Κυριακή 27 Ιανουαρίου 2019

Grecia: ratificato accordo per nuovo nome della Macedonia

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La Grecia, venerdì 25 gennaio, ha ratificato uno storico accordo con cui approva la decisione della vicina Macedonia di cambiare il suo nome in Repubblica della Macedonia del Nord, ponendo fine a un conflitto aperto da 28 anni e aprendo la strada all’ingresso del Paese nell’Ue e nella NATO.

27 GENNAIO 2019 

“Questo è un giorno storico per la Grecia, che pone fine a una problematica pendente che era un peso sulla nostra politica internazionale”, ha riferito il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ai giornalisti. Il premier di Atene si è assicurato un numero sufficiente di voti in Parlamento per ratificare ufficialmente l’accordo di Prespa, volto a porre fine alla lunga disputa tra Atene e Skopje sul nome della Macedonia. Il primo ministro macedone, Zoran Zaev, aveva convenuto il cambio del nome con la controparte greca a giugno 2018. Secondo la decisione stipulata dai due, una volta che Skopje avesse approvato il cambio di nome modificando la Costituzione, Tsipras avrebbe dovuto ratificare l’accordo presso il Parlamento greco. Cosa che è effettivamente avvenuta nella giornata di venerdì 25 gennaio. Secondo quanto previsto da tale patto, inoltre, la Grecia dovrà adesso smettere di bloccare la Macedonia dall’entrare nella NATO e in altri gruppi internazionali, permettendole di avviare le trattative per l’accesso all’Unione Europea.

I Paesi dell’Ue alleati alla Grecia hanno accolto positivamente la ratifica. Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha twittato: “Hanno avuto immaginazione, hanno corso un rischio, erano pronti a sacrificare i propri interessi per un bene più grande. Mission impossible compiuta”. Matthew Nimetz, un diplomatico veterano in seno alle Nazioni Unite che si è dedicato alla questione per anni, ha chiamato la ratifica “visionaria”, affermando: “Questo accordo storico tra due Paesi vicini apre le porte a una nuova relazione tra loro, e inaugura una nuova era per il consolidamento della pace e della sicurezza nei Balcani”.

Il conflitto tra i due Paesi era in agenda tra i campi di intervento dell’Onu da quasi 30 anni, sin dalla dissoluzione della Yugoslavia, nel 1991.

Venerdì 11 gennaio, il Parlamento macedone aveva modificato la Costituzione per cambiare il nome del Paese, che verrà ribattezzato Repubblica della Macedonia del Nord. In tale occasione il premier, Zoran Zaev, aveva assicurato la maggioranza richiesta al Parlamento per l’emendamento del nome in linea con l’accordo stipulato con la Grecia, accordo che ha posto fine a una disputa decennale.

La procedura di cambiamento della Costituzione per ribattezzare il Paese era stata lanciata a ottobre, con un voto che aveva ottenuto i due terzi della maggioranza. L’accordo, tuttavia, aveva incontrato una serie di opposizioni e ostacoli da entrambe le parti. Inoltre, molti cittadini avevano manifestato esprimendo disaccordo davanti il Parlamento. I greci, infatti, hanno accusato il Paese di voler rubare l’identità e addirittura i territori della loro antica provincia utilizzando quel nome. Le autorità macedoni avevano respinto tali accuse. Nonostante i partner di coalizione di Tsipras si fossero opposti apertamente al patto, egli si era detto sicuro di riuscire ad assicurare la ratifica con il supporto dei legislatori dell’opposizione, e le sue previsioni si sono infine rivelate corrette.


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