Δευτέρα 1 Απριλίου 2019

Pompei, ritrovato un “termopolio”, la tavola calda degli antichi romani

termopolio pompei

Pompei, dagli scavi di Regio V è emerso un termopolio, una vera e propria tavola calda dell’epoca. Lì i romani consumavano bevande e cibi caldi quando mangiavano fuori casa.

Giulia Clarizia - 31 03 2019  

Una testimonianza della vita quotidiana a Pompei si racconta attraverso la scoperta dell’ultimo Termopolio (tavola calda), recentemente affiorato dagli scavi della Regio V.

Il Termopolio è emerso nello slargo che fa da incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, ormai interamente portato in luce nel cantiere di scavo. L’impianto commerciale è parzialmente scavato, in quanto collocato lungo uno dei fronti di scavo, oggetto dell’intervento di messa in sicurezza  e consolidamento del Grande Progetto Pompei, che sta interessando gli oltre 3km di perimetro dell’area non scavata del sito.

Le decorazioni del bancone raffigurano su un lato, una bella figura di  Nereide su cavallo in ambiente marino e dall’altro l’ illustrazione, molto probabilmente, dell’attività stessa che si svolgeva nella bottega, quasi come un’insegna commerciale. Il ritrovamento di anfore poste davanti al bancone, al momento dello scavo,  rifletteva difatti esattamente l’immagine dipinta.

I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare)  incassate nel bancone di mescita in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina.

“Per quanto strutture come queste, siano ben note nel panorama pompeiano – dichiara la Direttrice ad interim, Alfonsina Russo –  il rinnovarsi della loro scoperta, con anche gli oggetti che accompagnavano l’attività commerciale e dunque la vita di tutti i giorni, continua a trasmettere emozioni intense che ci riportano a quegli istanti tragici dell’eruzione, che pur ci hanno consegnato  testimonianze uniche della civiltà romana”


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