Jean-Claude
Juncker ha avuto rigurgito di coscienza.
Diciamo un singhiozzo, visto l’attitudine del soggetto. Durante il suo mandato
di presidente dell’esecutivo Ue ha ricevuto pressioni per non aiutare la
Grecia.
Ovviamente
l’ineffabile politico lussemburghese si guarda bene di fare nomi e cognomi. Ma
rivela verità inconfessabili. E non troppo sorprendenti.«Si è voluto impedire
alla Commissione Europea di agire a favore della Grecia. Mi ricordo le lunghe
notti con i governi Samaras, Tsipras e ora Mitsotakis, in cui abbiamo cercato
di risolvere il problema greco». Lo ha detto lo stesso presidente
dell’esecutivo Ue, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo oggi a
Strasburgo.
Juncker
racconta: “Mi dicevano di farmi i fatti miei”
«Molti erano
i governi che non volevano che la Commissione se ne occupasse – ha continuato
Juncker – mi ricorderò sempre le telefonate di più primi ministri che mi
dicevano: “Fatti gli affari tuoi. È compito degli Stati occuparsi del problema
greco’. Io, invece, avevo la concezione, magari ingenua, ma giusta, che
bisognava rispettare il trattato». «E il trattato – ha proseguito – dice che la
Commissione deve tutelare l’interesse generale dell’Europa. E evitare la
scomposizione della zona euro era nell’interesse generale: pertanto, abbiamo
avuto ragione a fare quello che abbiamo fatto”. Per Juncker “noi abbiamo ridato
alla Grecia la dignità che merita».
La mortalità
infantile in Grecia nascosta da Fubini
Sulla Grecia
è calata una cappa di censura in tutti i campi. Ricordate il vicedirettore del
Corriere, Federico Fubini? «Guardando i calcoli della mortalità infantile in
Grecia, mi sono accorto che con la crisi sicuramente sono morti 700 bambini in
più». Ma Fubini ha preferito non divulgare il fatto. «Ho deciso di non scrivere perché il
dibattito in Italia è così avvelenato che gli anti-europei avrebbero potuto
usare come una clava questa notizia». Un po’ come ha fatto Juncker. Parlano
solo ora. Per dare ragione a chi queste cose le denuncia da sempre.
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