Σάββατο 27 Μαΐου 2017

La Grecia è un paese al collasso

LA CRISI DELLA PENISOLA ELLENICA


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Tagli agli stipendi pubblici, diminuzioni delle pensioni, chiusura delle attività, bassissima crescita economica e il debito pubblico praticamente immutato evidenziano come il Paese sia letteralmente fallito nonostante l'austerità imposta dall'avvoltoio di Bruxelles

di Ismaele Rognoni

Da ben sette anni la crisi economica sta annientando ogni speranza nel popolo greco e le manifestazioni ad Atene, come quelle recenti in Piazza Syntagma in cui spicca un cartello con tale scritta "Metteremo una lapide sui loro sogni neri, non svenderemo il nostro Paese", sono continue ma vi partecipano sempre meno persone poiché i greci si stanno realmente rassegnando.

L'austerità imposta dall'avvoltoio di Bruxelles ha visto ridurre le pensioni e gli stipendi pubblici si sono dimezzati, l'economia ristagnante dello Stato si è contratta del 25%, l'enorme debito pubblico è rimasto immutato e il PIL cresce pochissimo (1,8%).

Mentre dal 1990 ad oggi ben più di 185.000 laureati hanno abbandonato la Grecia e più di tre quarti l'hanno fatto negli ultimi sette anni della crisi economica e mentre le attività continuano a chiudere (nella periferia di Atene il 40% di negozi ha chiuso), Bruxelles ha stretto un nuovo accordo che prevedere la variazione del non pagare le tasse da 12.000€ l'anno a 5685€ l'anno.


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