Dopo l’indipendenza greca, l’unica comunità di origine italiana di un certo rilievo, nell'attuale territorio greco, fu quella esistente in ambito ebraico a Salonicco, che dipendeva ancora dall'Impero Ottomano. Dopo l'espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, infatti, Salonicco era progressivamente divenuta un luogo d'accoglienza per i numerosi ebrei sefarditi, sia direttamente, sia attraverso il transito dall'Italia del sud, che – per reazione - adottò ulteriori provvedimenti di espulsione.
L'Impero ottomano, che già controllava la città greca, al contrario, concedeva protezione ai cristiani e agli ebrei, purché sottomessi allo status di dhimmi, seguendo la legislazione musulmana sulle "Genti del Libro" (inarabo Ahl al-Kitab).
Nei secoli successivi erano giunti a Salonicco ebrei calabresi, veneziani, pugliesi, e napoletani. Nel 1519 gli ebrei – italiani compresi - formavano complessivamente il 56% degli abitanti di Salonicco e nel 1613 il 68%[5].
Nella seconda metà del XIX secolo, la religione ebraica a Salonicco conobbe una vera rinascita, proprio grazie all’azione degli ebrei provenienti dai paesi cattolici ed in particolare da Livorno. Livornesi erano gli Allatini, cioè la punta di diamante dell’imprenditoria ebraica della città, che impiantarono diverse attività su scala industriale, mulini e altre industrie alimentari, mattonifici e manifatture del tabacco.
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