Παρασκευή 28 Ιουλίου 2017

Dopo 2 secoli la Grecia rivuole indietro la Venere di Milo

Αποτέλεσμα εικόνας για Venere di Milo

La Venere di Milo universalmente nota come la statua di Afrodite, è uno dei pezzi più pregiati esposti al museo del Louvre. Atene, adesso, la rivuole indietro  Commenta  Condividi

Di Ylenia Pietrangeli

Dopo l’atteso ritorno di Atene sul mercato dei bond, la Grecia avanza la prima azzardata richiesta. Il sindaco di Milo, Gerasimos Damoulakis, ha chiesto con tanto di carta e penna, e con il sostegno del capo dello Stato greco, Prokopios Paulopoulos, al presidente francese Macron di restituire la Venere di Milo.

La dea della bellezza: la Venere di Milo

La statua di Afrodite, o Venere di Milo, simboleggia nella cultura moderna la bellezza femminile com’era rappresentata e intesa nel mondo classico. Quest’opera venne casualmente ritrovata da un contadino greco, nell’isola greca di Milo  – Milos, in greco – due secoli fa. Dopodiché venne acquistata da un militare francese che la diede in dono al suo re Luigi XVIII. La troviamo oggi esposta a Parigi, al museo del Louvre, tra la Gioconda e il sarcofago etrusco dei due sposi; ancora oggi è una tra le più celebri statue greche. Questa non è che la prima richiesta che il governo greco ha voluto fare: Atene vorrebbe anche riavere, infatti, i marmi originali del Partenone, custoditi al British Museum di Londra.

Due secoli di esilio

“Questo è l’inizio di un tentativo di ottenere qualcosa che dobbiamo sia ai nostri antenati che ai nostri nipoti“, ha dichiarato il sindaco di Milo a Euronews.  Si spera che l’invito a riportare a casa la Venere di Milo venga accolto positivamente e la statua ritorni in Grecia entro il 2020, ovvero dopo duecento anni dal ritrovamento.

Il sostegno del capo dello Stato

A sostegno dell’iniziativa di Gerasimos Damoulakis c’è anche il capo dello Stato greco, Prokopios Paulopoulos. Il presidente, durante una visita all’isola, avrebbe invitato tutti gli abitanti greci ad inviare messaggi di sostegno affinché la Venere di Milo possa ritornare nella sua isola nativa. La Grecia si accontenterà ancora per poco della copia che possiede, ospitata nel museo archeologico dell’isola, purché il cambio possa riavere presto la sua dea della bellezza.


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