Tra le donne, nell'ormai classica mezza maratona, successo di Paola Bernardo, che prende Luana Boellis e Francesca Mele
LECCE – Kalos irtate. Un viaggio nel cuore di una terra antica come il tempo, tra storia, leggende, resti megalitici di specchie, dolmen, menhir, monumenti e una lingua dal fascino seducente e dal suono ammaliante: il griko.
LECCE – Kalos
irtate. Un viaggio nel cuore di una terra antica come il tempo, tra storia,
leggende, resti megalitici di specchie, dolmen, menhir, monumenti e una lingua
dal fascino seducente e dal suono ammaliante: il griko. Ventuno chilometri nel
cuore della Grecìa salentina, sulle tracce della Magna Grecia, culla di civiltà
e incontro di razze, culture e popoli. All’ombra della meraviglia
cinquecentesca del Castello de’ Monti, a Corigliano d’Otranto (Koriàna), sono
stati 752 gli atleti al traguardo della gara che rappresenta il penultimo
appuntamento della stagione podistica salentina del 2016. Bellissimo il
percorso disegnato dall’Asd Atletica amatori Corigliano con il patrocinio del comitato
provinciale Fidal di Lecce, e la preziosa collaborazione di Cronogare. La
18esima edizione della “Half marathon Grecìa salentina” ha condotto i podisti
in tre dei novi comuni della Grecìa.
Partenza, come detto, dalla nobile Corigliano, poi giù verso Melpignano, attraversando l’imponente piazza antistante all’ex chiesa e convento degli Agostiniani (un capolavoro architettonico progettato dell'architetto leccese Giuseppe Zimbalo), dove ogni estate si tiene il concertone finale della Notte della Taranta, e piazza San Giorgio, antica sede di un importante mercato caratterizzata dai suoi portici con volte a botte circolari. Terza tappa nel fascino e le origini leggendarie di Castrignano dei Greci (Kastrignàna), dove sull’imponente castello, “fortis indomitu”, troneggia un’iscrizione dal carattere sinistro: “procul Thaumantia proles dulcior cum pulvere palma ne quid invita Minerva (state lontano, figlie di Taumante; la palma della vittoria è più dolce con la polvere, affinché tu non faccia niente contro la volontà di Minerva), che sembra rivolta ai guerrieri-podisti. Infine il ritorno in salita a Corigliano, attraversando l’antica Porta Sud, conosciuta come Caporta (dal griko cau+porta, “porta sud”), sormontata dal motto: “invidia inopia fa”, un invito sempre valido contro l’invidia, che ha condotto gli atleti all’ arco meno nobile ma più glorioso dell’arrivo.
Dominatori della gara e primi a tagliare il traguardo Giammarco Buttazzo, grande campione e mezzofondista salentino dell’Atletica Casarone Noceto, capace di vestire in più occasioni la maglia azzurra e il suo allievo destinato a scrivere grandi pagine del podismo: Nfamara Njie della Tre Casali. I due hanno chiuso la gara appaiati con il fantastico tempo di un’ora e 10 minuti. Dietro di loro, sul terzo gradino del podio, Luca Quarta dell’Action Running Monteroni con 1.14.48.
Tra le donne successo di un’incontenibile Paola Bernardo dell’Atletica Capo di Leuca, capace di chiudere in 1.27.46 e precedere l’altra campionessa dell’Atletica Carovigno Luana Boellis (1.31.66). Terzo posto per Francesca Mele del Club Correre Galatina, con 1.32.33. Tra le società primo premio, dopo una “battaglia” all’ultimo atleta, per l’Asd Gpdm Lecce, che precede la Tre Casali e Action Running Monteroni.
“La Half marathon Grecìa salentina rappresenta ormai un appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni sportive nazionali – commenta il presidente dell’Amatori Corigliano Lucio Antonio Donno – che, partendo dal comune di Corigliano d’Otranto, si snoda nel cuore della Grecìa Salentina. Un’interessante connubio tra sport, turismo e tradizioni storico-culturali della nostra terra”.
Si sta dunque per chiudere (prossimi appuntamenti il 18 dicembre a San Cesario e il 26 a Sternatia) una lunga stagione che ha portato tantissimi appassionati a percorrere migliaia di chilometri, e a cimentarsi in decine di gare. Qualcuno ha vinto, molti hanno semplicemente partecipato, nella logica più bella e più sincera dello sport. Ognuno ha sfidato se stesso e gli altri, ha inseguito un sogno. Qualcuno quel sogno l’ha raggiunto, assaporando il sapore dolce del successo personale, qualcun altro lo ha visto infrangersi, masticando l’amaro della sconfitta. Piccoli grandi storie fatte di fatica, sudore e sacrifici, gioie e dolori, amicizia e rivalità, sfide e duelli, fantasia e volontà. Perché la corsa ti fa sentire leggero e invincibile, oppure fragile e vulnerabile, ma soprattutto ti insegna ad affrontare le grandi sfide della vita, a superare ostacoli con la testa e il cuore, pensando che domani ci sarà un’altra possibilità.
Andrea Morrone
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