Antonis Samarakis fotografato nel 1972 da Mario Vitti nella libreria Eleftheroudakis (Ελευθερουδάκης)/ ©Mario Vitti, Archivio Fotografico “Mario Vitti”, Fondazione Culturale della Banca Nazionale di Grecia (©Mario Vitti, Φωτογραφικό Αρχείο Mario Vitti /Μορφωτικό Ίδρυμα Εθνικής Τραπέζης)
Nel maggio
del 2019, il Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica ellenica ha
proclamato il 2020 “Anno di Antonis Samarakis”, un anno per celebrare e
ricordare questo importante scrittore e difensore dei diritti umani, per
rivalutare, riconoscere e riscoprire la sua sempre attuale opera.
10 Febbraio 2020
Spirito libero e anticonformista, esponente di spicco della narrativa postbellica greca e convinto propugnatore dei diritti dei bambini, Antonis Samarakis (1919-2003) è stato l’autore di alcune delle più lette e tradotte opere della letteratura neogreca, opere che, nel corso della sua vita, gli valsero numerosi riconoscimenti e onorificenze.
10 Febbraio 2020
Spirito libero e anticonformista, esponente di spicco della narrativa postbellica greca e convinto propugnatore dei diritti dei bambini, Antonis Samarakis (1919-2003) è stato l’autore di alcune delle più lette e tradotte opere della letteratura neogreca, opere che, nel corso della sua vita, gli valsero numerosi riconoscimenti e onorificenze.
Nato il 16
agosto 1919 ad Atene, figlio di Evripìdis e Adrianì, Antonis Samarakis si
iscrive nel 1937 alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Atene dove
si laurea nel 1941. Ancora sedicenne, nel 1935 viene assunto presso il
Ministero del Lavoro, impiego che, salvo un intervallo dovuto alla sua
contrarietà al regime del dittatore Metaxas (giunto al potere nel 1936) e allo
scoppio della seconda guerra mondiale, conserva fino al 1963. Durante
l’occupazione nazifascista della Grecia, Samarakis partecipa alla resistenza e
nel giugno 1944 viene catturato e condannato a morte, ma dopo diverse peripezie
riesce a fuggire. Terminato il conflitto, nel 1945 riprende il suo lavoro al
Ministero dove lungo la sua carriera ricoprirà cariche importanti e più volte
rappresenterà la Grecia in varie riunioni e conferenze internazionali sul
lavoro e sulla migrazione.
Nel 1963
Antonis Samarakis sposa Eleni Kourebana, sua compagna inseparabile per tutta la
vita. Nel 1968-1969, su delega dell’Organizzazione internazionale del lavoro,
viene posto a capo di una missione di esperti nei Paesi dell’Africa. Gli anni a
venire vedranno l’ormai celebre scrittore Samarakis impegnarsi con determinazione
nella difesa dei diritti umani e in specie dei diritti dei bambini. E’ in
questo periodo che inizia anche il suo costante coinvolgimento nelle attività e
campagne dell’Unicef, come quando nei primi anni 80 viaggia in Etiopia, mentre
il Paese è colpito dalla carestia, e tenta attraverso i suoi articoli di
mobilitare l’opinione pubblica e di portare l’attenzione del mondo sulla crisi.
Nel 1989, Antonis Samarakis diventa il primo greco ad essere nominato
Ambasciatore di buona volontà dell'Unicef. Da sempre impegnato nel sociale, sia
nella vita che in letteratura, fermo propugnatore dei diritti dell’infanzia,
sensibile ai problemi e alle esigenze dei giovani e convinto della loro
capacità di migliorare il mondo, Samarakis sarà anche l’ideatore del “Parlamento
della Gioventù” (Βουλή των Εφήβων). Un’istituzione che, fondata nel 1995 con lo
scopo di incoraggiare l’attiva partecipazione dei giovani nella vita politica
del Paese e di promuovere i principi ed i valori democratici, vede ogni anno i
giovani parlamentari riunirsi per discutere i problemi e le questioni
dell’attualità.
L’ 8 agosto
2003, otto giorni prima del suo 84° compleanno, Antonis Samarakis muore nella
casa paterna di sua moglie a Navarino (Pylos), Messenia.
L’opera
letteraria
A tutt’oggi
noto quasi esclusivamente per la sua opera in prosa, Samarakis compie tuttavia
i suoi primi passi letterari nel campo della poesia. I suoi componimenti
poetici, che risalgono al periodo interbellico quando lo scrittore era ancora
giovanissimo, appaiono negli anni ‘30 sulle pagine di diverse e valide riviste
letterarie dell’epoca, ma non saranno mai raccolti e pubblicati in un volume.
Nella
narrativa e nell’editoria, quindi, Samarakis esordisce nel 1954 con un libro di
racconti intitolato “Ζητείται ελπίς” (“Cercasi speranza”). Già da questa prima
raccolta sono presenti alcuni caratteri della scrittura di Samarakis, sia dal
punto di vista tematico-ideologico che da quello stilistico, che diventeranno i
tratti distintivi della sua opera. Il genio di Samarakis, come interprete della
sua contemporanea realtà, si ravvisa tanto in questa sua coerenza creativa,
quanto nell’universalità e nell’attualità degli argomenti da lui trattati nella
sua produzione letteraria. Essa infatti risulta nel suo insieme un grido di
protesta dell’uomo del secondo dopoguerra, una denuncia contro l’indifferenza e
l’alienazione dell’uomo moderno, un’accanita critica dei totalitarismi di ogni genere.
Nel contesto
della guerra fredda e della ripresa economica postbellica, simili argomenti e
riflessioni venivano tematizzati, spesse volte sulla scia dell’esistenzialismo
allora in auge, da tanti autori europei e non solo. Ponendosi di fronte al
proprio tempo, essi presero una posizione critica nei confronti del sistema
politico-sociale e della realtà intorno a loro; una realtà che veniva percepita
come una disillusione delle speranze sorte all’indomani della Liberazione,
contrassegnata dall’affermarsi della società di massa (tecnicizzata e
impersonale), il consumismo e l’alienazione delle persone. Questo orientamento
tematico comportò spesso anche un cambiamento sul piano stilistico. Da questo
punto di vista si registra in tanti autori di questo periodo un allontanamento
dal realismo dominante nell’immediato dopoguerra, sovente in chiave
espressionista con forte l’influsso dell’opera kafkiana, un maggior uso di
tecniche del modernismo (flusso di coscienza, narrazione pluriprospettica),
nonché un’assimilazione del linguaggio cinematografico e della tecnica di
montaggio.
Molti
giovani scrittori, che fanno la loro comparsa nella narrativa postbellica greca
intorno agli anni ‘60, seguono da vicino queste nuove tendenze della
letteratura europea (Α. Fraghias, V. Vasilikos, S. Plaskovitis, R. Apostolidis,
M. Koumandareas, M. Chakkas). Sebbene più anziano di molti di loro, Antonis
Samarakis fa parte di questo gruppo, peraltro molto eterogeneo, e gli elementi
sopra esposti costituiranno alcuni degli assi portanti della sua narrativa.
Negli anni a venire, quindi, al suo primo libro seguono altri 3 volumi di
racconti e 3 romanzi, che quasi sempre riscontreranno un'ottima accoglienza di
critica e pubblico rendendo presto il loro autore famoso in Grecia come
all’estero. Si tratta dei seguenti: il suo primo romanzo “Σήμα κινδύνου”
pubblicato nel 1959, i racconti raccolti nel volume “Αρνούμαι” (1961), per cui gli verrà
assegnato il Premio nazionale di racconto (1962), il secondo romanzo, uscito
nel 1965, “Το λάθος” (“Lo sbaglio”), il
quale vincerà “Il premio dei Dodici – Κostas Ouranis” (1966) ed il premio
francese “Grand prix de littérature policière” (1970), i libri di racconti “Το
διαβατήριο” (1973) e “Η κόντρα” (1992) e nel 1998 il suo ultimo romanzo “Εν
ονόματι” (In nome di).
Lo
sbaglio
Tra questi
il più conosciuto è “Lo sbaglio”, ritenuto il capolavoro maturo dell’opera
dello scrittore. In esso Samarakis, partendo da una trama piuttosto semplice ed
elementare, riesce a svelare l’assurdità e l’aspetto paradossale e antiumano
insito in ogni totalitarismo. In tempo indefinito ed in un Paese anonimo finito
in mano ad un regime autoritario che viola ogni forma di libertà, un cittadino,
sospettato di cospirazione, viene fermato dai Servizi Speciali. Per dimostrare
la sua colpevolezza viene concepito il “Piano perfetto” che verrà applicato
dagli agenti dei Servizi Speciali durante il trasporto dell’arrestato nella
capitale. Tuttavia c’è una falla nel piano, un fattore non considerato e
previsto dai macchinatori dei Servizi, uno sbaglio, anzi “lo sbaglio” che altro
non è che la natura umana.
A metà
strada tra il thriller psicologico ed il poliziesco, il libro narra la vicenda
distopica del protagonista con un “realismo” grottesco dai chiari risvolti
kafkiani. Ricco di inventiva e con ingegnosi colpi di scena, il romanzo procede
a ritmo sempre più serrato verso la sua conclusione inaspettata, mentre il
linguaggio adoperato da Samarakis, dotato di ironia o autoironia, si
contraddistingue per la sua semplicità e oralità (con frasi stereotipate,
ripetizioni e parole straniere), a cui fa da contraltare, nella sua banalità,
la lingua rigida del Regime.
Dalla sua
pubblicazione nel 1965, “Lo sbaglio” è stato subito accolto con entusiasmo da
lettori e critica e presto tradotto in trentuno lingue. Salutato come un
autentico capolavoro da scrittori quali Graham Greene, Georges Simenon, Agatha
Christie, André Malraux, Arthur
Koestler, Arthur Miller ed Ignazio Silone, due anni dopo la sua pubblicazione,
con l’avvento al potere della dittatura dei colonelli, il libro ha assunto
anche una valenza profetica. Nel 1975, dal romanzo fu tratto il film “Der
Dritte Grad” (titolo italiano: La smagliatura) di Peter Fleischmann con gli
attori Ugo Tognazzi e Michel Piccoli nei ruoli principali, mentre la
sceneggiatura era firmata da Jean-Claude Carrière e Martin Walser e la colonna
sonora da Ennio Morricone.
Fonti:
Samarakis
Antonis, Lo sbaglio, trad. Maurizio De Rosa, Aiora, Atene 2018.
(in greco)
«Έτος Αντώνη
Σαμαράκη το 2020 με αφορμή τα 100 χρόνια από τη γέννησή του» - Comunicato
stampa del Ministero della Cultura e dello Sport
Νάτσινα, Α.,
Καστρινάκη, Α., Δημητρακάκης, Ι., Δασκαλά, Ε., 2015. Η πεζογραφία στη μακρά
δεκαετία του 1960. [ηλεκτρ. βιβλ.] Αθήνα: Σύνδεσμος Ελληνικών Ακαδημαϊκών
Βιβλιοθηκών.
«Αφιέρωμα:
Αντώνης Σαμαράκης», Διαβάζω, τχ. 476 (Ιούλιος-Αύγουστος 2007)
Αντώνης
Σαμαράκης, Αρχείο Ελλήνων Λογοτεχνών-Εθνικό Κέντρο Βιβλίου
Αντώνης
Σαμαράκης, Πολιτιστικός Θησαυρός της Ελληνικής Γλώσσας, Ινστιτούτο Επεξεργασίας
του Λόγου (ΙΕΛ)
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