altri. Sulla carta il piano del governo greco regge e sembra pure efficace.

La pazienza di Atene ha raggiunto il limite

Il problema è che il diritto internazionale vieta di detenere un richiedente asilo per un periodo troppo lungo senza essere sottoposto ad alcun processo. Ma è anche vero che la Grecia deve fare i conti con almeno tre problemi. Il primo è che i campi a cielo aperto presenti sulle isole sono al collasso, hanno risorse limitate e viverci è diventato un inferno. Il secondo è un nodo prettamente burocratico: le autorità greche impiegano troppo tempo (anni) per esaminare le varie richieste di protezione presentate dai migranti. E, in attesa di una risposta, il numero di pratiche da smaltire aumenta a dismisura. Il terzo problema è collegato al secondo: se Atene chiedesse una riduzione dei tempi c’è il rischio che i tribunali possano accogliere o respingere le stesse richieste senza fare i dovuti accertamenti, con l’eventualità di respingere chi non dovrebbe essere respinto e accogliere chi non dovrebbe essere accolto. Nel frattempo la pazienza del primo ministro greco Mitsotakis ha raggiunto il limite, e lo ha fatto capire rilasciando un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt: “L’Europa considera i Paesi di arrivo come la Grecia come un comodo parcheggio per rifugiati e migranti. È questa la solidarietà europea? Non lo accetterò più”.
https://it.insideover.com/migrazioni/migranti-la-grecia-ha-perso-la-pazienza-la-mossa-di-atene.html

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