Tramonto sulla
bianca scogliera dell’antico Leukopetra Akroterion (dal gr. ‘Promontorio di
pietra bianca’, oggi Capo dell’Armi, a Lazzàro di Motta S. Giovanni, Reggio
Calabria) – Ph. courtesy Giuseppe Filice
Una vita passata alla riscoperta delle radici grecaniche dell’estrema
punta della Penisola, riecheggia in un libro postumo curato dai figli. A
Lazzàro un concorso per le scuole dedicato all’archeogastronomia
di Adele Filice
Terra dai mille aspetti, la Calabria è stato spesso definita da
scrittori, storici, letterati al plurale: le Calabrie, a sottolineare il suo
essere molteplice in quanto a storia, ambiente e cultura. Una Calabria arcaica,
fascinosa, per paesaggi e tradizioni, in cui si scorge ancora il sigillo della
grecità forse anteriore al periodo magno-greco, è quella che si adagia tra i
rilievi aspromontani e la costa che, dal profondo Sud, vira verso il basso
Ionio. È la Calabria greca, dove l’etnia grecanica appunto, parla il greco
antico, conserva pregnanti impronte elleniche, non solo linguistiche ma anche
culturali e gastronomiche e l’ambiente ci mette del suo con paesaggi assolati,
pietrosi, selvaggi – tra frinire di cicale e di grilli che scandiscono il
giorno e la notte – e un mare cristallino degni di una descrizione omerica.
Il volume di Nunzio Riggio
Di questa Calabria si è fatto autentico cantore – e ne è stato
interprete genuino e appassionato – Annunziato Riggio, Nunzio per gli amici,
figlio di contadini, impiegato nelle Ferrovie, contestatore sessantottino poi
ritornato al lavoro dei campi, con la passione viscerale per le radici del suo
mondo: la Grecìa calabrese. Oggi, tutta questa passione trabocca da Leucopetra
“un paese al quale la storia ha cambiato nome”, un piccolo e preziosissimo
volumetto edito a cura dei figli Francesco e Giuseppe Riggio, suoi eredi
familiari e spirituali, con una dedica in copertina – Da Annunziato Riggio alle
nuove generazioni – che condensa e consegna ai posteri gli sforzi di
un’esistenza, la volontà di una vita trascorsa tra lotte sociali, lavori nei
campi e amore per il sapere.
Con certosina pazienza e incondizionato amore, nel volume Nunzio
racconta la storia della sua Leucopetra, oggi Lazzàro, frazione di Motta San
Giovanni, uno dei luoghi più a sud della penisola italiana, dove Mito e
personaggi omerici s’intrecciano alla religione pagana e cristiana, in un
affresco in cui trovano posto notizie di vicende dinastiche, feudali, belliche.
E culturali, lessicali ed enogastronomiche, dove la grecità fa capolino tra una
grigliata omerica – la carne suina arrostita e cosparsa di farina – e diversi
geonimi, tra un capicollo azze anca – il cuore del prosciutto confezionato come
il capicollo, gustoso prodotto della norcineria grecanica, presidio Slow Food e
vanto tra le altre produzioni dell’azienda agricola e agrituristica dei Riggio
– ricette tradizionali e termini del linguaggio quotidiano che derivano, dritti
come fusi, dall’Ellade.
L’antica Leucopetra contrassegnata (nel cerchio rosso a destra) in
una riproduzione della celebre Tabula Peutingeriana
Il 3 maggio sarebbe stato il suo compleanno, ma una malattia
inesorabile ha messo fine al suo viaggio terreno. Famiglia, amici, conoscenti,
scolaresche lo hanno festeggiato, malgrado la prematura assenza, con la
presentazione del libro a cui ha dedicato una vita e la conclusione-premiazione
del concorso – giunto alla X edizione – “Il linguaggio del cibo: Per non
dimenticare… Archeogastronomo per un giorno”. Il concorso, ideato dalla
famiglia Riggio, e rivolto alle scuole di primo e secondo grado, è un’altra
delle fantastiche iniziative partorite dalla mente brillante di Nunzio che
seguiva, quasi come una magnifica ossessione, l’idea che le radici, per essere
fruttifere per l’albero, dovessero essere coltivate. Magnifica metafora e
realtà evidente, per un contadino come lui, che coltivava da intenditore,
radici reali e simboliche.
Annunziato Riggio
Al tavolo dei lavori si sono avvicendati, oltre alle presenze
istituzionali e didattiche, carissimi amici di una vita di Nunzio come Antonino
Sgrò – che ha illustrato in sintesi i contenuti del libro – e Carmelo Giuseppe
Nucera – Presidente dell’Associazione Culturale Apodiafazzi (alba, in greco) –
che ha lanciato ai presenti lo spunto per una serie di interessantissimi
progetti di marketing culturale e turistico, non solo per Leucopetra e Motta,
ma per tutto il distretto geografico-culturale della Grecìa calabrese.
Il Castello di Sant’Aniceto, a Motta S. Giovanni – Ph. © Vince
Gelso
Non poteva
mancare, come nella migliore tradizione dell’ospitalità classica, il cibo e il
vino: una regale affettata di capicollo azze anca e uno schietto bicchiere di
rosso col quale molti degli ospiti presenti, siamo certi, avranno brindato alla
memoria di Nunzio che con le sue parole, i sentimenti che ispira e il lavoro
della famiglia e degli amici, aleggia ormai come un Nume tutelare sulla sua, e
la nostra – quella che deve sentire propria ogni Calabrese degno di tale nome –
Calabria greca.
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