Mario Monti torna a picconare il governo. Nel mirino
dell'ex premier c'è sempre Matteo Salvini e l'esecutivo gialloverde
Luca Romano - 30/11/2018
Proprio in questi giorni in cui Di Maio e Salvini hanno
aperto, insieme a Conte, una porta per la trattiva Ue, il Loden in
un'intervista al Corriere critica le mosse del governo sul fronte economica e
di fatto parla di uno "Tsipras moment" in Italia: "L’impatto con
la Commissione e forse la scoperta che fuori dall’Italia non si pensa affatto
che dopo le Europee di maggio questa Europa sia morta, avranno contribuito.
Certe idee facevano parte della bolla nella quale vivevano nostre forze di governo.
Invece hanno visto che una Commissione efficace e la straordinaria unità di
tutti gli Stati membri nel sostenerla, quindi hanno capito che bisogna fare
qualcosa. Credo che stiamo arrivando allo “Tsipras moment”, ma il “Salvini-Di
Maio moment” è più diluito nel tempo. Tsipras cambiò idea in pochi giorni,
perché capiva che i greci non volevano uscire dall’euro. In Italia invece Di
Maio e Salvini, specialmente il secondo, hanno cercato di eccitare gli animi in
chiave antieuropea praticamente dal primo giorno, fino alla settimana scorsa.
Ora stiamo arrivando al momento in cui si capisce che la realtà è diversa da
come la si immaginava. E che bisogna tenerne conto". Poi l'ex presidente
del Consiglio di fatto mette ancora una volta nel mirino il titolare del
Viminale e lo etichetta come "pericoloso": "L’abolizione di ogni
forma di correttezza politica lo fa salire nei sondaggi più delle misure
concrete: la gente si sente sdoganata nel dire quel che ha sempre pensato, ma
prima non si poteva dire. Come italiano del Nord, sensibile ai temi
dell’economia, mi sono chiesto più volte in queste settimane se dovessi essere
contento dell’ascesa della Lega nei sondaggi e del calo di M5S; in fondo la
prima capisce meglio i temi dell’economia e ha più capacità ed esperienza
amministrativa. Ma ai miei occhi Salvini ha in sé due vene di pericolosità che
i 5 Stelle non hanno: l’avversione all’Europa e una sorprendente capacità di
impartire agli italiani un corso quotidiano di diseducazione civica. Non è
poco".
A questo punto Monti "assolve" la Commissione
Europea dalle accuse di questi giorni da parte del governo italiano: "Non
credo si possa sostenere che la Commissione sia stata troppo severa nei
confronti dell’Italia ora. Né sono convinto che la Commissione o gli Stati
membri vedano di buon occhio un indebolimento del Paese. Ma se il governo
propone di allargare l’irrealismo e l’irresponsabilità di bilancio, ciò
giustifica che si cerchi di fermarlo". Infine, come ha fatto spesso in
questi anni, Monti rivendica l'operato del suo governo che ha di fatto piegato
il Paese sotto una stagione di "lacrime e sangue" a colpi di Fornero
e tasse: "Dicevano che l’Italia applicava le ricette della Troika, che la
Troika c’era già e che tutto era fatto per far comprare dall’estero le imprese
italiane a buon mercato. Che non si era neppure tentato di salvaguardare
l’equità, mentre noi avevamo messo l’imposta patrimoniale e tutelato le fasce
deboli nella riforma pensioni. Che era tutta una cospirazione del capitalismo
internazionale e — ovvio — io ne ero l’agente. Non ammettono che gli italiani
con le proprie forze hanno superato una crisi durissima. Ma questi partiti non
potranno mai diventare un governo efficace se, una per una, non si
modificheranno in loro queste convinzioni. Come dico, si sono imprigionati in
una bolla che ha fatto perdere loro il contatto con la realtà".
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