Παρασκευή 9 Ιουνίου 2017

La tragedia greca torna a Gela con Dionysus


Gela – Il mito torna nella sua terra natale. I personaggi dei tragediografi greci volteggeranno ancora nella culla della loro terra e avranno come cornice le mura Timoleontee di Caposoprano. Il sito archeologico ospiterà il prossimo venerdì 14 luglio, alle 19.30, la tragedia greca “Dionysus, il dio nato due volte”, tratta da Le Baccanti di Euripide. Si tratta dell’unica data in Sicilia. 

La regia è di Daniele Salvo, che finora ha diretto quattro tragedie per l’Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) di Siracusa, con attori della caratura di Giorgio Albertazzi, Ugo Pagliai, Paola Gassman. Un evento unico per Gela e per la Sicilia. Le tragedie greche, infatti, ritornano ad essere rappresentate nella città della Magna Grecia,  dopo decenni.  L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale “Michele Di Dio” e dalla Pro Loco Gela col patrocinio dalla Regione Siciliana, del Comune di Gela e del Polo Museale. Il foyer sarà curato dall’associazione Danza e Arte di Marcella Virgilio, dalla Gymnastic’s Club, da La Camelia e dal gruppo archeologico Geloi. Gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Luigi Sturzo”, coordinati dal docente Emiliano Sigona, cureranno l’accoglienza degli ospiti.

Dioniso, Dio del vino, del teatro e del piacere fisico e mentale, era nato dall’unione tra Zeus e Semele, donna mortale. Le sorelle della donna ed il nipote Panteo, re di Tebe, per invidia sparsero la voce che Dioniso non fosse figlio di Zeus ma da uomo mortale e che il rapporto con Zeus fosse stato uno stratagemma per mascherare l’accaduto. Negavano quindi la natura divina di Dionisio. Nel prologo della tragedia Dioniso afferma che era sceso fra gli uomini per convincere il popolo di Tebe di essere un dio ed a questo scopo ha inoculato un germe di follia in tutte le donne tebane che sono fuggite nel monte Citerone a celebrare riti in onore di Dioniso ( diventando quindi baccanti , donne che credono nel rito di Bacco, altro nome di Dioniso). Penteo rifiuta di risconoscere la divisità di Dionisio e lo considera un demone che ha ideato una trappola per adescare le donne . Il nonno di Penteo, Cadmo e l’indovino Tireasia tentano di dissuaderlo e di fargli riconoscere la divinità di Dioniso. Spietata la sarà la sua punizione contro chi ha dubitato della sua natura divina.

“Le Baccanti” rappresentano una finestra sull’irrazionale, su un mondo antico di reale libertà espressiva, di possessione dionisiaca, una riflessione sul senso del divino nelle nostre vite e su ciò che, nella nostra quotidianità, viene rimosso. La parola antica è un grido proveniente da un altro tempo, un appello alla riflessione, al risveglio dei sensi, un’esortazione a guardarci dentro in altri modi.

Nel frenetico vivere odierno noi affidiamo gli ultimi scampoli di irrazionalità e presenza fisica ai momenti dell’eros, della malattia, del sonno. Le Baccanti, invece, agiscono in stato di automatismo mentale, di sonno perenne, sono in qualche modo “agite” dal Dio, Dioniso opera attraverso di loro, attraverso i loro corpi e le loro voci, li trasforma e ne fa strumento di ebbrezza, sensualità, stordimento, morte, dolcezza infinita, ambiguità demoniaca.

Ecco la scheda dei personaggi ed interpreti:

Dioniso Daniele Salvo
Agave Manuela Kustermann
Cadmo Paolo Bessegato
Tiresia Paolo Lorimer
Penteo Ivan Alovisio
Una guardia / Primo Messaggero Simone Ciampi
Secondo Messaggero Melania Giglio
Le Baccanti (o.a.)
Elena AimoneGiulia GalianiAnnamaria GhirardelliMelania GiglioElena Polic GrecoFrancesca MàriaSilvia Pietta, Alessandra Salamida

scene Michele Ciacciofera
costumi e maschere Daniele Gelsi
Musiche Marco Podda – Light designer Valerio Geroldi
Riproduzione anatomica Crea Fx effetti speciali di trucco
videoproiezioni Aqua-micans group
assistente alla regia Alessandro Gorgoni


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