A 10 anni di distanza dalla morte del 15enne Alexandros
Grigoropoulos, ucciso a freddo da un poliziotto, in centinaia sono scesi in
piazza per ricordarlo. Ma in serata la manifestazione è degenerata. I
manifestanti hanno lanciato bombe incediarie contro la polizia che ha risposto
con il lancio di lacrimogeni.
10 anni fa per la morte del ragazzo migliaia di persone
erano scese in strada manifestando la rabbia per l'ingiustizia: auto
incendiate, vetrine spaccate. Una rivolta che è durata per due settimane.
Il ragazzo è stato ucciso dopo un banale diverbio, il
colpevole è in carcere con una condanna all'ergastolo in primo grado, ma quella
morte è diventata un simbolo. Simbolo di uno Stato cattivo, di una crisi
economica che appena ora sta scemando. Ed è per questo che quell'anniversario
spesso degenera in una rivolta.
"Siamo nel quartiere dove Alexandros Grigoropoulos è
stato ucciso che si è trasformato in un campo di battaglia. I rivoltosi hanno
rovesciato i cassonetti della spazzatura e gli hanno dato fuoco, mentre
lanciavano bombe incendiarie e pietre alla polizia" dice il nostro
corrispondente da Atene Michalis Arampatzoglou.
(voce di Eloisa Covelli)
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