Τετάρτη 9 Ιανουαρίου 2019

Il lager di Lesbo dove i profughi vivono nel fango sotto le tende, la denuncia di Oxfam


Atene – L'isola di Lesbo, vicina alle coste turche, è tornata sotto i riflettori per il centro profughi che somiglia molto a un lager. Risse continue, freddo, la vita sotto le tende precaria, gli aspetti medici e igienici inghiottiti dal sovraffollamento. La denuncia arriva da Oxfam. 

9 Gennaio 2019, di Franca Giansoldati

Centinaia di donne incinte e minori non accompagnati, sopravvissuti a torture e abusi, costretti nel pieno dell’inverno a vivere in modo precario e disumano. La descrizione dettagliata è contenuta nel report «Vulnerabili e abbandonati» diffuso oggi e ricco di testimonianze di migranti a cui viene negato il diritto a un’accoglienza dignitosa, come conseguenza del collasso del sistema di identificazione e di protezione, dovuto alla mancanza di personale qualificato e a processi burocratici kafkiani.

Nel dossier, ci sono anche le voci di madri che sono state mandate via dagli ospedali a soli quattro giorni da un parto cesareo e che si sono ritrovate a vivere in una tenda assieme ai figli appena nati, e dove regolarmente avvengono risse.

Nel campo di Moria (visitato anche da Papa Francesco tre anni fa) - che contiene il doppio di persone che potrebbe accogliere -.vivono ammassate centinaia di persone, con un solo medico per quasi tutto il 2018, incaricato dalle autorità di Lesbo di provvedere all’identificazione e al primo soccorso delle circa 2.000 persone, che arrivavano ogni mese sull’isola. «Fino ad arrivare al punto - si legge - che lo scorso novembre non c’è stato neanche quell’unico medico ad assistere le persone più fragili e garantirne il diritto alla salute. Il tutto in un quadro dove le procedure di identificazione sono cambiate tre volte solo nell'ultimo anno, aumentando il caos di cui sono vittime persone che hanno già sofferto traumi indicibili».

L’inverno ha portato una pioggia incessante e la tendopoli di Lesbo è diventata una vera e propria palude di fango, con le temperature ancora sotto lo zero porteranno altraneve. In cerca di qualsiasi fonte di calore le persone stanno iniziando a bruciare tutto quello che trovano, inclusa la plastica. Portano stufe improvvisate e pericolose dentro alle tende, rischiando la vita solo per riscaldarsi.

Di fronte a questa situazione Oxfam lancia un appello all’Unione europea perché si trovi al più presto una soluzione all’emergenza che si sta consumando nelle isole greche: servono uno staff sanitario adeguato, un diverso sistema di identificazione dei più vulnerabili e trasferimenti regolari dei migranti sulla terraferma.


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