Il sistema politico in Grecia con le dinastie del governo non è altro da una monarchia costituzionale. Molti in Grecia oggi parlano di governi famigliari, «οικογενειοκρατία» in greco, la parola proviene da «le famiglie politiche» e lo «stato». Cina e Grecia sono paesi con una storia grande in dinastie politiche.
(Sebbene cambiata rinasco identica)
Federico Resler scriveva: «Se c’è un paese dove la politica è una faccenda dinastica questo è la Grecia. L’agone politico greco è infatti dominato da tre famiglie: i Papandreou nel campo di centro-sinistra, i Karamanlis e i Mitsotakis in quello di centro-destra. Il potere passa così di padre in figlio, di nonno in nipote, perpetuandosi finché vi sarà un erede. Se analizziamo la recente storia greca possiamo vedere come tre tra i più influenti politici ellenici siano riconducibili alle famiglie citate in precedenza: stiamo parlando di Giorgos Papandreou, Kostantinos Karamanlis e Dora Bakoyannis». (Grecia: Dinastie di governo). Il sistema politico in Grecia con le dinastie del governo non è altro da una monarchia costituzionale. Molti in Grecia oggi parlano di governi famigliari, «οικογενειοκρατία» in greco, la parola proviene da «le famiglie politiche» e lo «stato». Cina e Grecia sono paesi con una storia grande in dinastie politiche.
In Cina la dinastia degli Han Occidentali fu una delle più grandi e prospere dinastie della storia cinese. I vari imperatori applicarono la politica di “Riposo del popolo”. Assicurando abbondanza di cibo e vestiario, e sicurezza e stabilità della vita e del lavoro della popolazione. Per questi motivi la politica della dinastia Han fu sempre stabile. La differenza tra dinastia di Grecia, è che il sistema politico greco consente un «parlamentiamo negativo», cioè sostiene il paradosso della dinastia che siede sul «trono dei partiti».
L’ultimo esempio è il nuovo leader di Nuova Democrazia partito di Destra in Grecia Kyriakos Mitsotakis, figlio dell’ex primo ministro Konstantinos Mitsotakis nonché fratello di Dora Bakoyannis, una delle dinastie storiche del paese mediterraneo dopo la fine della dittatura dei colonnelli avvenuta nel 1974. Kyriakos Mitsotakis, vuole guidare la rottama della vecchia classe dirigente clientelare e screditata per aver contribuito a indebitare il paese e ora passa il testimone ad una nuova generazione di giovani tecnocrati meno nazionalisti e più centristi. Il neo-liberalista Kyriakos Mitsotakis non accetta che l’austerità in Grecia dal 2010 e poi aveva creato una «crisi umanitaria» in Grecia. Secondo lui l’economia greca ha bisogno anche un quattro memorandum, cioè la sorta di tortura economica inflitta sulla carne viva di giovani e pensionati, donne e lavoratori della Grecia, un esercizio di sadismo sociale degli autocrati dell’austerità sulla comunità ellenica. «Il mio mandato è chiaro – dirà Kyriakos Mitsotakis : espansione e rinnovamento per offrire una soluzione alternativa di governo al Paese. Abbiamo un obiettivo comune: esprimere tutte le forze che si oppongono a questo governo populista e incompetente».
Il neoliberista politico non può capire il debito greco resta pure insostenibile, più ancora del 2010, a causa dell’imposizione di tre memoranda che distruggono giorno dopo giorno l’economia e le condizioni di vita della popolazione. E’ difficile capire che per spezzare questo circolo infernale e bloccare il crimine, s’impone l’annullamento incondizionato del debito greco. Mitsotakis, come scrive Ninni Radicini, (vedi il libro La Grecia contemporanea 1974-2006), ha escluso l’ipotesi di una “Grande Coalizione” con Syriza (“Dai militanti di ND ho ricevuto il mandato di non sostenere Tsipras”) come confermato da una dichiarazione del 22 febbraio nella quale ha sottolineato che Syriza deve dimostrare di essere un partito in grado di affrontare le responsabilità di governo e nella eventualità si ponesse l’alternativa tra la formazione di un governo di unità nazionale, per continuare la legislatura corrente, e il ritorno alle urne allora Nuova Democrazia preferirebbe le elezioni anticipate. Il 20 gennaio si è svolto il primo incontro tra Alexis Tsipras e Kyriakos Mitsotakis. E’ emersa una divergenza sulle questioni principali, tra cui la riforma del sistema pensionistico e quella della amministrazione pubblica. Già nei giorni precedenti al ballottaggio presidenziale, Mitsotakis aveva detto di voler votare contro la riforma delle pensioni presentata dal governo e in merito alla modifica del sistema elettorale ha detto di considerarlo nel quadro più ampio di una riforma costituzionale. Con promesse non mantenute per un nuovo programma con la Troika Kyriakos Mitsotakis, come nuovo neoliberista politico conosce la politica a scuola di marketing. Cioè strategie comunicative del marketing politico, con una nuova retorica meno agguerrita, meno clamorosa, perché i suoi artefici sono occupati da tecniche di persuasione prese dalla pubblicità commerciale. Qui possiamo raccordare questo che dice Beccaria: “La parola politica è al servizio della persuasione. Deve convincere, dare comandi suggestivi. Vuole suscitare nel destinatario, tramite il linguaggio prescelto, un’emozione tale da persuaderlo ad agire nel modo voluto” (Vedi G. L. Beccaria. Parole della Politica. 1989, p. 23).
Il parlamento di Atene solo qualche giorno fa, approvava la legge di bilancio 2017. Tra le misure un miliardo di euro di nuove tasse e una riduzione della spesa pubblica di oltre un miliardo. Per il premier Tsipras la situazione è in miglioramento: “il 2016 si chiuderà con un avanzo primario superiore alle attese”, aveva dichiarato Tsipras in un discorso televisivo, parlando al paese. Da qui la decisione di destinare proprio quel surplus, nella forma di un bonus pre-natalizio, ai pensionati che ricevono gli assegni più bassi. Solo Kyriakos Mitsotakis e Wolfgang Schauble, hanno detto che la decisione politica di Tsipras è sbagliata e ingiustificata, è un’inaccertabile decisione per Kyriakos Mitsotakis. Che cosa vediamo? Vediamo che Kyriakos Mitsotakis non esprime gli interessi del popolo greco.
E naturalmente nessuna parola da Kyriakos Mitsotakis per la situazione caotica attuale, che esiste in Grecia da un autoritarismo sempre crescente esercitato dai governi che stanno al servizio delle banche. Le nuove promesse: “Se noi arriveremo al governo, andremo a disobbedire alla Troika”. Promesse non mantenute in un sistema politico pre-rappresentativo. Perché oggi in Europa viviamo, tutti, un stato pre-rappresentativo. Ecco che cosa scrive il professore G. Contogiorgis: «Per quanto riguarda il sistema politico pre-rappresentativo, nella fattispecie quello della modernità, verifichiamo che non include nessuno degli elementi della rappresentanza né, evidentemente, della democrazia. La società è intesa come un privato, non costituisce una categoria politica istituzionale (popolo) e neppure detiene la minima responsabilità politica. Lo Stato non incarna semplicemente l’interezza del sistema politico, ma si appropria anche del concetto della collettività sociale (ovvero della volontà collettiva, che si esprime attraverso l’idea di nazione), poiché solo in questo modo si legittima ad esercitare la dominazione politica contro la società dei cittadini, cioè allo stesso tempo gli status di rappresentante e di responsabile.»
In Grecia non cambia nulla. Non c’è politica, giacché la reduplicazione dell’identico mette fine alla sua divisione. La clonazione è dunque l’ultimo stadio della storia della modellizzazione della politica. Mitsotakis , Tsipras sono politici della clonazione. «Eadem mutata resurgo» ovvero «Sebbene cambiata, rinasco identica», e in greco «περιτελλομένη ώρα».
Apostolos Apostolou
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