“Eʼ stata
molto criticata la politica dellʼEurozona, è una cosa che mi riguarda
personalmente perché sono stato presidente dellʼEurogruppo nel momento più
grave della crisi economica e finanziaria”
15 01 2019
“Le riforme
strutturali restano essenziali ma, durante la crisi del debito in Ue,
l’austerità fu avventata, e non perché volevamo sanzionare chi lavora e chi è
disoccupato”. Lo dice, facendo autocritica, il presidente della Commissione
europea Jean-Claude Juncker, durante un intervento in aula a Strasburgo. “Non siamo
stati sufficientemente solidali con i greci”, ammette. Il vicepremier Luigi Di
Maio replica: “Lacrime di coccodrillo“.
“Mi è sempre
dispiaciuta la mancanza di solidarietà che è apparsa al momento di quella che è
chiamata la crisi greca. Mi rallegro di constatare che la Grecia, il Portogallo
ed altri Paesi”, sottolinea Juncker in occasione delle celebrazioni per i
vent’anni dell’euro, “hanno ritrovato se non un posto al sole”, almeno “un
posto tra le antiche democrazie europee”.
“E’ stata
molto criticata la politica dell’Eurozona, è una cosa che mi riguarda
personalmente”, dice Juncker, “perchè sono stato presidente dell’Eurogruppo nel
momento più grave della crisi economica e finanziaria”. E aggiunge:
“Mi
rammarico di aver dato troppa importanza all’influenza del Fondo monetario
internazionale. Al momento dell’inizio della crisi, molti di noi pensavano che
l’Europa avrebbe potuto resistere all’influenza del Fmi. Se la California è in
difficoltà, gli Stati Uniti non si rivolgono” al Fondo monetario internazionale
e “noi avremmo dovuto fare altrettanto”.
Juncker però
rivendica anche come 20 anni fa “quando abbiamo lanciato la moneta unica ci
prendevano per pazzi. Molti professori, specialmente in Germania, ci dicevano
che avremmo avviato una avventura che ci avrebbe portato sull’orlo dell’abisso.
Invece oggi siamo lontani dall’abisso”.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου