Il veneto ha esercitato un influsso sul greco moderno. Ma come mai? La risposta va cercata in un periodo compreso tra il Duecento e il Settecento, nei secoli di maggiore espansione (ma anche di stagnazione) della Repubblica di Venezia, la quale esercitò il suo potere anche su parti del mondo grecofono.
Nota bene: i termini greci sono affiancati da una traslitterazione semplificata “all’italiana”.
La dominazione veneziana in Grecia e a Cipro
Il veneto è sicuramente una delle lingue regionali italiane ad avere avuto larga diffusione al di fuori dei suoi confini originari. Se escludiamo le colonie venete in Brasile e in Messico (Chipilo) – formatesi a seguito dell’emigrazione avvenuta tra il XIX° e il XX° secolo – , ciò lo si deve soprattutto al secolare potere della Repubblica di Venezia, la quale ha dominato per secoli sull’Adriatico e sull’Italia nord-orientale. E questa diffusione è avvenuta nonostante per gran parte del tempo la Serenissima usò come lingua ufficiale prima il latino e poi l’italiano (anche se non mancarono documenti in veneto o in italiano venetizzante).
Tra i domini veneziani nell’Adriatico e nel Mediterraneo orientale si annoverano diversi territori che oggi fanno parte della Repubblica Ellenica (nonché l’intera Cipro), come possiamo vedere in questa immagine che mostra l’insieme dello Stato da Mar, ovvero il complesso dei territori d’oltremare della Serenissima (affiancati dagli anni in cui i veneziani hanno dominato).
Il periodo di dominazione veneta nella storiografia greca è noto come (Β)ενετοκρατία (Venetocratìa – Enetocratìa) – letteralmente “[il periodo del] governo veneziano”, la quale si inserisce nel più grande contesto della Φραγκοκρατία (Frangocratìa), detta anche Λατινοκρατία (Latinocratìa), ovvero le varie dominazioni di dinastie e signorie occidentali di religione cattolica in Grecia e a Cipro – , modellato sull’esempio di Τουρκοκρατία (Turcocratìa), termine che invece indica la dominazione ottomana.
Come ogni dominazione, anche quella veneziana ebbe i suoi pro e i suoi contro.
Va oltre il presente articolo parlarne estesamente, ma comunque una cosa va precisata: oggi – data la contrapposizione tra cristianesimo e islam, data la generale visione negativa che in Grecia si ha del periodo ottomano, e dati i buoni rapporti diplomatici tra Italia e Grecia – , un po’ dimentichi del secolare odio che i greci nutrivano verso i latini (cioè i cattolici), la dominazione veneziana viene vista sotto una luce favorevole, ma in realtà anche i veneziani si comportarono spesso in maniera non troppo limpida, dato che ad esempio Creta – dominio veneziano dal 1211 al 1669 – si rese protagonista di numerose rivolte contro la Repubblica (ispirate da nobili ma su base popolare, la più importante delle quali fu quella del 1363-1366), mentre a Cipro, durante la conquista ottomana dell’isola nel 1570-1571, i veneziani fecero una crudele spedizione punitiva contro un villaggio che aveva accolto festante l’arrivo turco, uccidendone tutti gli abitanti e radendolo al suolo.
Influsso linguistico
L’influsso del veneto sui dialetti neogreci delle aree che hanno conosciuto la dominazione della Serenissima varia in base al dialetto (ed è spesso legato al lessico della nautica), ma in molti casi è stato fortissimo: basti pensare ad esempio che nel 1938 il linguista e filologo Henry R. Kahane (1907-1992) raccolse, nei dialetti delle Isole Ionie (che hanno fatto parte di Venezia sino alla caduta della Repubblica nel 1797), circa 5000 tra italianismi e venetismi. E’ stata da parte sua una stima parziale, visto che poi l’indagine linguistica dovette essere interrotta a causa dello scoppio della guerra. Questi termini, comunque, sono oggi in gran parte obsoleti.
Molti venetismi – o parole greche che presentano influenze venete – di sicura (o molto probabile) provenienza sono entrati nello stesso neogreco standard. Tra quelli ancora presenti possiamo ricordare:
- αβαράρω (avaràro) = varare (naut.) (cfr. ven. avarar);
- βελούδο (velùdho) = velluto (cfr. ven. veludo, termine che già era entrato in età bizantina);
- καδένα (cadhèna) = catena (naut.); catena dell’orologio (cfr. ven. cadena);
- καμινάδα (caminàdha) = canna fumaria (cfr. ven. caminada);
- καρέκλα (carècla) = sedia (cfr. veneto carèga, a loro volta dal greco antico καθέδρα);
- κατσαρόλα (catsaròla) = casseruola (cfr. ven. cazzaròla);
- κονσεγιέρης (consejèris) = consigliere (cfr. ven. consegier);
- λαμαρίνα (lamarìna) = lamiera; latta (cfr. ven. lamarin);
- λα(γ)ούτο (lagùto – laùto) = liuto (cfr. ven. laùto);
- μαϊνάρω (mainàro) = ammainare (naut.) (cfr. ven. mainar);
- μαραγκός (marangòs) = falegname (cfr. ven. marangon);
- (μ)περγαντί (bergandì – pergandì) = brigantino (cfr. ven. bergantin);
- μπάρμπας (bàrbas) = zio (solo nella lingua popolare); appellativo dato a persone anziane (cfr. ven. bàrba [zio]);
- παστιτσάδα (pastitsàdha) = pasticcio (cfr. ven. pastizzada);
- περούκα (perùca) = parrucca (cfr. ven. peruca);
- πομάδα (pomàdha) = pomata (cfr. ven. pomada).
Inoltre, da segnalare l’origine veneta del suffisso neogreco -άδα (-àdha; cfr. ven. -àda), corrispondente all’italiano -ata: ad es. πορτοκαλάδα, aranciata (portocalàdha).
Bibliografia
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https://patrimonilinguistici.it/linfluenza-veneta-nel-greco-moderno/?fbclid=IwAR2I6UhFh0Rpr3pMfevdBgEAOje_dOeiomtehHUDOcneBB7wQfx4jeof0mk
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