MILANO - L'ex-Troika e la Grecia sono di nuovo ai ferri
corti. E l'Eurogruppo, spiazzato dalla decisione di Alexis Tsipras di destinare
parte del surplus di bilancio alle pensioni minime e alle isole travolte dalla
crisi dei migranti, ha deciso (per ora) di congelare gli interventi per ridurre
il debito e sospendere gli aiuti.
I rapporti tra Tsipras e i creditori sono andati
deteriorandosi un passo alla volta nelle ultime settimane, a causa soprattutto
della durissima posizione dell'Fmi sui negoziati. E la frattura si sta
allargando in queste ore al punto da far tornare d'attualità l'ipotesi di
elezioni anticipate in Grecia. Il tema sono le misure per riportare in rotta i
conti ellenici richieste dai creditori dal 2017 in poi. Il motivo del
contendere è sempre il solito: Atene ha concordato con l'ex Troika di
rispettare per un certo numero di anno il tetto di un avanzo primario del 3,5%,
in cambio del taglio al suo debito. La Ue però, Germania in primis a causa
del'appuntamento elettorale dell'anno prossimo, è stata tranchant: gli accordi
prevedono di rimettere mano all'esposizione ellenica dal 2018 in poi, e per ora
il paese deve accontentarsi di un po' di cosmesi su scadenza dei prestiti (la
Grecia deve alle istituzioni 240 miliardi) e sui loro tassi. A complicare le
cose ci ha pensato un "paper" dei vertici idell'l'Fmi:
"L'obiettivo del 3,5% è insostenibile - scrivono - ma ad accettarlo è
stato Tsipras. E visto che si è impegnato, a questo punto deve approvare nuove
misure d'austerità su settore pubblico e pensioni, areee dove finora si è fatto
troppo poco". Syriza però non può permettersi di firmare nuove misure
d'austerità, pena la fine del capitale politico che le è rimasto. Mentre
l'Europa è pronta a sospendere gli aiuti se il Fondo Monetario si sfilerà dal
salvataggio.
Un vicolo cieco, insomma. E a complicare le cose c'è lo
strappo dei giorni scorsi del premier ellenico: "La nostra situazione sta
migliorando - ha detto in tv al paese - il 2016 si chiuderà con un avanzo
primario superiore alle attese". E i soldi in più, ha deciso, saranno
destinate a garantire una tredicesima alle pensioni sotto gli 850 euro e a
congelare l'aumento dell'Iva sulle isole dell'Egeo dove sbarcano i rifugiati. I
creditori, non informati, non l'hanno presa bene. Mezza Grecia ha letto questo
misure come una mossa per rivitalizzare il consenso della sinistra (molto
lontana dal centrodestra di Nea Demokratia nei sondaggi, per quel che contano)
nell'ipotesi nemmeno troppo peregrina che Tsipras, pur di non cedere ai
creditori, chiami il paese di nuovo alle urne. Le prossime settimane e i
negoziati di gennaio diranno se - come auspica il ministro delle finanze greco
Euclid Tsakalotos - " si riuscirà a trovare un accordo onorevole epr
tutti.
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