Il governo ellenico prepara le leggi chieste dai creditori e l'ultima correzione sulle tasse. Le misure correttive chieste dall'Fmi? "Le approveremo ma non sarà necessario approvarle perchè l'economia va meglio del previsto e inizieremo ora a ampliare la protezione sociale".
"Indosserò la cravatta solo il giorno in cui a Troika approverà il taglio del debito della Grecia", aveva detto Alexis Tsipras dopo la vittoria alle elezioni del 25 gennaio 2015. E forse quel giorno è arrivato.
L'Eurogruppo del 24 maggio, salvo sorprese sempre possibili, potrebbe approvare un primo meccanismo per rendere meno onerosa a breve termine l'esposizione ellenica. E il ministro della difesa Panos Kammenos, alla faccia della scaramanzia, ha anticipato i tempi regalando al premier due cravatte tra cui scegliere in vista dell'appuntamento di Bruxelles.
"Siamo alla svolta, stiamo per metterci alle spalle sei anni neri", ha ammesso anche il primo ministro. La strada verso il lieto fine però, come sempre quando si parla di Atene, è tutt'altro che in discesa. Tra oggi e il 24 maggio c'è ancora un passaggio parlamentare delicatissimo e il governo ha iniziato a lavorare all'ennesima legge d'austerità da portare in aula prima del prossimoEurogruppo. Un voto dove Tsipras (questo spiega forse i toni ottimisti un po' forzati che usa in questi giorni) dovrà cercare di tenere una volta di più unita la sua maggioranza, malgrado i malumori della minoranza di Syriza. Il peggio, anche da questo punto di vista, dovrebbe essere alle spalle. La legge più difficile da digerire per l'ala più radicale del partito, quella sulle pensioni, è stata approvata domenica sera con l'en plein di voti, 153 sui 153 della maggioranza. "Otterremo l'ok agli aiuti e il via libera alla discussione sul debito senza dover dire sì a nuova austerità", ha detto Tsipras. I nuovi provvedimenti correttivi contengono però alcuni elementi che potrebbero riaccendere le tensioni domestiche: nuove tasse indirette pari all'1% del pil (1,8 miliardi), il varo del board del fondo per le privatizzazioni e soprattutto le clausole di salvaguardia imposte dal Fondo Monetario Internazionale da far scattare in caso di sforamento degli obiettivi di bilancio nei prossimi mesi.
"Su questo fronte abbiamo accettato il lodo proposto dal governo ellenico" ha detto tendendo un ramoscello d'ulivo il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Atene dovrà quindi solo mettere nero su bianco chi come e in che misura dovrà intervenire se l'avanzo primario del 2018 non raggiungerà il 3,5% previsto, senza dettagliare con precisione quali tagli saranno fatti. E i parlamentari di Syriza potrebbero quindi dare il loro sì senza troppi patemi anche perchè "la ripresa - come ha detto Tsipras - ci consentirà di lavorare finalmente ad ampliare la protezione sociale" "L'economia va meglio delle previsioni, voteremo questi vincoli ma non sarà necessario applicarli" ha detto fiducioso il premier. Si vedrà se basta. La Germania (Wolfgan Schaeuble in testa) resta freddissima sul taglio del debito e cercherà di sicuro nuove strade per posticipare ogni decisione su questo fronte. Le colombe - tra cui ci sarebbe anche Angela Merkel - non vogliono trascinare la crisi di Atene troppo in là, facendola
coincidere con il referendum sulla Brexit e le elezioni spagnole. Per questo motivo la Ue sarebbe pronta a fare le prime concessioni già il 24. E il D-Day in cui Tsipras dovrà far violenza a se stesso e annodarsi la cravatta al collo, in quel caso, sarebbe davvero dietro l'angolo.
"Indosserò la cravatta solo il giorno in cui a Troika approverà il taglio del debito della Grecia", aveva detto Alexis Tsipras dopo la vittoria alle elezioni del 25 gennaio 2015. E forse quel giorno è arrivato.
L'Eurogruppo del 24 maggio, salvo sorprese sempre possibili, potrebbe approvare un primo meccanismo per rendere meno onerosa a breve termine l'esposizione ellenica. E il ministro della difesa Panos Kammenos, alla faccia della scaramanzia, ha anticipato i tempi regalando al premier due cravatte tra cui scegliere in vista dell'appuntamento di Bruxelles.
"Siamo alla svolta, stiamo per metterci alle spalle sei anni neri", ha ammesso anche il primo ministro. La strada verso il lieto fine però, come sempre quando si parla di Atene, è tutt'altro che in discesa. Tra oggi e il 24 maggio c'è ancora un passaggio parlamentare delicatissimo e il governo ha iniziato a lavorare all'ennesima legge d'austerità da portare in aula prima del prossimoEurogruppo. Un voto dove Tsipras (questo spiega forse i toni ottimisti un po' forzati che usa in questi giorni) dovrà cercare di tenere una volta di più unita la sua maggioranza, malgrado i malumori della minoranza di Syriza. Il peggio, anche da questo punto di vista, dovrebbe essere alle spalle. La legge più difficile da digerire per l'ala più radicale del partito, quella sulle pensioni, è stata approvata domenica sera con l'en plein di voti, 153 sui 153 della maggioranza. "Otterremo l'ok agli aiuti e il via libera alla discussione sul debito senza dover dire sì a nuova austerità", ha detto Tsipras. I nuovi provvedimenti correttivi contengono però alcuni elementi che potrebbero riaccendere le tensioni domestiche: nuove tasse indirette pari all'1% del pil (1,8 miliardi), il varo del board del fondo per le privatizzazioni e soprattutto le clausole di salvaguardia imposte dal Fondo Monetario Internazionale da far scattare in caso di sforamento degli obiettivi di bilancio nei prossimi mesi.
"Su questo fronte abbiamo accettato il lodo proposto dal governo ellenico" ha detto tendendo un ramoscello d'ulivo il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Atene dovrà quindi solo mettere nero su bianco chi come e in che misura dovrà intervenire se l'avanzo primario del 2018 non raggiungerà il 3,5% previsto, senza dettagliare con precisione quali tagli saranno fatti. E i parlamentari di Syriza potrebbero quindi dare il loro sì senza troppi patemi anche perchè "la ripresa - come ha detto Tsipras - ci consentirà di lavorare finalmente ad ampliare la protezione sociale" "L'economia va meglio delle previsioni, voteremo questi vincoli ma non sarà necessario applicarli" ha detto fiducioso il premier. Si vedrà se basta. La Germania (Wolfgan Schaeuble in testa) resta freddissima sul taglio del debito e cercherà di sicuro nuove strade per posticipare ogni decisione su questo fronte. Le colombe - tra cui ci sarebbe anche Angela Merkel - non vogliono trascinare la crisi di Atene troppo in là, facendola
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