Σάββατο 9 Ιανουαρίου 2016

L'isola di Creta (Candia) durante la dominazione Veneziana

La Regola di Venezia inizia con l'occupazione di Costantinopoli da parte dei Franchi nel 1204 e la vendita di Creta a Venezia da parte di Monferaticus Bonifatius che l'aveva ricevuta in dono dall'imperatore.


I Veneziani combattono con successo contro i Genovesi, e si stabiliscono sull'isola in modo permanente, scegliendo Heraklion come capitale.



La dominazione veneziana dura quattro secoli e storicamente viene divisa in due periodi: il primo si conclude nel 1453, quando i turchi occupano Costantinopoli e il secondo finisce nel 1669 quando, dopo 21 anni di assedio, Creta viene conquistata dai Turchi.

Durante la dominazione veneziana, la popolazione di Creta aumenta con l'arrivo di molte famiglie veneziane.
L'isola, conosciuta ora come “Regno di Creta”, originariamente divisa in sei “sestieri” viene organizzata in quattro contee.

Tutto il potere si concentra nelle mani del duca e dei suoi consiglieri, mentre per la popolazione locale non è previsto alcun incarico di potere.
I veneziani nominano un arcivescovo latino che cerca di limitare l'influenza della chiesa ortodossa e di confiscarne le proprietà.


La presenza dei Veneziani sarà così caratterizzata da molte insurrezioni e scontri, come quello, significativo, che vede come protagonista Scordilis, Callergis e le famiglie Melissinos, che otterranno alcuni privilegi per la popolazione locale, come il trattato del 1299 (Pax Alexii Callergi) che riconosce il diritto ad un vescovo ortodosso, il libero insediamento nell'isola e la libertà per gli schiavi.

Il movimento dei fratelli Callergi viene sostenuto anche dai feudatari veneziani, irritati dalle pesanti tasse, che contribuiscono alla proclamazione in Creta di una

democrazia autonoma, con il nome di "Democrazia di San Tito".
Nonostante questi miglioramenti il sistema feudale resta estremamente repressivo nei confronti dei contadini poveri, che continuano a lavorare come schiavi al servizio dei feudatari.
Dopo il declino del sistema feudale, prende il potere la borghesia mercantile, che impone un maggior peso per la chiesa ortodossa.



Elemento di base della dominazione veneziana è la crescita culturale, come testimoniano le significative opere della scuola cretese in pittura, teatro, letteratura e poesia.
Anche l'influenza architettonica è notevole: si erigono sublimi castelli, fortificazioni e opere pubbliche che si possono ammirare ancora oggi.


Il Ducato di Candia o Regno di Candia è stato dal 1212 al 1669 una colonia della Repubblica di Venezia costituita sull'isola di Creta, dai Veneziani chiamata, assieme alla sua capitale, Candia.

Con la conquista nel 1204 di Costantinopoli da parte della Quarta Crociata e la creazione di un nuovo Impero Latinoa spese dello sconfitto Impero BizantinoVenezia si era resa padrona di "un quarto e mezzo dell'Impero d'Oriente", espandendo i suoi possedimenti a creare un vasto impero marittimo che la rendeva padrona dell'Egeo e delMediterraneo orientale.
Nell'acquisire e organizzare i nuovi possedimenti la

Repubblica veneziana adottò il sistema feudale degli alleati franchi, in tal modo incentivando l'intervento privatistico delle grandi famiglie patrizie nelle nuove colonie e garantendosi dunque un controllo indiretto delle stesse: l'interesse della Repubblica non era infatti tanto il dominio territoriale, quanto la disponibilità di basi numerose e sicure per la flotta e il controllo delle rotte commerciali.
Sebbene fosse stata regolarmente ceduta a Venezia da Bonifacio del Monferratore di Tessalonica, che vantava il titolo nominale di Re di Creta, l'occupazione dell'isola era ostacolata dalla resistenza dellapopolazione greca e dei Genovesi, principali rivali di Venezia in Oriente, che si erano insediati nella città diCandia sotto la guida del genovese detto Enrico Pescatoreconte di Malta[1]

L'occupazione veneziana, 1209-1211, richiese ingenti sforzi, ma il possesso di Creta era strategico nell'ottica del dominio veneziano nel Mediterraneo orientale: la posizione centrale lungo le ricche rotte commerciali, la ricchezza dei centri urbani e dei suoi prodotti la rendevano una preda fondamentale.
Nel 1212 Creta venne divisa in feudi, spartiti tra le famiglie patrizie e costituita in Ducato e vi viene insediatoJacopo Tiepolo. Per piegare gli abitanti, che, intolleranti verso la nuova dominazione (dove non insensibile era l'influenza delle differenze religiose tra la Chiesa Latina e quella Greca), davano vita a frequenti sommosse, la Repubblica divise l'isola in sei regioni a ciascuna delle quali faceva corrispondere uno deisestieri di Venezia, dalla quale incentivava l'invio di coloni (nobili e cittadini), donando terreni e proprietà a condizione che li difendessero in nome della madrepatria. Ai sei sestieri la Repubblica aggiungeva un settimo territorio, comprendente la città di Candia, di diretta proprietà del Commune Veneciarum.

Dato l'altissimo numero di coloni presenti, l'organizzazione politica dell'isola venne modellata su quella della Repubblica veneziana, con un insieme di assemblee al cui vertice era il Duca (esattamente come a Venezia lo era ilDoge). Il Duca era un nobile nominato a Venezia dal Maggior Consiglio ed era assistito da due consiglieri, tuttavia le questioni amministrative erano decise dal Maggior Consiglio di Candia, composto da tutta la nobiltà veneziana residente nella colonia e da tutta la nobiltà greca dell'isola. Anche le altre magistrature erano costituite sul modello della Repubblica e le cariche più importanti erano esclusivamente riservate ai veneziani, mentre quelle subalterne erano riservate ai Cretesi. Assoluta parità venne garantita ai riti latini e ortodossi.
In tal modo Creta veniva ad avere un'amplissima autonomia nell'ambito dei domini marittimi, con grandi privilegi che ne segnalavano l'importanza: Venezia interferiva il meno possibile con le questioni dell'isola, rimandando ai coloni lo sviluppo del commercio col mercato di Rialto e l'esercizio dei doveri verso la madrepatria, limitandosi ad occupare solo la massima carica del Ducato come segno della propria supremazia.

La vita del Ducato di Candia continuò ad essere tuttavia segnata da frequenti rivolte: nel 1274, quando il Duca e molti nobili veneziani sono massacrati, nel 1277, quando la stessa Candia è assediata dai ribelli greci, e poi ancora tra il1283 e il 1299 e infine nel 1341, quando a lungo i Veneziani sono costretti a rinchiudersi nelle loro fortezze: fatti che spinsero più volte l'allarmato governo della Repubblica ad intervenire con decisione per riportare l'ordine nella colonia. L'ultima serie di disordini, però, scoppiò nel 1363coinvolgendo, oltre che la nobiltà e la popolazione greca, la stessa nobiltà e popolazione dei coloni veneziani, che si rivoltarono contro l'eccessiva pressione fiscale, rovesciando le istituzioni e istituendo un nuovo governo. Il fatto era per Venezia intollerabile è la città si preparò ad una grande spedizione punitiva per reprimere la ribellione, ma, mentre la Repubblica stava per intervenire, i coloni rimastele fedeli riuscirono a riprendere il controllo di Creta: nonostante questo l'isola perse per sempre la propria organizzazione feudale, le assemblee e i magistrati, finendo sotto il diretto controllo della Repubblica.
Nel 1571 l'isola venne una prima volta minacciata dall'Impero Ottomano, durante la guerra di Cipro, per cui il nuovo Duce e Govenatore di Candia, il forlivese Brunoro II Zampeschi,Principe, Signore Sovrano e Vicario Pontificio Perpetuo di Forlimpopoli, si impegnò in un'attenta ed efficace opera di controllo e rafforzamento delle difese dell'isola migliorandone l'efficacia e costituendo una Milizia dei Cavalieri di Candia.
L'attacco finale contro Candia venne sferrato nel 1645 quando i Turchi sbarcarono in forze sull'isola, scatenando la Guerra di Candia e occupando rapidamente gran parte dell'isola. Venezia reagì duramente, portando la guerra in tutto il Mediterraneo orientale e giungendo a minacciare la stessa Istanbul. Nel 1647 iniziò l'assedio di Candia: la città resistette strenuamente agli assalti ottomani per 22 lunghi anni, capitolando solo nel 1669, quando Venezia fu costretta a rinunciare per sempre alla sua perla più preziosa.

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