Non si tratta del nuovo libro di Vinicio ma rimane lo stesso attuale, soprattutto dopo il grande inganno del cosidetto governo di "sinistra" che si e' rivelato di essere di destra neoliberista, pochi mesi dopo l'arrivo al potere. Comunque, si tratta di un libro che riesce a trasmettere al lettore quello che sta vivendo il popolo greco gli ultimi anni. La disperazione, la delusione ma anche il ritorno al rebetiko!
Divenuto famoso come cantautore eccentrico, Vinicio Capossela ha continuato a comporre e cantare canzoni, ha continuato a vestirsi e parlare come gli pare, ma con Tefteri ha anche dimostrato di essere un autore, senza canto»
Vinicio Capossela ha percorso le strade della Grecia nell’anno del tracollo finanziario. Ha incontrato quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, catturando visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo taccuino, il suo Tefteri.
Divenuto famoso come cantautore eccentrico, Vinicio Capossela ha continuato a comporre e cantare canzoni, ha continuato a vestirsi e parlare come gli pare, ma con Tefteri ha anche dimostrato di essere un autore, senza canto»
Stefano Bartezzaghi, La Repubblica
«Tefteri, un poetico e documentato quaderno di viaggio che esce in una gloriosa collana di letteratura, «Le Silerchie» del Saggiatore, dove non sfigura affatto.
Il miglior libro di Capossela, questa la forma letteraria che gli è più adatta; più del romanzo, del racconto, qui Capossela scrittore è al suo meglio: racconta, divaga, analizza, discute. Impressioni di viaggio, personaggi vivi, dotte disquisizioni musicali, che fanno capire come, prima di prendere lui la parola, abbia a lungo letto ed ascoltato gli esperti».
Stefano Salis, Il Sole 24 Ore
Una taverna invisibile dalla strada, una porta modesta a segnalare l’ingresso.
Dentro, pochi tavoli, luci basse, fumo.
In fondo alla sala una piccola pedana, dove si suona seduti in linea, di fronte agli avventori.
Voce, chitarra, buzuki. Stasera si suona rebetiko. Si ascolta mentre si mangia e si beve.
È l’eucaristia che si riceve da seduti, senza poter scappare, e la taverna è la sua chiesa.
Vinicio Capossela ha percorso le strade della Grecia nell’anno del tracollo finanziario. Ha incontrato quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, catturando visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo taccuino, il suo Tefteri.
Capossela racconta una Grecia inedita, sofferente e fiera, che riscopre il rebetiko come musica della krisis. Una musica dell’assenza, nata dalla rabbia e dalla nostalgia di un popolo, quello greco-turco, che nel 1922 si trovò sradicato e straniero in patria.
Rebetiko è scelta politica. Rebetiko è appartenenza. È il canto di sirena che riecheggia nei porti del Mare nostrum.
Per il rebetiko non si applaude, si rompono piatti: la radice della sua forza unica affonda nel suo anarchismo. Nota dopo nota, pagina dopo pagina, il Tefteri è la trascrizione dei debiti e dei crediti che bisogna fare per «imparare il mestiere di campare».
Il registro dei conti in rosso che tutti hanno con la vita e la morte. Perché, fin dall’antichità, quello che viene dalla Grecia partecipa dell’universale, ci dice dell’uomo e del suo destino, là dove è nato. Quando superò la necessità e inventò il gioco, la festa, l’arte. Quando sollevò il capo e divenne anthropos.
Vinicio Capossela è autore dei suoi dischi e dei suoi spettacoli. Ha pubblicato Non si muore tutte le mattine(Feltrinelli 2004) e In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall, con Vincenzo Costantino (Feltrinelli 2009).
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