La cifra sale dell'11%, tornando al livello del 2012. La misura arriva cinque mesi dopo la fine del terzo piano di salvataggio e in vista delle elezioni politiche di ottobre
Il premier
greco Alexis Tsipras lunedì ha annunciato una proposta che prevede l’aumento
del salario minimo mensile dell’11%, da 586 a 650 euro. Si tratta del primo
incremento di questa portata dall’inizio della crisi del debito pubblico
ellenico nel 2010. “Sta crescendo la fiducia nella nostra economia, possiamo
permettercelo. Lo dobbiamo a chi ha sofferto di più durante la crisi”, ha
affermato Tsipras in televisione. La nuova misura arriva cinque mesi dopo la
fine del piano di salvataggio, il terzo in un decennio. Il governo, anche in
vista delle elezioni politiche di ottobre, ha promesso di cancellare alcune
delle riforme impopolari varate mentre Atene era sotto la supervisione della
Troika.
Il nuovo
salario minimo raggiunge il livello del 2012. Nel 2009, un anno prima della
crisi che costrinse la Grecia a rivolgersi ai creditori internazionali, era
arrivato a 751 euro. L’aumento annunciato lunedì ha il benestare dei creditori
della Grecia: l’Unione Europea, la Banca centrale Europea e il Fondo Monetario
internazionale.
Tsipras, nel
suo discorso ai ministri, ha anche proposto l’abolizione del salario minimo
giovanile valido solo per gli under 25. Il piano sarà sottoposto nei prossimi
giorni alle valutazioni del Parlamento e in caso di approvazione dovrebbe
essere operativo dal mese prossimo. Intanto la Grecia ha emesso lunedì un bond
a cinque anni, il primo dopo l’uscita dal suo ultimo piano di salvataggio.
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