Τρίτη 8 Μαΐου 2018

Perché difendere il classico? Dialogo con il prof. Paolo Fedeli

Al liceo scientifico “Nuzzi” la lectio magistralis con il professore emerito


Contro le riforme della scuola e i tagli alle discipline sempre più disprezzate nell'attuale orizzonte utilitaristico e tecnocratico, perché difendere il classico?

ANDRIA - MARTEDÌ 8 MAGGIO 2018
A cura di SARA SURIANO

Lo abbiamo chiesto ad un esperto: Paolo Fedeli, docente emerito di lingua e letteratura latina presso l'Università degli studi di Bari e accademico nazionale dei Lincei, che giovedì 3 maggio ha tenuto una lectio magistralis presso liceo scientifico di Andria "R. Nuzzi".

«Il patrimonio classico è la carta di identità di ognuno di noi, – ha spiegato il professor Fedeli – poiché ha costituito il mondo in cui siamo immersi, dando vita ad una cultura italiana ed europea che, in maniera consapevole o non, ci accomuna. Che di questo vi sia consapevolezza è il presupposto per un confronto maturo con altre identità».

In Italia è stata la letteratura, più dell'arte o della musica a garantire un'identità nazionale. Nel preservare questa identità, quanto è determinante lo studio del latino, della lingua "morta" che, nell'attuale congiuntura socio-economica, sembra oggi destinata ad un pubblico di specialisti? Insomma, se un ragazzo le chiedesse «Perché studiare latino?», lei cosa gli risponderebbe?

«Il rapporto di un popolo con una cultura è veicolato dallo studio della sua espressione scritta. Smettere di conoscere il latino significa perdere la possibilità di conoscere il proprio patrimonio culturale e, soprattutto, di interloquire con esso. I classici sono tali perché, anche dopo secoli, continuano a parlarci, pur cambiando il loro modo di rapportarsi rispetto al lettore».

Dunque, lei ritiene che la contemporaneità fornisca una necessaria chiave di lettura del classico; ma, a proposito di contemporaneità, ha precedentemente parlato di autori che «scrivono senza raccontare nulla». Qual è il suo giudizio sul panorama attuale?

«Onestamente, non ho una grande stima del panorama italiano contemporaneo. Aveva forse ragione Leopardi nel dire che "è lo stile a fare l'autore". Mi spiego meglio: tutti possono provare le stesse emozioni del recanatese, ma quanti possono uguagliarlo nel saperle raccontare? È insita in questo la grandezza ».

Nella realistica convinzione che sia la scuola, prima di ogni altra interferenza, a costruire la persona del domani, ci chiediamo: cosa resta da fare agli insegnanti di letteratura, ormai relegati ad una catena burocratica, per superare questo momento di crisi e risollevare il panorama letterario italiano attuale?

Probabilmente la risposta ci è data da Machiavelli: bisogna ritornare alle origini.

Dunque, il classico non è mai stato più attuale di così.

Curriculum vitae del prof. Paolo Fedeli (Ancona 16.7.1939)

Accademico Nazionale dei Lincei e membro straniero dell'Accademia delle Scienze di Lisbona, ha compiuto i suoi studi secondari a Jesi (An) e si è laureato in Lettere classiche presso l'Università degli Studi di Bari nel giugno del 1961. Libero docente in Letteratura latina nel 1967, nel 1968 è risultato vincitore della cattedra di Filologia classica presso l'Università di Friburgo (Svizzera), che ha tenuto sino al 1975. Dal 1976 al 31 ottobre 2010 è stato ordinario di Letteratura latina nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari; attualmente è Professore Emerito dell'Università degli Studi di Bari.

Ha ricevuto la laurea 'honoris causa' dalle Università di Lisbona (Portogallo) e Mar del Plata (Argentina). Cittadino onorario di Jesi e di Venosa, è stato presidente della Consulta Universitaria di Studi Latini e vicepresidente del Comitato di scienze storiche, letterarie e filologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Già presidente della Giunta esecutiva del Bimillenario di Orazio, presidente del Comitato Scientifico del Bimillenario di Ovidio e componente della Giunta esecutiva del Centro di Studi Ciceroniani di Roma, è membro del comitato scientifico del Thesaurus linguae Latinae, dell'Istituto per la Magna Grecia di Taranto, dell'Accademia Properziana del Subasio di Assisi, dell'Accademia Ovidiana di Sulmona e della Petronian Society di Gainesville (Florida, USA).

Ha diretto la serie in 5 volumi dello Spazio letterario di Roma antica (Salerno Editrice, Roma); è stato consulente storico della serie di 15 volumi con videocassette Imago Urbis del Poligrafico dello Stato. Dirige le collezioni 'Studi e Testi' (Adriatica Editrice), 'Scrinia' (Edipuglia), 'Horatiana' (Edizioni Osanna), 'Studia Classica et Mediaevalia' (Bautz Verlag, Nordhausen, Germania). Direttore sin dalla fondazione della rivista "Aufidus", quadrimestrale di scienza e didattica della cultura classica, è condirettore della 'Rivista di Filologia e d'Istruzione Classica' e del 'Giornale Italiano di Filologia'. Fa parte del comitato direttivo delle riviste 'Bollettino di Studi Latini' (Napoli), 'Lexis' (Venezia), 'Argos' (Buenos Aires), 'Auster' (La Plata), 'Exemplaria Classica' (Huelva), 'Euphrosyne' (Lisbona).

Ha vinto il I premio al Certamen Capitolinum del Comune di Roma nel 1995; ha ottenuto il premio-riconoscimento 'Anteprima – Target' nella sua I edizione (Sassoferrato 1997), il premio Comuni della Vallesina nella sua I edizione (Jesi, 2002) e nel 2007 il premio come 'Marchigiano dell'anno per la cultura'.

Suoi libri e articoli sono stati pubblicati, oltreché in Italia, in Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera. Il suo libro sul carme 61 di Catullo è stato tradotto in inglese, quello su Ecologia e mondo romano in spagnolo e in francese. Ha tenuto cicli di lezioni, seminari e conferenze in Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Spagna, Svizzera e in Sudamerica (Argentina, Brasile, Cile). Dal 1990, tiene lezioni e seminari nelle principali università argentine e dal 1995 nelle Università di Lisbona e Coimbra.

Ha rivolto gran parte della sua attività agli autori latini del I sec. a.C. e del I sec. d.C.: di Cicerone ha curato le edizioni critiche del De officiis, del De amicitia, delle Philippicae (per la Teubner di Lipsia) e i commenti della Pro Milone e della Pro Murena, oltre a quello del Commentariolum petitionis del fratello Quinto. Editore (per la Teubner) e commentatore di Properzio, ha scritto saggi e commenti su Catullo, Virgilio, Orazio (di cui ha commentato il IV libro delle Odi, le Satire, le Epistole e l'Ars poetica), Tibullo, Ovidio. È autore di numerosi studi sul romanzo petroniano e sull'oratoria imperiale (Panegirico di Plinio; Panegirici latini). Si è occupato anche di ecologia nel mondo romano nel volume La natura violata (Sellerio – Palermo 1990).


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