Πέμπτη 8 Ιουνίου 2017

DOPO LA GRECIA TOCCA A NOI: LA GERMANIA PUNTA ALLE BANCHE ITALIANE

 

Sempre più complicata la partita per le banche venete. Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta parla di trattativa ancora aperta con la Ue. Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, eletto in Veneto, chiede al governo di ricapitalizzare i due istituti senza aspettare il via libera da Bruxelles.

Sempre più complicata la partita per le banche venete. Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta parla di trattativa ancora aperta con la Ue. Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, eletto in Veneto, chiede al governo di ricapitalizzare i due istituti senza aspettare il via libera da Bruxelles.

Tanto più che si diffondono i sospetti che, dietro l’intransigenza mostrata dal commissario Marghrete Vestager ci sarebbe un mandante che viene dalla Germania. Secondo questa ricostruzione l’obiettivo sarebbe la conquista, a poco prezzo, del ricco tessuto industriale della regione. La replica, in misura esponenziale, del copione già visto con gli aeroporti e i telefoni in Grecia.

A delineare questo scenario è il sito Business Insider diretto da Giovanni Pons, ex penna di punta della redazione economica di Repubblica. È lo stesso direttore a firmare uno scenario sicuramente poco allineato alle posizioni del resto del gruppo.

La ricostruzione di Business Insider mette insieme episodi noti, con testimonianze anonime.

Il quadro che viene fuori è quello di un’offensiva del capitale tedesco sull’industria del Nord Est. A facilitare la conquista il fatto che, nella gran parte dei casi, c’è una lunga conoscenza cementata da anni di collaborazione e di forniture. Il fallimento di Veneto Banca e Popolare Vicenza metterebbe in crisi non solo il risparmio ma anche la parte produttiva della Regione. Lo ha ricordato in una intervista al Corriere della Sera l’amministratore delegato Fabrizio Viola rendendo noto che le due banche hanno impieghi sul territorio per trenta miliardi. In caso di default dovrebbero richiamare indietro i finanziamenti creando non pochi problemi al sistema industriale.

A questi elementi si aggiungono altri fatti come l’offensiva attribuita ad Angela Merkel per ottenere la nomina del super-falco Jens Weidmann, attuale presidente della Bundesbank, al posto di Draghi alla Bce.

Ma fin qui siamo in presenza di fatti noti. Meno ufficiali le manovre di palazzo che contribuiscono a indebolire la posizione dell’Italia. Intanto l’avvicinarsi delle elezioni che rende problematica l’interlocuzione con la Vestager. Come la mettiamo se il prossimo ministro dell’Economia fosse espressione dei grillini? Che garanzie avrebbero a Bruxelles sulla validità futura degli eventuali accordi di oggi? La trattativa con Mps è durata cinque mesi e non si è ancora conclusa. La situazione delle due venete è molto più delicata e probabilmente serviranno i tempi supplemetari. Non è detto, però, che Padoan, in autunno, sia ancora in via XX Settembre. Anzi le voci ricorrenti lo escludono. Il ministro, a quanto pare, vuole tornare all’Ocse. Possibilmente come segretario generale al posto di Angel Gurria in carica da undici anni.

A questo si aggiungono altre considerazioni. Per esempio il fatto che Mps è una banca sistemica e quindi troppo grande per fallire. Invece Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno rilevanza territoriale. Certo a giocare con la stabilità delle banche c’è sempre da farsi male perchè si tocca dinamite. Tuttavia le due banche venete possono diventare la Caporetto (e non solo per consonanza localistica) del credito in Italia. Le cavie per dimostrare che le regole vanno rispettate. L’effetto collaterale sarebbe l’invasione dei tedeschi nel Nord Est. E a ottobre sono cento anni da Caporetto.


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