Τετάρτη 28 Μαρτίου 2018

LA TRANSUMANZA CANDIDATA UNESCO PER ITALIA, GRECIA E AUSTRIA

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Candidatura internazionale transumanza-Unesco, i media italiani esaltano i meriti di Asvir Moligal e dalla famiglia Colantuono: “Abbiamo dato il la al progetto nel 2015. Sarebbe la prima volta per il Molise”

28/03/2018

Grande eco per la notizia della candidatura internazionale della transumanza a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco, presentata ieri a Parigi dalle Rappresentanze Parlamentari di Italia, Grecia e Austria.

La notizia, che è stata diffusa dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha messo in luce il ruolo determinante svolto dal Molise in un lungo processo partito nel 2015 per volontà di Nicola Di Niro, direttore dell’Agenzia di Sviluppo Rurale Moligal e della famiglia Colantuono, custode del tramando in Molise e Puglia dell’antico rito agropastorale.

Il sito Repubblica online e la popolare trasmissione radiofonica di Rai Radio 2, Caterpillar, hanno raccontato del lavoro partito dal Molise ed esaltato la qualità della transumanza, nella sua genuinità e valore storico-paesaggistico dal forte contenuto identitario.Ottimo spot per il fenomeno delle migrazioni stagionali di greggi, mandrie a pastori. A Caterpillar i conduttori e il responsabile della comunicazione della transumanza molisana, Maurizio Cavaliere, hanno parlato del forte impatto mediatico del fenomeno, in particolare di quello della transumanza di maggio dalla Puglia al Molise, portata avanti con dedizione secolare dalla famiglia Colantuono. Immediato è stato il riscontro sulla pagina facebook dedicata ‘Transumanza e altre meraviglie dal Molise’.

«Siamo partiti nel 2015. Eravamo noi, la Puglia, l’Abruzzo, la Basilicata, il Lazio e la Campania. Poi abbiamo trovato manforte negli amici della Grecia, e ancora le altre regioni italiane legate alla transumanza, infine l’Austria e il grande lavoro del Mipaf che ha premiato il coinvolgimento attivo delle comunità che in questi anni si sono date da fare per valorizzare il fenomeno» dichiara Nicola Di Niro di Asvir Moligal, aggiungendo che «la candidatura formalmente presentata a Parigi è solo il primo paletto piantato lungo il programma ‘Pastoralismo, transumanza e grandi vie della civiltà’ sul quale siamo concentrati per il futuro». L’intuizione degli operatori molisani e il massiccio partenariato avvicinano la transumanza a un risultato straordinario: sarebbe la ‘nona meraviglia’ nel patrimonio immateriale italiano e la prima in assoluto, quindi anche considerando il patrimonio materiale, per il Molise.

Sono 8 gli elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale dal 2008: Opera dei Pupi siciliani; Canto a tenore sardo; Saper fare liutario di Cremona; Dieta mediterranea, elemento “transnazionale” (comprendente oltre all’Italia anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo); Feste delle Grandi Macchine a Spalla (La Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo); Vite ad alberello di Pantelleria; Falconeria elemento transnazionale (comprendente oltre all’Italia anche Emirati Arabi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Kazakhistan, Repubblica di Corea, Mongolia, Marocco, Pakistan, Portogallo, Qatar Arabia saudita, Spagna, Repubblica Araba Siriana) e L’Arte dei pizzaiuoli napoletani, datata 2017, la più recente.

Soddisfatto il sindaco di Campobasso e presidente della Provincia Battista: «C’è una grande fetta del territorio del capoluogo e della provincia di Campobasso che partecipa con fervore alla candidatura della Transumanza a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Una candidatura che mi riempie di orgoglio perché restituisce importanza ad un’antica tradizione, ormai poco praticata, e perché al tempo stesso valorizza quegli antichi ‘corridoi’ che una volta erano frequentati da pastori ed allevatori e che oggi, senza un’attenta e mirata azione di tutela, rischiano di scomparire. L’accoglimento da parte dell’Unesco della richiesta sarebbe un valido ed importante riconoscimento sociale, paesaggistico e antropologico, ma soprattutto un riconoscimento che andrà a salvaguardare quanti, con non poca fatica, mantengono ancora viva la transumanza. Ciò che mi rende ancora più fiero – conclude Antonio Battista - è che l’iniziativa di far appello all’Unesco sia partita proprio da un gruppo di persone del Molise, regione in cui la famiglia Colantuono da tempo lavora affinché l’antica tradizione non venga dimenticata».


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