Nel corso del vertice del Consiglio europeo del 23 aprile, il premier della Grecia, Kyriakos Mitsotakis, ha chiesto all’UE di inviare un messaggio chiaro alla Turchia, denunciando 35 violazioni dello spazio aereo ellenico da parte di Ankara nella sola giornata di giovedì.
Nello specifico, secondo quanto rivelato dal quotidiano greco Ekathimerini, le intromissioni nello spazio aereo della Grecia da parte della Turchia si sono verificate tutte nel Mar Egeo. In particolare, dieci hanno riguardato soltanto le isole di Chio, Oinouses e Panagia, sorvolate ripetutamente dai caccia turchi. Tali azioni, aggiunge il quotidiano, sono concepite da Atene quali ulteriori mosse di Ankara per innalzare il clima di tensione tra i due Paesi.
In particolare, le intromissioni turche nello spazio aereo greco si ripetono dallo scorso 16 gennaio e, da quel momento, i caccia F-16 della Turchia hanno più volte sorvolato numerose isole del Dodecaneso, tra cui Arki, Lisso, Farmaco, Gaidaro e Agathonisi, e le isole vicine, come Samo, Lipsi, Chios, Oinouses e Makronisi. Tali sorvoli sono stati più volte condannati dalla Grecia, la quale li considera come intromissioni non autorizzate nel proprio spazio aereo.
Tuttavia, tali isole sono state al centro delle accuse avanzate lo scorso 16 aprile dalla Turchia nei confronti della Grecia, quando il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, aveva accusato la Grecia di aver violato il diritto internazionale, data la presenza di militari nelle isole dell’Est dell’Egeo.
In particolare, Akar aveva contestato il mancato rispetto da parte della Grecia della clausola sulla demilitarizzazione delle isole del Dodecaneso, sancita dal Trattato di Losanna, firmato il 24 luglio 1923 dalla Turchia e dagli Alleati della Prima guerra mondiale, il quale pose fine al conflitto greco-turco. Nonostante tale clausola, aveva dichiarato Akar, Atene mantiene la propria presenza militare sulle isole e, in aggiunta, sebbene abbia acque territoriali per 6 miglia, “sostiene di avere uno spazio aereo di 10 miglia”. Tali pretese, aveva aggiunto Akar, sono contrarie sia al principio del buon vicinato sia al diritto internazionale.
In maniera simile, a poche ore dal primo sorvolo del 16 gennaio, il ministro degli Esteri della Turchia, Mevlut Cavusoglu, aveva messo in dubbio la sovranità della Grecia su alcune isole dell’Egeo. Ankara aveva così chiesto l’avvio di un processo di dialogo per discutere della sovranità sulle isole, ma Atene aveva risposto che lo status giuridico del Mar Egeo e delle isole che ne fanno parte risulta disciplinato da trattati internazionali, motivo per cui “non vi è spazio per le dispute”.
Successivamente, inoltre, Akar aveva richiesto alla Grecia di demilitarizzare 16 isole dell’Egeo, nei pressi delle coste turche, ritenute illecitamente armate, e da quel momento sono continuati i voli non autorizzati degli aerei caccia F-16 turchi all’interno dello spazio aereo ellenico, in corrispondenza delle isole dell’Egeo.
Nonostante le ripetute condanne da parte della Grecia, Akar aveva già annunciato, il 9 aprile, le intenzioni di Ankara di procedere in ogni caso con i suoi programmi di esplorazione energetica nell’Egeo, nel Mediterraneo orientale e nelle acque a largo di Cipro.
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