Σάββατο 10 Μαρτίου 2018

Da Olimpia a Mistras, un viaggio tra mito e storia nella Grecia del Peloponneso.

Itinerario tra storia e mito, attraversando il Peloponneso a partire dalla città dei giochi.

Peloponneso Olympia
L’unica colonna rimasta in piedi del tempio di Zeus a Olympia

Un viaggio nella Grecia del Peloponneso è un viaggio nella Grecia più classica, quella dell’epopea, del mito, di un passato glorioso e di storie che hanno reso questi luoghi leggendari. Basta qualche nome per riportare alla mente personaggi epici e importanti momenti storici: Micene, patria di Agamennone; Epidauro, dove si sviluppò il teatro greco; Olimpia patria dei famosi giochi e prima tappa del nostro itinerario alla scoperta del Peloponneso.

Olimpia, la patria delle Olimpiadi dedicate a Zeus

Patrimonio dell’umanità, Olimpia oggi è una grande area archeologica nella quale è possibile toccare con mano alcune delle opere che chiunque, almeno una volta, avrà visto sui libri di storia. A cominciare dal Tempio di Zeus, in cui era custodita l’enorme statua della divinità, realizzata da Fidia, nel 430 a.C. e inserita fra le 7 meraviglie del mondo. Olimpia è famosa anche per aver ospitato i primi Giochi Olimpici, istituiti nel 776 d.C. Nel tempio di Era, che sorge alla base della collina di Cronion ed è la struttura meglio conservata di tutto il parco archeologico di Olimpia, ancora oggi avviene la cerimonia dell’accensione della torcia olimpica. In primavera il sito archeologico è circondato da una campagna illuminata dalla fioritura delle ginestre. Numerosi gli edifici che un tempo impreziosivano la zona. Tra questi il Filippeion, eretto per commemorare la battaglia di Chaioneia, lo stadio a cui si accedeva da un corridoio lungo 32 metri, e il laboratorio di Fidia, dove venne realizzata la statua di Zeus.

Un itinerario tra storia e natura

In un viaggio nella Grecia del Peloponneso consigliamo di seguire l’itinerario che parte da Olimpia, attraversa il Mani, penetra nel sud della Laconia, tocca Monemvassia e risale verso l’Arcadia, terminando a Nafplio. Le tortuose strade del Mani si arrampicano discrete lungo scogliere impervie, sulle quali si infrangono grosse onde fragorose. Si passa da strade che zigzagano su verdi colline colme di ulivi, e poi scendono già fino alle splendide baie dall’acqua turchese. I rettilinei sono molto rari, e i tempi di percorrenza dipendono molto dalle condizioni del fondo stradale, oltre che dalle soste improvvisate dei turisti che non resistono alla bellezza del mare e si precipitano a fare il bagno. L’itinerario è magnifico: ci si gode la pace degli uliveti così come la bellezza di borghi medievali da cartolina, case torri in pietra e un mare azzurro bello come pochi.

Mistras: un museo a cielo aperto

Arrampicandosi sui tornanti mozzafiato della strada tra Kalamata e Sparta, si raggiunge Mistras, dove la sofisticata civiltà bizantina fu sconfitta dall’armata ottomana nel 1460. La città, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1989, si erge sulla sommità di uno sperone che si stacca dal massiccio centrale del Taigeto. Passeggiare per le vie di Mistras è come visitare un museo a cielo aperto, dove affreschi, esempi di pittura murale e dettagli architettonici, testimoniano l’illustre passato della cittadina. Le sue origini di fortezza sono testimoniate dalle mura medievali. Oggi è possibile ammirare il castello sulla cima o “kastro”, la città alta con la chiesa di Aghia Sofia, il Palazzo dei Despoti, la porta di Monemvassia e la città bassa. Qui sorge lo spettacolare monastero di Perivleptos, interamente scavato nella roccia, che custodisce al suo interno un ciclo di affreschi eseguito durante il regno di Kantakouzenos (1348 – 1384) che rappresenta uno degli esempi più pregevoli di pittura bizantina. Tra le più grandi attrattive di Mistras, da visitare in un viaggio nella Grecia del Peloponneso, c’è sicuramente il Convento delle monache di Pantanassa, la cui costruzione è stata completata nel 1428. Qui vivono le poche monache rimaste, le uniche persone che ancora vivono a Mistras.

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