21 settembre
2018: Zacharias Kostopoulos, attivista e difensore dei diritti umani, muore
in Grecia in seguito ad una violenta
aggressione.
I
video dei testimoni hanno mostrato che l’attivista greco, trovatosi all’interno
di una gioielleria, per ragioni ancora non meglio identificate, è stato
brutalmente picchiato da due uomini. I filmati mostrano anche come la polizia,
arrivata sul posto, ha cercato violentemente di arrestare Zak mentre era a
terra moribondo.
Zak muore
così, per ferite multiple. La sua morte sconvolge non solo i suoi familiari, ma
tutta la comunità e tutti gli attivisti sensibili ai diritti umani in Grecia
come all’estero.
Oggi,
nonostante l’indagine già in corso da tempo, non si è ancora fatta luce sulle
vere cause e modalità della morte. Le persistenti carenze sistemiche sulle
indagini riguardanti i casi di violenza della polizia in Grecia, la
riproduzione di svariate notizie false sul caso, la scarsa velocità delle
ricerche e la poca trasparenza della narrazione logica degli avvenimenti, sono
una terribile chiave di lettura della realtà che circonda il caso di Zak e non
solo.
Questo come
molti altri casi, mostra per altro, l’ancora profondo pregiudizio che persiste
nella nostra società nei confronti delle personalità più vulnerabili.
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