Anteprima 5 marzo 2018, h. 19
Nato a
Volos, in Grecia nel 1888, e vissuto ad Atene, Monaco di Baviera, Milano,
Firenze, Parigi, Ferrara, New York, Roma, dove morirà nel 1978, Giorgio de
Chirico è tra i più importanti artisti del XX secolo.
Dopo gli studi al Politecnico di Atene e all’Accademia di Belle Arti di Monaco, dove approfondisce la pittura simbolista di Arnold Böcklin e si avvicina al pensiero filosofico di Arthur Schopenhauer e di Friedrich Nietzsche, de Chirico arriva in Italia nel 1909. Nel 1911 è per un breve periodo a Torino, dove i pomeriggi dalle lunghe ombre e la griglia ordinata di strade, piazze e portici con i loro archi gli danno l’impressione, come scrisse, che “la città sia stata costruita per le dissertazioni filosofiche”.
Autore di
un’arte nella quale l’intelletto domina sull’emozione e unisce con visionaria
originalità la filosofia della Grecia mitologica con l’algida classicità del
pensiero nordico, de Chirico è l’iniziatore della pittura metafisica, le cui
immagini enigmatiche, attraverso una pittura caratterizzata da ombre nette e
colori piatti, rimandano alla sospensione del tempo, all’immobilità, alla
fragilità della coscienza, all’inesprimibile e allo smarrimento che sono
grammatica dei sogni, cifra stilistica originale che è esito della profonda
cultura filosofica, letteraria e figurativa dell’artista. Precursore del
Surrealismo, a partire dagli anni Venti si impegna nel superamento degli stili.
Emerge un interesse crescente del Pictor optimus per il tema
della metamorfosi nel mondo antico, per quelle rifrazioni enigmatiche di senso
che prima di sciogliersi nel nulla suggeriscono figure dell’esistere.
La mostra Giorgio
de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti a
cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria presenta per la
prima volta al Castello di Rivoli un selezionato nucleo di capolavori di
Giorgio de Chirico provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti,
offrendo così alla fruizione pubblica opere sino a ora celate nella Villa
Cerruti di Rivoli, dimora voluta dall’imprenditore torinese negli anni sessanta
ad uso esclusivo della propria collezione privata. Per ammissione dello stesso
de Chirico, Torino, luogo che vide l’esplosione della pazzia di Nietzsche, è
tra le città italiane che ispirarono i primi quadri metafisici con le loro
atmosfere malinconiche. Includendo opere che spaziano dal 1916 al 1927, la
mostra al Castello di Rivoli presenta otto importanti dipinti del maestro della
Metafisica. Offrendo uno spaccato sull’inesauribile capacità metamorfica del
genio di de Chirico, la mostra ne indaga la ricca eredità intellettuale
presentando i suoi quadri in relazione con alcune tra le maggiori opere di arte
contemporanea della collezione permanente del Museo, tra cui installazioni di
Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto e Maurizio Cattelan.
Originale
inventore di un pensiero nel quale le memorie personali hanno intrecciato un
fecondo dialogo con i miti classici e la filosofia, nella sua continua ricerca,
che incluse la libertà di citare se stesso e non fermarsi ad un unico stile, de
Chirico abbracciò più metamorfosi artistiche per rispondere alle pretese di
progresso della modernità, resistendone la razionalità e la fascinazione per la
tecnologia.
In linea con
lo spirito che caratterizza la Collezione Cerruti e la sua eclettica
visionarietà, che dai fondi oro medievali spazia all’arte contemporanea, Giorgio
de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti propone
un inedito viaggio nel tempo che mette in relazione le opere di de Chirico con
alcune tra le maggiori opere di arte contemporanea della collezione permanente
del Museo. Nella cornice del Castello – a sua volta luogo nel quale il passato
rinnova continuamente il suo incontro con il presente – la mostra si articola
attraverso una serie di dialoghi tra i quadri di de Chirico e opere di artisti
contemporanei. Afferma Carolyn Christov-Bakargiev: “In de Chirico la riscoperta
della mitologia classica non avviene come nel Rinascimento per ricostruire una
storia del passato, ma per uscire dalla Storia, quella stessa che proprio dal
Rinascimento ci ha portato a quell’accelerazione mortifera e ingestibile che
arriva alla nostra contemporaneità. De Chirico è nietzschiano, antimoderno e
contro lo storicismo. Rinnovando il concetto di un tempo circolare, l’artista
si rifà alla mitologia e alla pervasività del concetto di metamorfosi che la
caratterizza”.
[Giorgio de
Chirico, Composizione metafisica (Muse metafisiche),
1918. Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per
l’Arte. Deposito a lungo termine presso Castello di Rivoli Museo
d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino]
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