La Grecia ha 11 milioni di abitanti. Circa il 90 per cento di questi è greco e gli stranieri residenti nel paese provengono soprattutto da Turchia, Albania, Romania e Bulgaria. Il 98 per cento dei greci è cristiano ortodosso.
Dalla fine del 2009 la Grecia è stata colpita da una drammatica crisi economica, che ha ridotto il Paese sul lastrico. Dall'inizio della crisi, oltre 200mila greci sono emigrati all'estero.
La Grecia ha adottato l'euro il primo gennaio del 2001. Nei sei anni successivi, sembrava una delle economie più forti dell'eurozona. L'apparente crescita era in realtà alimentata da appalti truccati, giri di corruzione e spese eccessive del governo, ma sino al 2007 le banche e i fondi privati hanno continuato a investire in Grecia ed elargito grossi prestiti.
Nel 2007 e nel 2008 iniziarono a vedersi i primi segni di recessione economica, che si aggravò drasticamente alla fine del 2009. Nella primavera del 2010 divenne evidente che la Grecia fosse a rischio default: per anni aveva accumulato debiti, soprattutto con banche e investitori stranieri, e non era in grado di ripagarli.
Qui sotto: un grafico che spiega chi sono i principali creditori della Grecia
Nel maggio del 2010 la Troika - composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale - approvò un piano di aiuti di 110 miliardi di euro e creò il Fondo europeo di stabilità finanziaria, per evitare il default della Grecia e il possibile tracollo finanziario di altri Paesi dell'Unione europea.
Le condizioni del piano di salvataggio imposero duri tagli alle casse dello stato greco, che fu costretto a tagliare stipendi, pensioni, fondi sociali e posti di lavoro nel settore pubblico. Nel luglio 2011 viene approvato un secondo piano di aiuti per la Grecia, per un totale di 109 miliardi di euro.
Il primo ministro Alexis Tsipras - al governo dal 25 gennaio 2015 - ha proposto un programma radicalmente diverso da quello dei suoi predecessori. Pur dichiarando di voler restare nell'euro, ha cercato di restare fedele alla natura socialista del suo movimento politico, Syriza, senza cedere alle pressioni internazionali.
Le sue proposte sulla rinegoziazione del debito, che si oppongono a ulteriori tagli sui fondi pubblici, però, non sono state accettate dai creditori internazionali.
Secondo l'analisi del giornalista americano Timothy Lee, se la Grecia non avesse adottato la moneta unica avrebbe potuto far risollevare l'economia facendo stampare più carta moneta. Questo avrebbe fatto abbassare il valore della sua valuta, la dracma, e reso le esportazioni dalla Grecia più competitive sui mercati internazionali. Di conseguenza, si sarebbero abbassati i tassi d'interessi, incentivando anche gli investimenti interni e rendendo più semplice l'estinzione del debito.
Disoccupazione: è al 26 per cento, ovvero circa 1,3 milioni di persone senza lavoro. La maggior parte dei disoccupati non riceve alcun sussidio statale. Disoccupazione giovanile (fascia d'età 25-35 anni): 50 per cento.
Salario mensile: in media 600 euro (una riduzione del 38 per cento rispetto al 2009). Pensioni: sono state ridotte del 45 per cento dall'inizio della crisi dell'eurozona.
Povertà: il 18 per cento degli abitanti non riesce a soddisfare i propri bisogni alimentari e il 32 per cento vive al di sotto della soglia della povertà. Dal 2007, il Pil (prodotto interno lordo) del Paese si è ridotto di un quarto.
Salute pubblica: il 33 per cento della popolazione è senza assicurazione sanitaria.
Il prodotto interno lordo (Pil) si è ridotto del 25 per cento dall'inizio della crisi dell'eurozona. Il debito del Paese corrisponde al 172 per cento del suo Pil.
Dove sono finiti i soldi del piano di salvataggio europeo?
Solo una minima frazione dei 240 miliardi di euro che la Grecia ha ricevuto in totale dalla Troika tra il 2010 e il 2012 è arrivata nelle casse dello stato.
La maggior parte è stata distribuita tra le banche da cui la Grecia prendeva prestiti prima della crisi finanziaria del 2008, secondo quanto rivela il quotidiano britannico The Guardian.
Un totale di 140 miliardi di euro è stato usato per ripagare i debiti contratti in precedenza. Solo il 10 per cento del fondo è stato usato per riforme economiche e per aiutare i settori più colpiti dalla crisi. Il debito greco è ancora di 320 miliardi di euro e il 78 per cento dovrebbe essere ripagato alla Troika.
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