Τετάρτη 12 Οκτωβρίου 2016

Padoan risponde a Moscovici: "L'Italia non gioca con le regole"

Padoan risponde a Moscovici: "L'Italia non gioca con le regole"A pochi giorni dalla scadenza di lunedì prossimo per la presentazione a Bruxelles del bilancio programmatico per il 2017, il ministro dell'EconomiaPier Carlo Padoan risponde al commissario Ue per gli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, che ieri aveva detto "flessibilità sì, giocare con le regole certamente no" in merito alle richieste italiane sugli spazi di deficit da prendere per scrivere la prossima Manovra. 
Sempre a Lussemburgo, dove oggi si è svolta la riunione dei ministri delle Finanze dei 28 paesi Ue (Ecofin), prima di partire per Roma Padoan ha risposto: "Moscovici si riferiva alle regole, e infatti noi non giochiamo con le regole". Sempre in tema di conti pubblici, il ministro ha spiegato a chi chiedeva lumi sulla prossima Manovra che l'indicazione di un deficit al 2,4% del Pil "non è confermata" e che il "governo ci sta lavorando in queste ore". E' quindi tornato senza a riflettere sul tema del conteggio in sede europea dei fondamentali economici: "Dobbiamo aggiustare i nostri modelli ad una realtà diversa, per evitare di giungere a conclusioni di politica di bilancio che potrebbero essere troppo distorsive" ha rimarcato.

Uno dei temi a corollario della discussione dei ministri riguarda la tassazione della speculazione di Borsa. Dopo mesi di discussione, i dieci Paesi europei (tra i quali l'Italia, mentre gli altri si sono sfilati) alla ricerca di un accordo pertassare le transazioni finanziarie sono ancora ai lavori preparatori. Ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, si tratta pur sempre di passi avanti. Nelle prossime settimane i ministri interessati potrebbero ricevere la bozza della legislazione necessaria ad istituire la tassa sulle transazioni finanziarie (Financial Transaction Tax, Ftt) in dieci Paesi europei, ha detto il commissario agli Affari economici e finanziari, Moscovici, a margine della riunione dell'Ecofin a Lussemburgo.

Nel corso dell'Ecofin, ha spiegato Moscovici, "prenderemo anche atto dei progressi fatti dai dieci ministri sulla Ftt, che hanno concordato su quattro importanti misure che costituiscono il 'motorè di questa tassa. Ora - ha proseguito il commissario - un gruppo di tecnici preparerà la bozza di legislazione e, spero, nelle prossime settimane saremo in grado di presentare una bozza ai ministri, in modo che possano raggiungere il traguardo e adottare quella che potrebbe essere la prima Ftt europea a dieci. E' attesa da molta gente, che vuole vedere il settore finanziario contribuire al finanziamento di alcuni importanti beni pubblici".

Dopo la riunione, lo stesso Padoan ha confermato l'incarico dato a Moscovici per preparare una bozza d'intervento e spiegato ai giornalisti che chiedevano quali siano i punti ancora non risolti nel negoziato, il ministro ha risposto che "i punti aperti sono quelli relativi a valutazioni d'impatto che richiederanno un minima fase di transizione". Questo perché "quando questi punti si traducono in normativa non si sa subito come andranno le cose effettivamente". Il ministro ha poi precisato che "le aliquote non sono ancora state decise; ma sono stati definiti i criteri di fissazione delle aliquote", e soprattutto i criteri su "cosa bisogna tassare e cosa non bisogna tassare, un elemento che può produrre divisioni tra i paesi".

La tassa sulle transazioni finanziarie colpisce determinati tipi di transazioni, designati come tassabili. Una Ftt era la Tobin Tax, ideata dall'economista James Tobin nel 1972, che mirava a colpire le transazioni a breve termine sul mercato valutario. Della 'Tobin Tax' europea si parla dal 2010, poi undici Paesi hanno concordato di costituire una 'cooperazione rafforzatà dalla quale però si è sfilata la Slovenia. I dieci paesi attualmente impegnati sono Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

La crisi finanziaria e le divergenze sulla copertura e la misura della tassa ha raffreddato via via gli entusiasmi. I punti più controversi riguardano i tipi di transazioni da tassare, chi deve raccogliere il prelievo (il paese in cui è stabilito chi effettua la transazione o il paese in cui la transazione viene effettuata), l'estensione dell'imposta (i piccoli paesi tendenzialmente sono interessati a estendere la base della Tobin Tax mentre i grandi preferiscono prudenza). Inoltre chi già pratica una tassazione delle transazioni finanziarie vuole tenere la tassa armonizzata al livello della propria, non certo superiore. In molti paesi la Tobin Tax viene già praticata in vario modo e misura, dal Regno Unito a Svizzera, Belgio, Finlandia, Polonia, Grecia, Cipro. In Italia si applica dal 2013.

Secondo

i dati raccolti a livello comunitario, una tassa con aliquote dello 0,1% per le azioni e dello 0,01% per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato italiano dai 3 miliardi ai 6 miliardi di euro all'anno; nel Vecchio continente si parla di 22 miliardi.

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