Πέμπτη 24 Μαΐου 2018

Grecia: è un momento cruciale per il futuro economico di Atene

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Dopo 8 anni di sostegno economico, la Grecia si prepara a uscire formalmente dai piani di salvataggio. Ma un ulteriore alleggerimento del debito sembra necessario.

Marco Ciotola, 24 Maggio 2018 

Le discussioni riguardo la futura restituzione del debito greco si stanno moltiplicando, mentre il Paese spera di mettere fine agli anni di sostegno economico, partiti quando la crisi del debito sovrano della zona euro ha devastato la sua economia.

FMI, creditori europei e governo greco stanno definendo i dettagli finali di un accordo che renderà più facile per Atene ripagare i propri debiti.

La questione si fa sempre più incalzante considerando che la Grecia si prepara a terminare, ad agosto, il suo terzo piano di assistenza finanziaria di 86 miliardi di euro. Fino ad allora, il governo greco avrà bisogno di certezze sulla riduzione del debito, così da essere in grado di abbandonare il sostegno internazionale dopo otto anni.

Debito greco: il ruolo cruciale dell’FMI

La Grecia cercherà di finanziarsi sui mercati pubblici dopo il mese di agosto. Ma senza dettagli chiari - o anche cambiamenti significativi - sul suo debito futuro, Atene rischia di far fronte a maggiori costi di indebitamento perché gli investitori si allontaneranno dal Paese, aumentando così la probabilità di una maggiore sofferenza economica per la nazione dell’Europa meridionale.

La Grecia ha attualmente un debito che è pari a circa il 180% del suo PIL, il più alto nella zona euro.

L’FMI ha ribadito la necessità di un accordo sulla riduzione dello stesso entro oggi, così da avere abbastanza tempo per erogare gli 1,6 miliardi di euro che ancora vorrebbe versare al Paese, come parte del suo terzo piano di salvataggio. Finora il fondo si è rifiutato di stanziare altro denaro alla Grecia, in attesa che il suo debito diventi più sostenibile, rilassando i termini e i pagamenti, ma allargando le tempistiche.

Sebbene gli 1,6 miliardi del FMI non rappresentino una cifra così alta rispetto agli 86 miliardi di euro proposti dai creditori europei, l’impegno finanziario di un’organizzazione tanto cruciale a livello geopolitico è essenziale ai fini della credibilità del Paese.

Secondo Constantine Fraser, analista della TS Lombard, avere un accordo con l’FMI sarebbe uno dei modi migliori per segnalare al mercato “che la Grecia ora può prendersi stabilmente cura di se stessa”.

Fraser ha aggiunto che anche la Germania preme per vedere l’FMI firmare l’attuale piano di salvataggio. Del resto, la partecipazione all’FMI è stata una condizione preliminare per il Bundestag (il Parlamento tedesco), che ha accettato il piano di salvataggio del 2015.

Ci sarà una riduzione del debito?

Non è la prima volta che le organizzazioni internazionali discutono la riduzione del debito per la Grecia. In realtà si tratta di un tema dibattuto dal 2015.

Nel 2016 fu firmato un accordo per concedere alcune misure a breve termine che avrebbero alleggerito il suo onere del debito. Accordo che includeva un’estensione delle scadenze relative ai rimborsi dei prestiti del secondo programma di salvataggio. Fu anche stabilito che la Grecia non avrebbe dovuto pagare alcun capitale né interessi relativi a quel secondo piano di salvataggio fino al 2023.

Al centro dell’attenzione c’è ora il debito a medio e lungo termine. Le misure dovrebbero essere collegate ai futuri tassi di crescita della Grecia, il che significa che più l’economia crescerà, maggiori saranno le restituzioni del debito che Atene dovrà sostenere.

Tuttavia, i diversi creditori non sono d’accordo sul fatto che questo collegamento debba essere automatico o soggetto ad approvazione annuale da parte dei vari governi nazionali.

Fraser di TS Lombard crede che un accordo potrebbe esserci oggi, nell’ambito di un vertice dei ministri delle finanze della zona euro a Bruxelles:

“Ma questa non è una scommessa sicura, e un rinvio della questione al prossimo Eurogruppo (a giugno) non può essere escluso”.

Quanto è grande il peso del debito greco?

La Grecia avrà bisogno di una cifra che si aggira attorno ai 12 miliardi di euro nel 2052 per sanare il suo debito. La restituzione dei prestiti, verso la fine del decennio che va dal 2030 al 2040, richiederà anche tra 6 e 8 miliardi di euro all’anno.

Ma una volta che i creditori avranno trovato un compromesso questi numeri potrebbero cambiare, e la Grecia potrebbe dover ripagare cifre più basse, anche se per più tempo.

Dopo un decennio di difficoltà economiche e circa 260 miliardi di euro per il piano di salvataggio, Atene sembra stia lentamente risollevando la sua economia, con un un tasso di crescita positivo dell’1,4% nel 2017, dopo il +0,2% nell’anno precedente.

Secondo le previsioni della Commissione europea, il paese crescerà dell’1,9% nel 2018 e del 2,3% nel 2019.


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