Nel 1577, un sacerdote di San Giorgio dei Greci rivoluzionò il contesto ecclesiastico della comunità greca di Venezia: si trattava di Gavriìl Sevìros. Un monaco letterato, nato a Malvasia nel 1541, cresciuto nella Creta veneziana, dove era fuggito dopo la presa di Malvasia da parte dei Turchi;
studiò teologia a Padova e che divenne prete nella città di San Marco nel 1573. Quattro anni dopo, Il patriarca ecumenico di Costantinopoli lo ordinò metropolita di Filadelfia, in Lidia, nell’Asia Minore.
Tuttavia, essendosi rifiutato di stabilirsi nella “povera e schiava” Filadelfia, la Confraternita greca di San Giorgio di Venezia lo elesse suo capo religioso. Così, il Patriarcato ecumenico sotto Geremia II Tranos, dopo aspre controversie, decise che la diocesi di Filadelfia si sarebbe trasferita de facto a Venezia.
Seviros divenne così il primo dei nove metropoliti di Filadelfia con sede nella Serenissima anziché in Asia Minore, i quali rifiutarono qualsivoglia subordinazione alla Chiesa Romana e al Papa; al contrario, dipendevano direttamente da Costantinopoli.
Seviros fu un uomo diplomatico, profondamente istruito, molto attivo, ben capace di rappresentare la Chiesa Ortodossa nell'Occidente Cattolico con grande convinzione ed energia. La nostra Comunità ha beneficiato grandemente dei suoi servizi durante i suoi 40 anni in carica, anche per questo gli veniva concesso uno stipendio annuale abbastanza alto. Ma lo stesso Venezia dogale lo onorò profondamente e gli assegnò premi e indennità varie. Il primo metropolita di Filadelfia organizzò il funzionamento della chiesa greca di San Giorgio, che era stata appena completata, fondò, tra le altre cose, un monastero femminile (1599) e svolse un ruolo importante nella creazione di una scuola ufficiale della comunità. Venezia riuscì a concedere alla Confraternita 150 ducati all'anno per il funzionamento della Scuola di lettere greche e latine, dove fino alla fine del XVII secolo insegnarono saggi come Teofilo Korydalleas e dove venivano istruiti non solo i Greci di Venezia, ma anche tanti altri provenienti da ogni dove. Seviros aveva direttamente in sua mano, tra gli altri suoi compiti, la progettazione e la recita dei sermoni ogni domenica a San Giorgio. Abbiamo testimonianze della sua copiosa corrispondenza con l’arcivescovo di Canterbury per la pubblicazione delle opere di Giovanni Crisostomo in Inghilterra. Tenne per la prima volta i registri dei battesimi e matrimoni celebrati a San Giorgio nel 1599. Morì nel 1616 e fu sepolto con grandi onori nella chiesa di San Giorgio. Era grandemente indebitato perché usava il suo salario per pagare a sua volta i debiti ai parenti indigenti e ai membri bisognosi della comunità greca. La Comunità Greca si impegnò a saldare i suoi debiti dopo la sua morte dopo aver venduto i suoi manoscritti e libri all'ambasciatore del duca di Savoia Carlo Emanuele. questo è il motivo per cui alcuni di essi sono conservati a Torino. Si trattò di una parziale disattesa del suo testamento che indicava di venderli alla Comunità Greca “per farne una libreria studiense, a maiore gloria della Natione”. Alla base del campanile di San Giorgio in Campo dei Greci, un’epigrafe di marmo ricorda ancora ai fedeli i 13 metropoliti di Filadelfia in Venezia che, fino al 1820, fenomeno unico, furono eletti dal popolo e non dal clero.
Fonte: Comunità dei Greci Ortodossi in Venezia
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