Uno degli ultimi progetti del governo Tsipras è pienamente "coerente" con l’ideologia comunista: l’esproprio proletario. Per ripianare l’immenso debito pubblico, quello che ha fatto aprire ad alcuni buontemponi una pagina Facebook intitolata “Accumulare debiti in giro per il mondo con Alexis Tsipras”, il governo guidato dal "partito di sinistra radicale", Syriza, avrebbe infatti intenzione – come scriveva Il Fatto quotidiano – di confiscare le case di proprietà a chi non paga le tasse.
In questo gesto illiberale si riassume tutta la filosofia politica di Tsipras, passato in breve tempo, da salvatore del popolo a suo tiranno.. Per tre volte legittimato dal voto popolare – due volte con elezioni politiche, una volta con un referendum contro il piano Ue di “salvataggio” della Grecia – Tsipras ha smentito di volta in volta tutte le promesse fatte e tutti gli impegni presi, dalla volontà di ristrutturare il debito al tentativo di allentare la morsa del rigore fino all’intenzione di uscire dall’Europa. Alla fine si è sottomesso alle decisioni dei burocrati di Bruxelles, con il tipico atteggiamento di chi nasce incendiario e diventa – davanti alla realtà –pompiere.
L’unica cosa in cui è rimasto coerente è il suo iper-statalismo, simile alle più becere economie pianificate del passato. In questo piano di esproprio dell’abitazione, c’è infatti il combinato disposto e letale di tassazione folle (è così che Tsipras prova a ripianare la voragine dei conti pubblici: non tanto tagliando l’immenso apparato burocratico greco ma tartassando i cittadini) e il disprezzo verso laproprietà privata, che può essere sottratta al legittimo titolare come vangelo comunista impone.
Eccolo là, l’eroe che avrebbe dovuto salvare la Grecia: dopo aver messo mani nelle tasche dei contribuenti, ora prova a entrare nelle loro case e a cacciarli fuori a pedate. Perché anche le abitazioni appartengono allo Stato, che se ne può riappropriare non appena l’individuo sgarra…
Che bello vivere nella Grecia del comunismo reale 2.0. Aggiornata in nome del peggio, perché uno potrebbe dire che almeno nei Paesi comunisti vecchio stampo tutti avevano un lavoro, anche se nessuno era proprietario di niente. Nell’Utopia di Tsipras, invece, pochissimi hanno ancora il lavoro e molti rischiano a breve di perdere pure la casa. Un modo per rendere i greci tutti uguali, cioè nullatenenti. Mentre lui, Tsipras, continua a essere un po’ più uguale degli altri…
Alla popolazione non resta dunque che un’alternativa: o farsi togliere la casa o mandare Tsipras a casa.
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