Δευτέρα 12 Δεκεμβρίου 2016

Grecia, il popolo di nuovo in piazza contro l’austerity (nel silenzio dei media)

Αποτέλεσμα εικόνας για greci in piazzaScuole e uffici pubblici chiusi, trasporti locali paralizzati, e così anche treni e navi traghetto. °°Dipendenti pubblici, bancari, marinai e molto altro hanno bloccato la Grecia con un nuovo sciopero generale, per dire basta all’austerità. Uno sciopero a cui la maggior parte dei media mainstream non ha dato voce, ma del quale noi del Diario vogliamo rendervi conto.
Perché è stata una dignitosa e compatta protesta contro il nuovo taglio dei salari e l’aumento delle tasse. Provvedimenti che il governo di Alexis Tsipras ha dovuto introdurre per portare a termine le manovre di austerità richieste dal Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione europea, e che saranno approvati dal Parlamento entro il fine settimana.
L’agitazione di 24 ore
L’agitazione è stata promossa dai sindacati del settore privato e da quelli della pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici, il personale delle banche, i dipendenti delle ferrovie, i marinai mercantili e i medici statali sono stati in prima fila tra i professionisti che hanno partecipato allo sciopero di 24 ore. Sciopero che ha visto il blocco delle navi da passeggeri nei porti, i trasporti urbani interrotti e gli uffici amministrativi chiusi.
La Grecia dopo la cura di austerity
Pensioni ridotte al 40%, disoccupazione alle stelle, povertà sempre più diffusa, ospedali arrancanti, privatizzazioni selvagge: è questa l’immagine della Grecia dopo la cura a base di austerity imposta dai creditori. I soldi per pagare le tasse non ci sono, ma la forza per protestare rimane. «Il peso che portiamo è già insopportabile», ha affermato in una dichiarazione il GSEE, uno dei più importanti sindacati del Paese, definendo le richieste dei creditori«irrazionali». “Stiamo reagendo alla austerità repressiva, alla povertà e alla miseria…ancora una volta ci troviamo ad affrontare le richieste assurde dei creditori (UE-FMI)», ha commentato il leader del sindacato GSEE.
I creditori vorrebbero limitare anche gli scioperi
I creditori vorrebbero che la Grecia revisioni la legislazione interna sul mercato lavoro per limitare gli scioperi paralizzanti e facilitare i licenziamenti. Un miliardo di euro di tassazione supplementare su elementi tra cui auto, servizi di telefonia fissa, pay TV, carburante, tabacco, caffè e birra sarà approvato dal Parlamento entro domenica. La spesa pubblica per gli stipendi e le pensioni sarà invece tagliata di 5,7 miliardi di euro il prossimo anno.
Privatizzazioni selvagge
I sindacati protestano anche per il progetto di raccogliere più di 2 miliardi di euro dalle privatizzazioni, compresi 1,2 miliardi di euro dalla vendita di aeroporti regionali. Lo scorso lunedì, Bruxelles ha approvato un alleggerimento di breve termine del debito. Ma le nuove manovre di austerità non hanno risparmiato Atene, che dall’inizio della crisi nel 2009 ha perso circa un terzo dei suoi introiti.
Il regalo di Natale di Tsipras ai greci
Il primo ministro Alexis Tsipras si augura di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno affinché i titoli di debito del Paese possano essere inclusi nel programma di acquisto di bond della Banca Centrale Europea. Ma la verità è che l’austerity di Bruxelles ha trasformato la Grecia, patria fondatrice della democrazia, in un Paese del terzo mondo. Il governo Tsipras, per alleviare il peso dell’austerity che grava sulla popolazione, ha deciso di regalare ai greci per Natale una tredicesima straordinaria alle pensioni minime, lo stop all’aumento dell’Iva per le isole dell’Egeo travolte dalla crisi migratoria e l’assunzione di 5mila medici.
Il surplus ai pensionati, e non ai creditori
«Il bilancio dello Stato per il 2016 si è chiuso con avanzo primario doppio rispetto alle previsioni», ha spiegato. E il surplus sarà destinato, anziché a ridurre il debito, al programma umanitario di Syriza. Oltre 620 milioni andranno in tasca agli 1,6 milioni di pensionati che prendono meno di 850 euro al mese, i principali obiettivi delle manovre imposte dalla Troika. L’assegno sarà spedito sotto forma di 13esima già nei prossimi giorni. E c’è da aspettarsi che la reazione di Bruxelles non sarà particolarmente entusiasta.

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